Istituto e Casa Emilio Lussu insorgono: «Al Centro studi 175mila euro»

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Sassari «L’Istituto Emilio e Joyce Lussu e il risorto Centro Studi Emilio Lussu sono due soggetti associativi assolutamente distinti e diversi per tradizione e rilevanza degli studi, per finalità e per fonti di finanziamento pubblico».

La precisazione, arrivata nell’anno in cui ricorre il cinquantesimo anniversario della morte del politico e scrittore di Armungia, è firmata da Giuseppe Caboni, Gian Giacomo Ortu (Istituto Emilio e Joyce Lussu) e Tommaso Lussu (Casa Lussu). Quando si parla di “finanziamento pubblico”, il riferimento è alla variazione del bilancio regionale che ha definito uno stanziamento da 300mila euro al Centro Studi Lussu, poi ridotto a 175mila. Una cifra comunque alta che ha spinto Caboni, Ortu e Lussu a sottolineare “le fonti inesistenti per l’Istituto e sorprendentemente abbondanti, sproporzionate, per il Centro studi, in assenza di bandi o confronti pubblici in proposito, in occasione del cinquantennale della morte del Senatore di Armungia. È, questo, un fatto con senso culturale? È morale? È legale?”.

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L’assessora regionale ai Beni culturali, Ilaria Portas, ha replicato chiarendo due aspetti, la legittimità e l’importo del finanziamento: «L’assessorato ha dato attuazione alle norme approvate dal consiglio regionale nell’ambito della legge di variazione, pertanto non ha, oltre l’istruttoria sulla correttezza della documentazione, avuto altri ruoli decisionali – spiega l’assessora che poi aggiunge –. Quando abbiamo ricevuto la documentazione dal Centro Studi, abbiamo firmato una convenzione per 175mila euro, pertanto il contributo stanziato non sarà interamente erogato. Comunque sottolineo che la Direzione Beni Culturali, con i propri fondi, opera esclusivamente attraverso procedure ad avviso pubblico o bando, mentre per quanto riguarda le leggi con un beneficiario già definito in legge, il compito degli uffici è valutare la correttezza della documentazione presentata e attuare la norma». Da 300mila euro si scende dunque a 175mila ma l’impegno resta comunque importante per le casse della Regione».

Il Centro Studi Lussu

Il presidente del Centro Studi Lussu, Gabriele Serra, replica ai “colleghi” di Armungia: «Abbiamo ricercato la collaborazione di tutti rispetto al progetto presentato in Regione e in alcuni casi abbiamo constatato scarso interesse. Le iniziative realizzate sono sotto gli occhi di tutti e presto annunceremo quelle per il 2025, invitando ancora una volta tutte le istituzioni culturali a collaborare».

La polemica, però, si sviluppa anche su un altro piano ed è probabile che possa proseguire nei prossimi tempi. I destinatari del finanziamento regionale, infatti, vengono citati, anche se non direttamente, nelle ultime righe del comunicato diffuso dall’Istituto Emilio e Joyce Lussu: «È bene precisare che l’uso di scritti, foto, immagini, documenti di Lussu, contenuti in originale, nel “Fondo Lussu”, custodito dall’archivio di Stato di Cagliari, deve essere autorizzato dalla Sovrintendenza Archivistica regionale; e che l’uso improprio e arbitrario delle immagini è sanzionato dall’ordinamento giuridico».

Il progetto

Con i 175mila euro finanziati dalla Regione, il Centro Studi Emilio Lussu ha organizzato l’evento “Aspettando Lussu”, come indicato dell’associazione di promozione sociale sul sito web centrostudiemiliolussu.it. L’evento è stato in realtà un insieme di sette appuntamenti che sono stati completati tra il 16 e il 30 dicembre del 2024. In sostanza, si è trattato della proiezione di alcune pellicole dedicate al fondatore del Partito sardo d’Azione e autore di “Un anno sull’altipiano” organizzate a Rivoli, Firenze, Cagliari e Lipari. Il teatro comunale di Orani, invece, è stata le sede della conferenza “Lussu: Un uomo, un’epoca, una visione” mentre l’ex manifattura Tabacchi di Cagliari ha ospitato, il 30 dicembre, lo spettacolo teatrale “Fuga da Lipari”. Infine, un dettaglio: nel sito internet del Centro Studi non sono disponibili molte informazioni sull’associazione.

C’è il nome del presidente, un recapito mail ma manca, ad esempio, l’indirizzo della sede. Scorrendo la pagina web si arriva ad una schermata di Google Maps bloccata su un indirizzo: via Giuseppe Manno 19, Siddi. Effettivamente, è proprio quella la sede ma anche il sistema satellitare fatica a metterla a fuoco



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