La tanta attesa firma del DPCM sull’ISEE rende operativa l’esclusione dei titoli di Stato.
Ora il DPCM sarà inviato alla Corte dei Conti per la sua registrazione e la successiva pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Dunque bisogna aspettare solo tale ultimo passaggio. Dopodichè non mancherà di certo l’intervento dell’INPS che meglio spiegherà l’impatto delle novità.
Tuttavia, mentre questa disposizione introduce un’esenzione strategica dal punto di vista dell’ISEE, è importante sottolineare che il Fisco non perde di vista le informazioni sui titoli posseduti dai contribuenti.
Infatti, l’Agenzia delle Entrate mantiene piena visibilità sui dati relativi ai titoli di Stato, grazie alla collaborazione obbligatoria di banche e altri intermediari finanziari.
I titoli di Stato fuori dall’ISEE. Approvato il DPCM
Il nuovo DPCM modifica il regolamento ISEE previsto dal DPCM 159/2013, rendendo effettiva la disposizione introdotta dalla Legge di Bilancio 2024 (Legge n°213/2023).
In particolare, il c.183 della legge stabilisce che:
nella determinazione dell’indicatore della situazione economica equivalente (ISEE) sono esclusi, fino al valore complessivo di 50.000 euro, i titoli di Stato di cui all’articolo 3 del testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di debito pubblico, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 dicembre 2003, n. 398, nonché i prodotti finanziari di raccolta del risparmio con obbligo di rimborso assistito dalla garanzia dello Stato.
Dunque, nel calcolo dell’ISEE, sono esclusi fino a un valore complessivo di 50.000 euro:
- i titoli di Stato. Ovvero quelli definiti dall’articolo 3 del Testo Unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di debito pubblico (DPR n.398/2003);
- prodotti finanziari di raccolta del risparmio garantiti dallo Stato, come buoni postali fruttiferi e libretti di risparmio postale.
Questa modifica ha il chiaro obiettivo di incentivare l’acquisto di titoli di Stato. Favorendo il risparmio attraverso strumenti sicuri e supportati dalla garanzia statale.
Il Ruolo della DSU nell’ISEE
L’ISEE 2025 che terrà conto dell’esclusione dei titoli di Stato si baserà sui redditi e sul patrimonio relativi al 2023.
Come indicato nella Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU).
La composizione del nucleo familiare è determinata al momento della presentazione della DSU. Ciò consente di calcolare un indicatore più aggiornato della situazione economica equivalente del nucleo.
Tuttavia, anche se i titoli di Stato non sono inclusi nel calcolo dell’ISEE, l’Agenzia delle Entrate monitora con attenzione i dati patrimoniali dei contribuenti.
La comunicazione dei dati all’Anagrafe Tributaria
Un aspetto cruciale, spesso ignorato, è che le informazioni sui titoli di Stato non sfuggono al radar del Fisco.
Con il provvedimento Prot. n. 398752/2024, l’Agenzia delle Entrate ha obbligato banche, Poste Italiane, intermediari finanziari e società di investimento a comunicare regolarmente all’Anagrafe Tributaria il controvalore dei titoli di Stato dei propri clienti.
I dati relativi all’anno 2023 avrebbero dovuto essere comunicati entro lo scorso 31 dicembre.
Questa misura non solo garantisce un controllo capillare sulla veridicità delle informazioni dichiarate nella DSU, ma permette anche al Fisco di avere una panoramica completa e dettagliata del patrimonio finanziario dei contribuenti. Inclusi quei beni che non concorrono al calcolo dell’ISEE.
Titoli di Stato. Quali sono esclusi dall’ISEE?
L’esclusione dall’ISEE dei titoli di Stato con il nuovo DPCM riguarda nello specifico:
- titoli a breve termine: buoni Ordinari del Tesoro (BOT), titoli con durata massima di 12 mesi, il cui rendimento è calcolato sullo scarto tra prezzo di emissione e prezzo di rimborso; certificati del Tesoro Zero-Coupon (CTZ), trattasi di strumenti di durata biennale, privi di cedole, il cui rendimento è dato dal differenziale tra prezzo di emissione e rimborso.
- titoli a medio e lungo termine: buoni del Tesoro Poliennali (BTP), titoli con durata variabile tra 4 e 30 anni, con cedole fisse o indicizzate all’inflazione; certificati di Credito del Tesoro (CCT) trattasi di titoli con durata di 7 anni, cedole variabili semestrali legate ai tassi interbancari.
Sono esclusi dal calcolo dell’ISEE anche i prodotti finanziari di raccolta di risparmio con obbligo di rimborso assistito dalla garanzia dello Stato ossia: buoni postali fruttiferi e di libretti di risparmio postale.
Il Governo ha confermato tale perimetro applicativo nel comunicato stampa sull’esclusione dei titoli id Stato dall’ISEE.
Detto ciò, se l’esenzione dei titoli di Stato dall’ISEE è stata accolta come una misura vantaggiosa per molte famiglie, c’è da dire però come anche in questo caso si è persa l’occasione di disinnescare il grande fratello del Fisco. “Ok all’esclusione dei titoli di Stato dall’ISEE ma noi ti controlliamo ugualmente se fai spese oltre il tuo reddito dichiarato”. Sembrerebbe questo il ragionamento fatto dal Governo con il lasciapassare all’alleggerimento dell’ISEE.
Da un lato, l’esclusione sembra offrire un vantaggio tangibile ai contribuenti; dall’altro, il controllo serrato da parte dell’Agenzia delle Entrate sottolinea come il Fisco rimanga pienamente informato su questo tipo di patrimonio. Questo equilibrio tra agevolazione fiscale e controllo patrimoniale rappresenta una delle sfide principali nella gestione delle politiche fiscali e sociali.
Riassumendo…
- Esclusione dei Titoli di Stato dall’ISEE: il nuovo DPCM, attuativo della Legge di Bilancio 2024 e di altre novità, esclude dal calcolo dell’ISEE i titoli di Stato. Ciò fino a un valore massimo di 50.000 euro, incentivando il risparmio tramite strumenti garantiti dallo Stato.
- Tipologie di Strumenti Esenti: sono esenti i Buoni Ordinari del Tesoro (BOT), i Certificati del Tesoro Zero-Coupon (CTZ), i Buoni del Tesoro Poliennali (BTP), i Certificati di Credito del Tesoro (CCT) e il risparmio postale (buoni fruttiferi e libretti).
- Monitoraggio del Fisco: nonostante l’esclusione dall’ISEE, le banche e gli intermediari finanziari sono obbligati a comunicare all’Anagrafe Tributaria il controvalore dei titoli di Stato posseduti dai contribuenti, mantenendo il Fisco informato.
- Obiettivo della Misura: l’esenzione mira a stimolare l’acquisto di titoli pubblici e sostenere il debito nazionale, favorendo al contempo i risparmiatori.
- Trasparenza e Controllo: l’Agenzia delle Entrate verifica la veridicità delle dichiarazioni ISEE tramite i dati patrimoniali forniti dagli operatori finanziari. Bilanciando così agevolazioni fiscali e monitoraggio fiscale.
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