La promessa di Federica Brignone: “Conquisterò Cortina”

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Nel mondo di Federica Brignone oggi regna l’equilibrio. La sfida ai vertici della generale di Coppa del mondo (ora è 3ª a 54 punti dalla svizzera Rast) non scalfisce di una virgola le certezze della tigre valdostana che prepara l’ennesima zampata: «Sull’Olympia delle Tofane si cambia registro».

La prossima sfida chiama in causa Cortina e una pista storicamente avversa: è giunta l’ora di invertire la rotta?

«A Cortina non sono mai riuscita ad esprimermi al meglio. Ho fatto buone cose, ma le ho sempre lasciate a metà. L’Olympia è una pista tutta curve e neve facile. Le condizioni climatiche previste quest’anno dovrebbero modificare qualcosa favorendo la mia sciata. Chiariamolo subito: è una pista che mi piace moltissimo così come mi piace moltissimo Cortina.

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Questa è una tappa del circuito di Coppa del mondo molto diversa da tutte le altre per una lunga serie di fattori esterni. Non c’è solo la gara, ci sono tante iniziative che richiedono maggiore impegno e concentrazione. In altri posti ci si allena, si rientra in albergo, si recupera, si dorme e all’indomani si scende in pista. Qui ci sono tante cose da gestire al meglio. Cortina è Cortina».

Cosa significa, per lei, oggi, essere l’atleta dei record?

«Cerco di vivere tutto in perfetto equilibrio. In questo contesto l’aspetto mentale è fondamentale. L’ho raccontato più volte ma lo ripeto sempre molto volentieri: da qualche tempo ho intrapreso un percorso che aggiunge agli allenamenti in pista e in palestra un lavoro specifico concentrato sulla mia testa.

Il focus è concentrato su me stessa. Sfido me stessa e non le mie colleghe. Come? Alzando costantemente l’asticella, dedicandomi esclusivamente alla performance. Nello sci i fattori che possono condizionare una gara sono tantissimi e diversi gli uni dagli altri di tappa in tappa. La neve, il vento, il sole: dettagli che cambiano di minuto in minuto. L’unica cosa che posso fare è concentrarmi su me stessa per offrire in pista la miglior performance possibile. È l’unica cosa che posso determinare, con il lavoro e la passione che da sempre contraddistinguono il mio percorso. Il resto non posso condizionarlo, per questo motivo lo lascio fuori dal mio mondo».

Non solo sci: come concilia i successi in pista con una vita molto impegnata su tanti altri fronti?

«Io sono sempre la stessa persona. Non sono amante del gossip, tengo molto alla mia vita privata. Non cerco visibilità e non vado a caccia di successi per aumentare la mia notorietà. Mi fa molto piacere tutto quello che oggi mi circonda, ma devo ammettere che faccio ancora un po’ di fatica a gestire certe situazioni.

Vivere in un piccolo paesino di montagna mi aiuta molto. C’è un momento in cui diventa importante isolarsi dai fattori esterni, anche per recuperare al meglio le energie. Io lo faccio tornando a casa in Val d’Aosta».

A proposito di impegni fuori pista c’è il progetto Traiettorie Liquide che la vede in prima linea sul fronte della tutela ambientale. Come sta cambiando lo sci di fronte alle mutazioni climatiche?

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«Il cambiamento è fin troppo evidente, inutile fare finta di niente. Quando ero bambina d’estate sciavo in ghiacciai che oggi non esistono più. È importante dire che, a fronte di una situazione in evoluzione molto preoccupante sotto il profilo climatico, molto si sta facendo nel nostro mondo. C’è molta attenzione, anche nella produzione di neve artificiale di cui il nostro comparto non può più fare a meno.

Soprattutto qui nel Nord Est c’è grande rispetto dell’ambiente nella produzione di neve artificiale. Gli impianti sono all’avanguardia, molto ecologisti. Un ottimo messaggio per tutti. Anche il nostro mondo sta cambiando pelle, basti pensare al calendario di Coppa del mondo rivisitato. Gli aspetti economici condizionano molte scelte, questo fa parte del gioco».

Lo sci in casa Brignone è un affare di famiglia: quanto conta avere al suo fianco suo fratello Davide? Ed a mamma Nina ha già chiesto consigli per vincere anche in slalom?

«Mio fratello è la figura più importante. È la mia valvola di decompressione, ma anche colui che più di chiunque altro comprende i miei stati d’animo, sia quando le cose vanno bene che, soprattutto, quando vanno male. Per averlo nel mio staff ho lottato tanto, rischiando anche di restare fuori squadra. Ci ho messo la faccia di fronte a una situazione scomoda, ma il tempo è galantuomo.

Non c’è solo lui dietro i miei successi, c’è un lavoro di squadra che coinvolge il mio storico skiman, l’altrettanto storico preparatore che ho a casa e tutte quelle figure che per me rappresentano una famiglia, il mio porto sicuro. Il gioco di squadra vale tanto anche nello sci che è, forse, lo sport individuale per eccellenza. Mia mamma? Abbiamo già scherzato in casa sul tema slalom. Le ho detto: “I successi in slalom li lascio a te”.

Scherzi a parte, mi piacerebbe cimentarmi in quella specialità, ma significherebbe dover cambiare troppe cose. Oggi non è possibile, voglio continuare a vincere».

È vero che il suo idolo d’infanzia era Kristian Ghedina?

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«Confermo. Me lo fece conoscere mamma quando ero poco più che una bambina. Faceva dei salti incredibili. Se parlo di idoli nello sci però non posso non citare Julia Mancuso. Ho un ricordo di lei, proprio a Cortina, incredibile.

Ero ancora giovanissima quando in un riscaldamento decisi di seguirla in pista, copiando le sue traiettorie. Era una matta, un carattere molto simile al mio. Mi piaceva troppo. Idoli extra sci? Roger Federer, di un’eleganza incredibile».

Milano-Cortina 2026: è giunto il momento di iniziare a farci un pensierino?

«La prima volta che mi chiesero se avessi partecipato alle Olimpiadi italiane risale a sei anni fa. Allora erano oggettivamente troppi, oggi invece possiamo dire che ci siamo. Il tempo passa velocemente! Però io non ho deciso nulla. Ad oggi non so ancora se sarò ancora in pista nella prossima stagione. Voglio essere onesta, prima di tutto con me stessa.

Fin quando le motivazioni saranno a mille, io ci sarò. Ho ancora tanta voglia di vincere, ma nel momento in cui qualcosa dovesse venire a mancare sarò la prima a dire “basta” senza alcun tentennamento. Vado avanti, giorno per giorno. E’ la mia filosofia di vita. Con obiettivi ben precisi in testa, ma con i piedi saldi a terra. Il ritorno della Vonn? Giù in cappello. È una tosta, sta dimostrando che il suo stop cinque anni fa era dovuto a problemi fisici e non ad aspetti mentali».



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