Jois Pedone, chi erano i tre uomini all’ingresso del porto? E chi c’era nell’auto nera vicino casa?

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Tra sette mesi saranno passati due anni dalla morte di Jois Pedone, sono già passati due mesi dall’archiviazione come “suicidio” disposta dalla Gup del Tribunale di Vasto Anna Maria Capuozzo.

Nelle settimane successive, quando in città si era a conoscenza che la famiglia aveva interessato le redazioni delle trasmissioni televisive “Chi l’ha visto?” e “Quarto Grado” e non si sarebbe arresa la tomba è stata profanata da “ignoti”. In una settimana particolare per il mondo satanista, i giorni in cui viene venerata la “Dea Regina dell’Inferno”, e in cui ci fu una particolare fase lunare. Esattamente come la notte in cui la vita di Jois fu spezzata. “I figli della luna”, come abbiamo già riportato nelle scorse settimane, era il nome della chat telegram a cui Jois era stato iscritto e che fa riferimento a tal mondo occulto.

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Il tempo scorre e va via ma permangono, anzi probabilmente aumentano, dubbi, interrogativi, zone d’ombra, buchi neri. «Mio nipote è stato ammazzato, è stato ucciso» ha ribadito lo zio Rino Pedone lo scorso 9 gennaio ai microfoni della trasmissione «Okkio, oltre la cronaca» sull’emittente televisiva abruzzese Super J. Tanti aspetti insoluti su quanto è accaduto sono stati affrontati dalla madre Mary, dall’avv. Federica Benguardato e dallo zio Rino.

Tra questi la presenza di un’auto nera nei pressi dell’abitazione della famiglia, su cui Jois sale per poi tornare poco dopo, e la presenza di tre uomini all’ingresso dell’area portuale di Punta Penna nel momento in cui Jois scende dal taxi per dirigersi verso la spiaggia.

I tre uomini all’ingresso dell’area portuale, ha riferito il tassista in ogni occasione in questi ormai quasi due anni, si trovano di fronte il citofono. Due sembra stiano facendo finta di suonare, un terzo volge lo sguardo verso il taxi e Jois Pedone. Ma, come sottolinea la conduttrice Paola Peluso, non c’è nessuna necessità di suonare al citofono per persone a piedi: la sbarra può essere scavalcata o possono passare per il percorso pedonale. Gli inquirenti, riporta sempre Peluso durante la trasmissione, hanno analizzato i video della zona tra l’una e le tre (quando il cellulare di Jois Pedone smette di funzionare) ma affermano di non aver trovato nessun riscontro della presenza di queste 3 persone.

Video, aggiunge Peluso, non tutti completi, alcuni si interrompono. Altri approfondimenti sulla presenza di queste 3 persone non risultano essere stati svolti, sarebbe stata considerata irrilevante ai fini delle indagini. Il perché è uno dei tanti interrogativi lasciati dal decreto di archiviazione nella famiglia e nell’avv. Benguardato.

«Nel decreto di archiviazione si sostiene che non è necessario investigare oltre perché il tassista avrebbe detto che comunque Jois non fa particolari cenni a queste persone quando le vede, non dice al tassista di conoscerli e non dice niente, questo farebbe dedurre gli investigatori che Jois non li conosceva e quindi non è necessario capire chi fosseroha raccontato nella trasmissione dello scorso 9 gennaio la legaleinnanzitutto il dato non è certo, il tassista non può sapere perché Jois non gliene ha parlato o non fa nessun cenno dall’interno della macchina. Ma soprattutto, può essere che effettivamente Jois non li conosceva, questo non significa che loro non abbiano visto nulla, che non sia importante anche oggi sentirli e sapere cosa stavano facendo lì, se avevano visto qualcosa».

La presenza di queste tre persone vicino il citofono all’ingresso dell’area portuale di Punta Penna (in piena notte!) mentre Jois scendeva dal taxi non è l’unica presenza misteriosa di quelle ore. «È uscita un’altra dichiarazione dai carabinieri di uno che ha visto verso le 10 una macchina nera venire verso Jois, Jois affiancare questa macchina nera, scendere dalla sua macchina, entrare dentro la macchina nera, andare via, poi tornare, scendere, andare a casa sua – ha raccontato a «Okkio, oltre la notizia» lo zio Rino Pedone – quanto rientra non torna subito a casa, va via con la macchina nera, la macchina nera ritorna, scende e va a casa».

«Questa parentesi non è stata riportata dagli inquirenti» aggiunge Rino Pedone ai microfoni dell’emittente televisiva abruzzese.



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