Elezioni comunali in Trentino, centro destra in altissimo mare

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Il sindaco uscente di Trento, Franco Ianeselli.

Come sprecare mesi tra le fila del centro destra trentino in un’inutile melina nella speranza di cercare un candidato sindaco per Trento non perdente in partenza da opporre al sindaco uscente del centro sinistra, Franco Ianeselli, salvo tornare alla casella di partenza nel gioco dell’oca dell’incapacità politica da parte della Lega trentina che si è arrogata il ruolo di indicare il candidato a tutta la coalizione, con Fratelli d’Italia che è rimasta a guardare il progressivo fallimento del tentativo: le elezioni comunali in Trentino del prossimo 4 maggio partono decisamente sotto una cattiva stella per il centro destra trentino, così come lo furono quelle del 2020.

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L’avere tirato inutilmente per le sue maniche Mauro Giacca, imprenditore dell’impiantistica e, soprattutto, presidente del Calcio Trento che punta ad una possibile promozione in Serie B, è finita come pareva già dall’inizio dovesse finire, con un imprenditore che difficilmente avrebbe potuto buttare alle ortiche la propria impresa e la presidenza della squadra di calcio per seguire una candidatura alle elezioni comunali che non sarebbe stata una discesa sicura verso la vittoria. Complice anche il fatto che Giacca ha ottimi rapporti anche con il sindaco in carica, oltre che con il presidente della provincia, il leghista Maurizio Fugatti, che fortissimamente spingeva per la sua corsa da primo cittadino di Trento.

Ora, a quattro mesi circa dalle elezioni comunali, per il centro destra trentino la cerca di un concorrente non automaticamente candidato alla sconfitta è oggettivamente difficile, anche riguardo al fatto che il vivaio di candidati spendibili e capaci non è tra i più ricchi. Ora Fratelli d’Italia con il coordinatore provinciale Alessandro Iurlaro ha fischiato la fine della partita giocata dalla Lega nel ruolo dell’allenatore, avocando a sé il timone della scelta di un candidato che i meloniani dicono di avere ma che fino ad ora è stato tenuto sottocoperta. Si vedrà.

Da par suo, il sindaco uscente Ianeselli ringrazia per l’inconcludenza leghista, anche se il bilancio che presenta agli elettori per un secondo mandato non è dei migliori, con una città che ha perso tante occasioni per crescere e, soprattutto, migliorare il proprio tessuto socio economico, a partire dalla progressiva desertificazione dell’offerta commerciale nel centro storico, le difficoltà di accessibilità, la sicurezza messa in difficoltà da una microcriminalità sempre più diffusa e odiosa.

Per non dire di una fallimentare gestione della realizzazione della variante ferroviaria di Trento, dove ha permesso lo stupro urbanistico del quartiere del centro storico di San Martino accettando demolizioni frettolose di case e capannoni artigianali e la deportazione delle persone che lì vivevano da decenni per consentire lo sbocco nel cuore del quartiere della variante ferroviaria, salvo un anno dopo accorgersi che non c’era proprio tutta quella fretta, anche perché oggi c’è il problema insormontabile del passaggio attraverso i terreni dell’area Sin dell’ex Sloi-Carbochimica pesantemente inquinanti da agenti cancerogeni, mai bonificati nel costo della sua e delle amministrazioni che l’hanno preceduta, tutte a guida centro sinistra. Senza dimenticare la manutenzione spicciola degli spazi comuni della città, con tante strade e piazze mal tenute con buche e bolognini di porfido mancanti e piani stradali e marciapiedi dissestati, indice minuto di un’amministrazione che ha pensato più a politiche gender e d’inclusione che alla piccola, buona amministrazione quotidiana.

Ne va meglio sul fronte di Riva del Garda, dove il sindaco uscente di centro destra, Cristina Santi, è finita invischiata nella nuova presunta tangentopoli trentina, con Fratelli d’Italia che le ha tolto la fiducia e con la Lega che continua a difenderla, fino alla sua probabile marcia indietro autonoma visto il crescente malumore esistente all’interno della sua coalizione.

Che fare se le candidature di centro destra e centro sinistra si rivelano indigeste all’elettorato comunale? Più che rifugiarsi in un astensionismo in continua crescita, a Trento forse varrebbe la pena di spigolare tra i candidati sindaco fuori dai due principali schieramenti, i quali hanno sulla carta poche possibilità di vincere, salvo non improbabili miracoli nelle urne. Tra i tre in lizza, quella di Claudio Geat potrebbe avere qualche possibilità, anche se lui e la sua squadra di cittadini che stanno guidando la battaglia contro il progetto dello sbocco nord della variante ferroviaria e del suo passaggio attraverso le aree pesantemente inquinante potrebbe innescare un sussulto di consapevolezza e di dignità elettorale.

 

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