- I fringe benefit agiscono come un incentivo in più rispetto al salario di base, che viene erogato non in denaro, bensì sottoforma di beni e servizi.
- Con la Legge di Bilancio 2025 sono state confermate alcune importanti novità sui fringe benefit, con limite di detassazione a 1.000 euro per tutti e a 2.000 per i lavoratori con figli a carico.
- Quest’anno è previsto anche un limite più elevato, a 5.000 euro, per i lavoratori che trasferiscono la propria residenza per motivi di lavoro e con requisiti specifici.
Nella gestione delle risorse umane, diverse ricerche dimostrano come le imprese che implementano misure di welfare aziendale riscontrano un aumento nella produttività dei loro dipendenti, nonché una maggiore fidelizzazione dei talenti.
In Italia si parla di fringe benefit, una componente aggiuntiva della retribuzione che rappresenta il cosiddetto “compenso in natura”, erogata non sottoforma di denaro, ma di beni e servizi.
Negli ultimi anni le soglie di detassazione di questi benefit sono cambiate in base alle decisioni prese con le diverse manovre finanziarie. Con la Legge di Bilancio 2025 si confermano tre limiti distinti applicabili in diverse situazioni.
Cosa sono i fringe benefit
I fringe benefit, noti anche come benefici o vantaggi accessori, costituiscono una tipologia di retribuzione indiretta che i datori di lavoro possono offrire ai propri dipendenti oltre al salario base. Possono assumere diverse forme e includono una vasta gamma di beni e servizi, come:
- buoni pasto;
- contributi per la previdenza complementare;
- servizi di assistenza sanitaria, formazione;
- abbonamenti a palestre;
- servizi di asilo nido;
- rimborsi per spese di trasporto;
- prodotti di tecnologia.
A differenza del salario, che è tassato secondo le normative fiscali standard, i fringe benefit godono di un trattamento fiscale favorevole fino a una certa soglia, per cui vengono detassati.
Ciò li rende particolarmente interessanti sia per i datori di lavoro che per i dipendenti. Per l’azienda, rappresentano uno strumento per migliorare il benessere dei propri lavoratori e, al contempo, aumentare la loro produttività e la loro fedeltà verso l’impresa.
Come funzionano i fringe benefit
Va notato che i fringe benefit non sono obbligatori per legge, ma rappresentano un accordo volontario tra datore di lavoro e dipendente. Tuttavia, una volta che questi vantaggi sono inclusi nel contratto di lavoro o in accordi collettivi, diventano legalmente vincolanti.
Il quadro normativo che regola questi incentivi in Italia è in gran parte delineato dal Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR), che definisce le tipologie di benefit esenti da imposizioni fiscali e i limiti entro i quali questi possono essere erogati.
I fringe benefit dal punto di vista fiscale sono regolarmente tassati, ma come abbiamo visto, solamente se superano una certa soglia annuale. Gli scorsi anni tale soglia ha subito diverse modifiche ed è stata aumentata con diversi interventi per garantire un sostegno maggiore alle famiglie con figli a carico.
I datori di lavoro devono poi procedere ogni anno a specificare le erogazioni dei fringe benefit all’interno del libro unico per il lavoro e successivamente nella Certificazione Unica.
Come richiedere i fringe benefit
Per ottenere il fringe benefit, il lavoratore dipendente deve semplicemente fare richiesta al proprio datore di lavoro. Tuttavia, è importante precisare che il datore di lavoro non ha alcun obbligo di fornire fringe benefit. Si tratta quindi di una scelta del tutto volontaria.
Le erogazioni effettuate da parte del datore di lavoro sono deducibili al 100% per le imprese. Se l’azienda accetta la richiesta di concedere il benefit, la legge stabilisce che il datore di lavoro può decidere di erogarlo in diversi modi, anche come pagamento per le bollette delle utenze domestiche.
Per quanto riguarda il rimborso delle bollette di acqua, luce e gas, l’Agenzia delle Entrate ha specificato con una circolare che tali utenze possono anche essere quelle del coniuge o dei familiari del lavoratore dipendente. Questo vale indipendentemente dal fatto che il coniuge, i familiari e il lavoratore siano conviventi o meno. Tuttavia, è necessario provare che sia il dipendente a pagare tali bollette.
Per concedere questo benefit il datore di lavoro raccoglie le copie delle fatture e delle bollette dei lavoratori dipendenti, oppure può richiedere un’autocertificazione in cui il lavoratore dipendente attesta tutti gli importi delle fatture e i dati necessari perché il datore di lavoro possa rintracciare la fattura.
È anche necessaria una dichiarazione da parte del lavoratore dipendente che affermi che non ha fatto ulteriori richieste per ottenere il rimborso delle stesse bollette ad altri datori di lavoro.
Tassazione sui fringe benefit
Tali benefici non sono soggetti a tassazione fino ad una certa soglia di valore e possono comprendere buoni spesa, buoni benzina, ma anche incentivi economici volti ad aiutare i propri dipendenti o premi aziendali.
Il beneficio corrisposto ai lavoratori per legge è detassato, tuttavia precedentemente l’importo erogabile senza l’applicazione di imposte era molto più basso. Di conseguenza, su questo tipo di benefici non vengono calcolate le normali tasse sul reddito.
La soglia normale di fringe benefit detassati era di 258,23 euro, che successivamente è salita fino agli attuali limiti, che sostengono specialmente le famiglie e chi si sposta per motivi di lavoro.
Fringe benefit: soglia di detassazione
Anno | Soglia di detassazione lavoratori | Soglia di detassazione lavoratori con figli | Soglia di detassazione per chi sposta la residenza per lavoro |
2023 | 258,23 euro | 3.000 euro | – |
2024 | 1.000 euro | 2.000 euro | – |
2025 | 1.000 euro | 2.000 euro | 5.000 |
La manovra 2025 ha confermato l’innalzamento della soglia a 2.000 euro solo per i lavoratori dipendenti con figli a carico e per i seguenti vantaggi:
- beni ceduti e servizi prestati al dipendente;
- somme erogate per il pagamento delle utenze domestiche come acqua, elettricità e gas.
Ai lavoratori è richiesta una dichiarazione con i codici fiscali dei figli a carico, ovvero che non sono considerati indipendenti economicamente, secondo le norme attuali.
Per i lavoratori senza figli a carico invece il limite è di 1.000 euro. Se si supera, la tassazione si applica al totale dei benefit. Prima di procedere con l’erogazione, i datori di lavoro devono informare le rappresentanze sindacali, se presenti.
La principale novità 2025 riguarda invece chi sposta la propria residenza per motivi di lavoro. Oltre a introdurre sostegni mirati alle famiglie con figli a carico, il governo vuole sostenere anche coloro che per motivi di lavoro si trasferiscono in un’altra città, spostandosi di almeno 100 chilometri dalla sede originaria.
Si tratta di una maggiorazione delle soglie detassate dei fringe benefit fino a 5.000 euro per questi lavoratori, tenendo presente che spostandosi si trovano molto spesso di fronte alla necessità di vivere in affitto in case il cui canone di locazione è molto elevato. Questo è applicabile solo a chi percepisce meno di 35.000 euro di reddito, con assunzione nel 2025 a tempo indeterminato.
Chi ha diritto ai fringe benefit in busta paga
In linea generale, i fringe benefit sono offerti ai dipendenti con contratto a tempo indeterminato, ma possono estendersi anche a coloro con contratti a termine, a progetto o part-time, a seconda delle politiche aziendali e delle normative vigenti. Tuttavia, ci sono alcuni fattori da tenere in considerazione:
- i fringe benefit possono variare significativamente a seconda del livello gerarchico e del tipo di ruolo all’interno dell’azienda. Manager e dirigenti potrebbero infatti avere accesso a un pacchetto di benefit più ampio rispetto ai dipendenti a livelli più bassi;
- in genere, le grandi aziende hanno la capacità di offrire un ventaglio più vasto di fringe benefit rispetto alle PMI, che fruiscono di un budget decisamente più basso;
- alcuni settori sono più propensi a offrire specifici tipi di benefit. Ad esempio, nel settore tech è quasi la norma offrire abbonamenti a corsi di formazione e certificazioni;
- la legge italiana prevede alcuni limiti e condizioni per l’erogazione di fringe benefit in ambito di agevolazioni fiscali;
- in alcune circostanze, i diritti ai fringe benefit possono essere oggetto di negoziazioni sindacali, che possono estendere o limitare l’accesso a determinate categorie di lavoratori;
- in alcuni casi, particolari condizioni di salute o esigenze personali possono dare diritto a benefit specifici, come per esempio orari di lavoro flessibili o supporto psicologico per i caregiver;
- alcune aziende offrono fringe benefit che incrementano con l’anzianità di servizio, come ad esempio pacchetti di previdenza complementare più generosi.
Va notato che l’assegnazione di fringe benefit non deve essere discriminatoria e deve quindi rispettare i principi di uguaglianza e non discriminazione come sancito dalla legge. Pertanto, ogni lavoratore che si trova in condizioni simili dovrebbe avere la stessa opportunità di accedere ai benefit offerti dall’azienda.
Poche imprese utilizzano i fringe benefit
Una ricerca di The European House-Ambrosetti commissionata da Edenred1 rileva come nel 2023 erano poche le imprese ad utilizzare lo strumento del fringe benefit. Sul campione analizzato, di 273 aziende, solamente il 28% delle attività ha garantito questi strumenti ai lavoratori per un valore fino a 3.000 euro.
Il 40% degli intervistati non ha mai utilizzato questi strumenti per i propri dipendenti e una delle cause principali è rilevata nella volontà degli imprenditori di non causare delle differenze tra i lavoratori.
Il 96% degli intervistati tuttavia ha dichiarato che i fringe benefit possono portare benessere nell’azienda e inclusione per i lavoratori. Un utile strumento quindi, che tuttavia viene ancora poco utilizzato.
Fringe benefit: cosa succede se si superano le soglie
Sui fringe benefit sono quindi stabilite delle soglie precise per la detassazione, che riguarda i lavoratori dipendenti e consente le deduzioni alle imprese. Ma cosa succede nel momento in cui tali soglie vengono superate, ovvero se i datori di lavoro superano questi importi?
In questo caso il valore del bene erogato diventa completamente imponibile: ovvero non è possibile detassare una parte e applicare la tassazione sul rimanente. Questo perché le soglie previste non funzionano come delle franchigie.
Per raggiungere il limite stabilito, bisogna tenere presenti tutti i beni erogati come fringe benefit, quindi fare un calcolo totale della somma dei valori corrispondenti. Il datore di lavoro deve considerare quindi tutti i valori e i redditi percepiti dal lavoratore, in termini di fringe benefit.
Tassazione al 5% sui premi di produttività
Un ulteriore intervento che sostiene l’erogazione di benefit ai dipendenti e ne favorisce l’utilizzo da parte delle aziende è la tassazione agevolata prevista sui premi di produttività confermata dalla manovra 2025.
Verrà quindi applicata l’imposizione fiscale al 5% sui premi di produttività, già presente nel 2024, ovvero sugli incentivi che le aziende possono garantire ai lavoratori al raggiungimento di determinati obiettivi aziendali.
Vengono quindi riconfermate le caratteristiche dei premi di risultato con questa tassazione presenti lo scorso anno:
- reddito del dipendente inferiore a 80.000 euro annui lordi;
- possibilità di riscattare i contributi previdenziali fino a 5 anni con i premi di produzione.
L’agevolazione al 5% si applica in ogni caso solamente presso le aziende private, ovvero vengono escluse le realtà che operano nel settore pubblico.
Fringe benefit – Domande frequenti
I fringe benefit sono vantaggi accessori forniti dai datori di lavoro ai dipendenti oltre al salario base. Questi possono includere una serie di beni e servizi, come buoni pasto, contributi per la previdenza complementare, e servizi di assistenza sanitaria. Tali benefit sono spesso soggetti a un trattamento fiscale favorevole.
Secondo le recenti disposizioni, i lavoratori dipendenti con figli a carico possono godere di una soglia di detassazione elevata fino a 2.000 euro. I lavoratori senza figli a carico rimangono invece soggetti al limite di 1.000 euro e chi si sposta di residenza per lavoro ottiene una soglia allargata a 5.000 euro.
Le modalità con cui i fringe benefit vengono forniti ai dipendenti variano in base al tipo di servizio o bene. Le opzioni principali sono per uso strettamente professionale, dove il beneficio è destinato solo per il lavoro e uso misto, dove può essere utilizzato sia per lavoro sia per scopi personali.
In base alla legge, il calcolo del Tfr viene effettuato tenendo anche in considerazione le prestazioni in natura, ovvero i fringe benefit.
No, perché se non superano la soglia di 1.000 euro non sono imponibili. Questo limite cambia per tutti i lavoratori con figli a carico, salendo a 2.000 euro nel 2025 e a 5.000 per chi sposta la residenza per lavoro.
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