A soli 10 km dalla città di Valencia si trova uno dei tesori naturali della Spagna e d’Europa. L’Albufera è una grande laguna i cui 3mila he sviluppano una zona umida di enorme interesse conservazionistico. Il Parco Nazionale dell’Albufera, instituito nel 1986, consta di 21.120 he di paludi, canali, stagni, dune, spiagge, boschi litorali, fondali marini: habitat naturali ad altissima biodiversità che nel corso del tempo si sono mescolati con ambienti antropizzati quali le risaie e i campi coltivati. Fa parte di Natura 2000, la rete di spazi rilevanti a livello europeo per la conservazione della biodiversità, è dichiarata zona Ramsar (zona umida di importanza internazionale), Iba ( Important Bird and Biodiversity Area secondo Bird Life International), Zps (zona di Protezione Speciale) e Sic (Sito di Interesse Comunitario). Ospita stabilmente più di 90 specie di uccelli segnalati dalla relativa Direttiva Europea e 22 habitat di importanza europea di cui 7 considerati prioritari per la conservazione nel contesto europeo. Al di là dei titoli e dei numeri su carta, dal vivo ci si rende conto a prima vista dell’eccezionalità di questo ambiente naturale.
IL CIELO È TRAFFICATO COSTANTEMENTE da garze, aironi, cormorani oltre che da stormi di anatre, fenicotteri, mignattai facilmente osservabili in forma ravvicinata a centinaia nelle zone dove la terra si mescola con l’acqua, anche solo dal ciglio della strada. Non bisogno essere particolarmente fortunati per ritrovarsi nel proprio campo visivo un falco di palude, rapace a rischio estinzione, o un gheppio, mentre sorvolano o si posano tra le chiazze del lussureggiante bosco litoraneo che si interpone fra mare e laguna. Se poi ci si addentra nei percorsi che si sviluppano nella macchia mediterranea e ci si apposta nelle torri di osservazione, è una ubriacatura di specie animali e vegetali.
TALE PATRIMONIO NATURALISTICO è stato gravemente colpito dalle inondazioni provocate dal Dana del 29 ottobre. La laguna ha ricevuto un massiccio afflusso d’acqua attraverso una fiumara e un fiume che hanno straripato a causa della forza e dell’accumulo di piogge torrenziali. L’acqua si è riversata nella laguna attraverso le risaie e i canali di irrigazione, trasportando materiale di ogni tipo e innalzandone il livello di quasi 100 cm, hanno dichiarato i tecnici del Comune di Valencia. Un allagamento senza precedenti che, considerando l’intera area, ha implicato che l’Albufera abbia molto probabilmente raccolto più di 120 ettometri cubi in meno di 24 ore.
NELL’ALBUFERA SONO STATI anche cercati e trovati 4 corpi delle vittime dell’alluvione. La presenza della laguna allo stesso tempo ha salvato molte vite. Le zone urbanizzate più disastrate si trovano a nord dello specchio d’acqua, mentre quelle poste a sud, anche se più vicine non sono state minimamente danneggiate: una stretta fascia di risaie e palude ha assorbito l’acqua in eccesso proveniente dalla laguna. In cambio di questo ruolo provvidenziale, l’Albufera ha sofferto conseguenze gravissime. Secondo le valutazioni del Comune di Valencia, i costi per la pulizia e la rigenerazione della zona naturale ammonteranno a quasi 10 milioni di euro. I danni sarebbero causati da quattro problemi: lo sversamento di rifiuti solidi, ingombranti e resti vegetali; l’accumulo di sabbia e limo (sono stati stimati 4.950 metri cubi di sedimento da estrarre); la rottura di canali, motte e fossati che costituiscono una rete di 13.400 metri quadrati; e infine, le sostanze inquinanti che sono entrate nel lago: si stanno monitorando la presenza di detergenti, oli e grassi, idrocarburi, tossicità e metalli pesanti (cromo, rame, zinco, cadmio, nichel, piombo e mercurio), parametri quali pH, conduttività, torbidità, e i livelli di ammonio, nitriti, nitrati, sodio e uranio, nonché la presenza di batteri E. coli ed enterococchi intestinali.
RISPETTO AI RIFIUTI SOLIDI TRASCINATI dalla Dana nell’Albufera, secondo il Dipartimento Ambiente della Municipalitat occuperebbero un minimo di 85.000 metri cubi che hanno formato un vero e proprio “delta” artificiale nell’imboccatura a mare. Si tratta principalmente di canne e plastiche di ogni genere (contenitori, cassettiere, balle di plastica pressata proveniente da un impianto di trattamento dei rifiuti), fusti di vari prodotti chimici e carburanti (benzina, olio, vernici, pesticidi per uso agricolo), pneumatici di varie dimensioni (autovetture, trattori e camion), assi, bombole di butano e alcuni mobili ed elettrodomestici. Oltre ai rifiuti voluminosi, è stato rilevato un enorme contributo al sistema di microplastiche e carburante diluito, soprattutto attorno all’imbocco della fiumara.
IN UNO DEGLI ULTIMI RAPPORTI che vengono emessi settimanalmente dal Dipartimento Ambiente si riportano i dati di uno studio preliminare di tossicità effettuato sui sedimenti, che mostrano livelli ridotti. Anche una serie di parametri, dopo essere diventati allarmanti nei giorni immediatamente successivi alla Dana, in questa fase stanno ritornando ai livelli precedenti. Se i danni alla vegetazione sono evidenti in alcune zone della laguna, in particolare quella nord, per quanto riguarda la fauna, non è ancora possibile fare delle valutazioni precise, bisogna aspettare la primavera, quando le specie riprendono le loro attività dopo la pausa invernale. Un censimento sulla fauna avicola realizzato dal 27 al 29 novembre ha evidenziato una diminuzione nel numero degli anatidi normalmente presenti (da 29 mila a 22 mila) e una significativamente diversa distribuzione spaziale.
FRA LE ATTIVITÀ PIÙ URGENTI c’è la rimozione dei rifiuti solidi dalle acque della laguna e dalle paludi e campi adiacenti: un’attività che si è avviata verso la fine di novembre per iniziativa soprattutto di gruppi di volontariato organizzati da una rete di associazioni ambientaliste (Acció Ecologista Agró, Greenpeace, Fundació Assut, Seo/BirdLife, Svo, Xaloc). Consapevoli del rischio per il suolo e le falde rappresentato dalla degradazione dei materiali, centinaia di volontari stanno setacciando ogni manualmente ogni il territorio della riserva, recuperando fino ad adesso 1530 metri cubi di rifiuti di ogni tipo. Di questi, 9 metri cubi di medicinali e cosmetici e 15 metri cubi di altri prodotti chimici. E siamo solo all’inizio.
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