«Sfideremo Golia a casa sua. A mani nude»

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E’ una settimana lunga quella del Fiorenzuola in vista del derby contro il Piacenza. In palio, più che il blasone, mai come in questa occasione conteranno i punti. Entrambe le squadre versano in una situazione precaria di classifica e nessuna delle due potrebbe accontentarsi di un pareggio.

In casa Fiorenzuola dopo nove sconfitte consecutive l’umore non può essere dei giorni migliori e la squadra ogni settimana perde un pezzetto a livello di giocatori. L’ultimo in ordine di tempo è l’ex capitano Gilli, in procinto di accasarsi al Chisola nel Girone A di Serie D, ma mister Ciceri, intercettato per l’occasione prova a infondere serenità all’ambiente.

Mister, dopo poche settimane di lavoro si aspettava una situazione di questo genere?

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«La situazione, a livello esclusivamente sportivo, è oggettivamente complicata. In squadra ci sono diversi buoni giocatori e giovani di prospettiva. Tutti si allenano con impegno e motivazione. Il problema è che una striscia così negativa, che a memoria non ricordo, sta destabilizzando fiducia e certezze di ognuno, e lo si può notare soprattutto in gara, dove a fronte di buone cose, basta un evento avverso per minare ogni proposito. È naturale, ma proprio in questi momenti un calciatore è chiamato a fare uno step caratteriale e reagire con ancora più vigore e voglia di combattere. Spero che i nuovi giocatori riescano a portare freschezza mentale a un gruppo che è tutto tranne che arreso. E’ vero che la classifica spaventa solo a guardarla, ma questo gruppo mi dimostra quotidianamente di essere vivo e son convinto abbia dentro un fuoco pronto ad accendersi. Serve una scintilla e dobbiamo essere in grado di accenderla con le nostre mani. La partita di domenica, al di la dei 3 punti che sono la cosa più importante, per il valore e blasone dell’avversario, per lo stadio in cui si gioca, è una nuova occasione in cui non dobbiamo lasciare nulla di intentato. Chiaro che, per come è stata allestita e corretta la squadra, per quello che piace a me, non possiamo prescindere dal mettere in campo un calcio propositivo, intenso e coraggioso».

La società ha scelto di puntare su di lei consapevole che avrebbero trovato un condottiero, pur in una situazione di classifica critica.

«A livello societario ho trovato ciò per cui ho scelto di accettare una sfida difficile. Penso che chi segue e apprezza il calcio non può gioire nel vedere il Fiorenzuola in questa situazione di classifica. Questa dirigenza ha sempre operato con serietà, sportività e programmazione, raggiungendo risultati sportivi di livello altissimo, avvicinandosi ai fasti della storica era dei Villa. Tutt’ora io continuo a pensare che la straordinarietà sia quanto di buono ha raggiunto con gestioni equilibrate e tante scommesse vinte, mentre le difficoltà degli ultimi campionati rappresentano passaggi che è normale pensare di incontrare».

L’ambiente di Fiorenzuola non porta particolari pressioni, per raggiungere la salvezza può essere un vantaggio rispetto a piazze come il Piacenza stesso che muove centinaia di tifosi?

«Proprio in questo momento, invece che sparare sulle responsabilità, penso che chi ha a cuore le sorti del Fiore, debba sostenerlo per ciò che rappresenta e dare il proprio contributo per difendere la categoria in tutte le maniere. Domenica nel primo tempo ho sentito tanto incoraggiamento da parte dei tifosi verso i ragazzi, complice anche la grinta che stavano mettendo sul campo. Nei momenti più intensi del mio passato a Fiorenzuola, quando le partite diventavano complicate e la squadra pur lottando sembrava poter cedere da un momento all’altro, ricordo che dagli spalti si alzava un coro, “Fiore, Fiore” che ci permetteva di trovare nuove insospettabili energie. Tanti o pochi che fossero, cantavano tutti e il suono echeggiava in una maniera tale che sembrava provenisse dal cemento dei gradoni. L’elegante velodromo si trasformava in un’arena e per gli avversari era sempre dura spuntarla. La gente a Fiorenzuola ha sempre apprezzato chi lotta, se un domani saremo cosi bravi a far intonare ancora quell’inno, allora vorrà dire che il traguardo sarà un po’ più vicino. Prima però dobbiamo andare a sfidare Golia a casa sua. A mani nude».



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