LA PROF DI RELIGIONE FELICE 2 VOLTE

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Che bello essere felici! Noi dobbiamo essere felici per ben due volte: la prima volta perché siamo nati, la seconda volta perché viviamo.” Una espressione di Gerarda Setaro, insegnante di Religione di Anzi (diocesi di Acerenza), in un post-video pubblicato sul suo profilo, con la sua viva voce durante una pièce teatrale. Una frase-testamento, un lascito richiamato per ricordarla. Gerarda è morta nel giorno di Santo Stefano u.s. all’età di 56 anni. C’è stato un tam-tam tra insegnanti di religione e colleghi di scuola, amici e conoscenti. L’ho conosciuta negli anni Novanta. Siamo state insieme in aula durante alcuni corsi di studi e non sono mancate le chiacchierate sulle lezioni e durante le pause caffè. La ricordo sor- ridente, solare e carica di energia positiva. Sulla sua morte non ci sono parole. “Dopo circa tredici anni di calvario per la sua battaglia contro la malattia – come commenta una delle amiche storiche, Carmen Lavanga – lascia un grande vuoto. Per me era un punto di riferimento, ricordo con emozione gli incontri a casa sua e i suoi consigli, il suo sostegno nei miei momenti difficili, ma anche – continua – le risate e la gioia del tempo trascorso insieme soprattutto durante le attività teatrali, il teatro che era la sua grande passione, ed io solo per lei non mi sottraevo mai ai suoi inviti”. Una testimonianza di affetto che Carmen ha lasciato anche in un post sui social: “Sei stata una donna straordinaria una grande amica sempre disponibile altruista generosa. Mi sei stata accanto in tanti momenti, ho potuto sempre contare su di te per qualsiasi cosa, sempre pronta ad aiutarmi, a spronarmi a darmi forza e sempre con il sorriso sulle labbra. Ti chiedevo quando ci sentivamo: come stai? E tu rispondevi sempre: bene e tu? Eri sempre pronta ad ascoltare e a darmi consigli anche quando mi confidavo con te come una sorella oltre che una grande amica…”. Uno stile questo che Gerarda aveva verso tutti, come si legge anche nel ricordo del già sindaco di Anzi, Giovanni Petruzzi “Perdiamo una donna esemplare, con una personalità straordinaria e generosa, un’autentica forza della natura, una combattente appassionata e tenace, che ha lottato con determinazione e sempre col sorriso sulle labbra anche contro il male, che l’ha divorata”. Gerarda aveva alle spalle un notevole impegno sociale, negli anni 2004- 2009 era stata assessora e consigliera comunale divenendo “collaboratrice leale e competente – scrive Petruzzi – che ha fornito un contributo importante di idee e di iniziative nel delicato settore delle politiche sociali ed a livello cultura- le, sempre con spirito al- truistico ed intraprendente, riuscendo a coinvolgere attivamente le persone, soprattutto quelle che vivono in solitudine o ai margini o che presentano peculiari situazioni di disagio o di difficoltà”. Il già sindaco traccia un profilo chiaro e con- diviso da tutti coloro che l’hanno conosciuta: “Gerarda è stata una donna vocata al dialogo, con uno spiccato spirito creativo, che ha brillantemente dispiegato nelle poliedriche attività di regista ed attrice teatrale, nell’impareggiabile funzione educativa d’in- segnante ed in tutti gli altri ruoli che ha esercitato, compreso quello di Presi- dente dell’Unione Ex Allieve/i Figlie di Maria Ausiliatrice, lasciando un’impronta indelebile nella comunità anzese- e non solo- e diventando costantemente un punto di riferimento socio-culturale per diverse generazioni…”. Carmen continua il suo racconto-ricordo dell’amica, mi parla di quando Gerarda era in dolce attesa della figlia Giulia (Vittorio è l’altro figlio, avuti da Mario) e di come animasse il gruppo teatrale, e mi racconta del suo impegno nella catechesi parrocchiale, nell’organizzare pellegrinaggi o di quando era animatrice di oratorio e tanto altro ancora ma soprattutto della sua grande fede e della sua capacità di portare a termine ogni impegno preso con competenza e professionalità. Carmen traccia una sorta di identikit dell’amica prof di Religione: “Era sensibile, altruista e straordinaria, sempre disponibile con chiunque, generosa e preoccupata per gli altri, la malattia passava in secondo piano”. Dalla sua narrazione vien fuori una donna evangelica, di chi è alla ricerca degli ultimi e soli “Gerarda li coinvolgeva nelle sue attività donandogli giornate e momenti di gioia”. E ancora Carmen ricordando di quelle volte in cui si recava a casa dell’amica “perché aveva tempo per me – dice – e mi bastava vederla sorridente e ascoltarla, che il mio cuore si apriva alla speranza. Gerarda aveva un entusiasmo per la vita contagioso, era di buonumore nonostante i problemi e mi ha insegnato – afferma Carmen – a non arrendermi mai difronte alle difficoltà e ad essere forte”. Gerarda è presente nel cuore dei tanti che l’hanno conosciuta, e nelle testimonianze ascoltate e lette sembrano fare eco le parole di Ugo Foscolo: “Nessuno muore sulla terra finché vive nel cuore di chi resta”

Di Maria De Carlo



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