Chi sarà il birraio emergente di Birraio dell’anno 2024? I 3 finalisti

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Come forse saprete, nel fine settimana si terrà l’evento legato al concorso Birraio dell’anno, capace sempre di catalizzare l’interesse dell’ambiente birrario nazionale. I risultati, che saranno rivelati domenica alle 16, sono attesi con grande trepidazione da parte di appassionati e operatori del settore, ma a noi piace concentrarci piuttosto su Birraio emergente, il riconoscimento minore dedicato ai “giovani”. Questo trofeo, infatti, è in grado di fornire visibilità a progetti nuovi e spesso intriganti, rappresentando un’ode all’innovazione che solitamente non si ritrova nel premio principale, cristallizzato piuttosto su una lista di finalisti che si ripete, senza molte variazioni, di edizione in edizione. Anche quest’anno quindi abbiamo pensato di presentarvi nel dettaglio i tre birrai candidati a diventare Birraio emergente 2024.

Giacomo Maule e Mirko Boggian (Birrificio Agricolo Sorio)

Negli ultimi tempi l’idea di “birrificio agricolo” è tornata alla ribalta, dopo i primi timidi tentativi risalenti a circa quindici anni fa. Ogni realtà interpreta l’idea di birrificio agricolo in maniera diversa, ma una delle filosofie più solide e inquadrate è senza dubbio quella del Birrificio Sorio di Gambellara (VI), attivo dal maggio del 2021. Il merito è dei due soci Giacomo Maule e Mirko Boggian, che hanno saputo fondere l’amore per la terra con la passione per la birra artigianale. Mirko Boggian, classe 1993, proviene da una famiglia di agricoltori e allevatori; la sua passione per la produzione brassicola risale al 2014, quando ritrovò per caso una vecchia tanica di homebrewing usata dal padre. Negli anni successivi seguì un corso per birraio artigiano presso l’Accademia Dieffe, dove conobbe Giacomo. Giacomo Maule, classe 1990, è invece cresciuto in una famiglia proprietaria di una delle prime aziende produttrici in Italia di vino naturale. È però la birra ad averlo appassionato, fino alla decisione di iscriversi al corso della Dieffe. Nel 2018 i due conclusero il loro percorso formativo sognando di aprire insieme un birrificio, forti della propria complementarità: Mirko è maniaco della precisione, Giacomo ha un animo più orientato alla creatività.

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Il Birrificio Agricolo Sorio ha saputo emergere in poco tempo grazie a un approccio molto passionale e autentico alla produzione brassicola, utilizzando luppolo, orzo e altri cereali coltivati in proprio, nonché mosto d’uva Garganega dei terreni dell’azienda. Sebbene la produzione sia orientata alla facilità di bevuta, la gamma del birrificio si compone di stili non comuni, come Schwarz, Keller, Saison alla canapa, varie Farmhouse Ale e un incrocio tra una Gose e una IGA. Il prodotto più particolare e affascinante è però la Flaming Stones, una delle poche Steinbier prodotte regolarmente al mondo. Se Mirko e Giacomo dovessero vincere, il merito sarà anche di questa incredibile birra.

Roberto Falasca (Zero.5)

Attivo dal 2022, il birrificio Zero.5 si inserisce nell’elenco dei validissimi progetti brassicoli aperti negli ultimi anni a Roma e dintorni, molti dei quali hanno raggiunto la finale di Birraio emergente (se non addirittura Birraio dell’anno) nelle precedenti edizioni. La sede si trova a Monterotondo, nell’hinterland romano, dove Andrea Mastronardi e Matteo e Valerio Ruggeri, amici di lunga data, hanno trovato il luogo ideale per dare vita al loro birrificio. La produzione è affidata a Roberto Falasca, esperto di birra artigianale e profondo conoscitore del mondo brassicolo, nonché “responsabile” di tutto ciò che è avvenuto in questi anni: è lui infatti ad aver trasmesso ai tre soci la passione per la birra prima ancora dell’apertura di Zero.5.

Il birrificio Zero.5 è partito subito con una gamma discretamente ampia, modellata seguendo gli stili più in voga: tante luppolate diverse (West Coast IPA, Pacific IPA, Double IPA), ma anche basse fermentazioni di facile approccio (Helles, Keller). A marzo dello scorso anno Zero.5 ha lanciato la linea Gene, curata direttamente da Roberto: un progetto di birre parallele con l’obiettivo di applicare metodi produttivi innovativi e al contempo lavorare sul lievito e sui luppoli, operando, per quanto possibile, direttamente con i fornitori delle materie prime senza intermediari. Un’ulteriore dimostrazione della creatività di Roberto Falasca e dalla sua predisposizione alla sperimentazione e al continuo aggiornamento professionale. Tutti elementi fondamentali per vincere il premio Birraio emergente.

Filip Lozinski (Wild Raccoon)

Seguendo l’ordine dei candidati proposto da Birraio dell’anno, chiudiamo con Filip Lozinski del birrificio Wild Raccoon di Udine. Attenzione però: sebbene sia l’ultimo a essere menzionato, è quello più accreditato alla vittoria finale. Merito di un debutto sul mercato travolgente, capace in pochissimi mesi – la prima uscita pubblica risale a febbraio 2024 – di convincere bevitori, esperti e operatori del settore. L’attuale successo di Wild Raccoon risiede in un ottimo mix di preparazione tecnica, comunicazione e scelte commerciali, ma soprattutto nel talento di Filip Lozinski, fondatore e birraio. Laureato in Biotecnologia molecolare all’Università Jagellonica di Cracovia, Filip ha saputo fondere il suo know how scientifico con la passione per la produzione brassicola, affinata anche grazie a un master per birrai presso l’Università Rolniczy.

In meno di un anno di attività Wild Raccoon ha lanciato una trentina di birre inedite, portando all’estremo una strategia già adottata in passato da altri birrifici debuttanti. Solitamente una simile prolificità non garantisce alti livelli qualitativi, invece Wild Raccoon ha saputo farsi apprezzare in tutte le specialità brassicole, tra luppolate di stampo moderno, classiche basse fermentazioni e tradizionali stili britannici. Coraggiosa ma vincente la scelta di dedicare un filone produttivo alle Pastry Sour, con lo strabiliante progetto Dolci on Fire. Sarà effettivamente Filip Lozinski il Birraio emergente del 2024? Non resta che attendere domenica per scoprirlo.





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