Premi di produttività detassati al 5%, confermata l’agevolazione nel 2025

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Fino al 31 dicembre 2027 potrà essere riconosciuta la tassazione agevolata sui premi di produttività – conosciuti anche come premi di risultato o premi di produzione -, che le aziende erogano ai propri dipendenti. A prevederlo è la Legge di Bilancio 2025, che, per il triennio 2025-2027, ha confermato l’applicazione dell’aliquota al 5%.

Cosa comporta, ai fini pratici, questa novità per i lavoratori? Nel corso dei prossimi anni i premi di produttività – il cui importo sia inferiore a 3.000 euro e per i contribuenti che abbiano un reddito annuo che non superi gli 80.000 euro – verranno tassati applicando un’imposta sostitutiva all’Irpef pari al 5%.

Ma entriamo un po’ nel dettaglio e cerchiamo di capire come verranno tassati i premi di produttività nel corso dei prossimi anni.

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Premi di produttività tassati al 5%

La Legge n. 207/2024 – anche nota come Legge di Bilancio 2025 – ha introdotto una serie di nuove misure per le imprese e il lavoro. Sono stati rifinanziati gli incentivi per favorire l’occupazione, soprattutto delle donne e dei giovani. Ma non solo: sono stati riproposti i fringe benefit nella stessa formula che abbiamo visto nel 2024. L’ultima, ma non meno importante, novità è quella relativa ai premi di produzione, la cui detassazione è stata confermata.

L’articolo 1, comma 385, della Manovra 2025 ha previsto che la misura venisse estesa fino al 31 dicembre 2027. L’agevolazione coinvolge i bonus che i datori di lavoro riconoscono ai dipendenti. Se non fosse arrivata la proroga, al 1° gennaio 2025 i premi di produttività sarebbero stati tassati al 10%.

Per tre anni – il 2025, il 2026 ed il 2027 – lavoratori e dipendenti, quindi, potranno beneficiare di una tassazione agevolata: ai premi di risultato, quindi, verrà applicata un’imposta sostitutiva dell’Irpef, la cui aliquota è pari al 5%. L’agevolazione permette ai diretti interessati di ottenere un aumento dello stipendio netto direttamente in busta paga, proprio grazie alla riduzione della tassazione.

Come funziona la detassazione dei premi di produttività

Il legislatore non ha introdotto degli elementi di novità sui premi di produttività. Attraverso la Legge di Bilancio 2025 sono stati semplicemente prorogati.

Per sapere come funzionerà la misura nel corso del prossimo triennio, quindi, è necessario andare a dare uno sguardo a quanto era previsto nel 2024. La misura prevede una detassazione al 5% dei premi di produttività fino ad un importo pari a 3.000 euro. L’agevolazione spetta ai lavoratori del settore privato che, nel corso dell’anno precedente, abbiano dichiarato un reddito da lavoro dipendente inferiore a 80.000 euro.

L’importo detassato dei premi di produttività può salire a 4.000 euro nel caso in cui l’azienda abbia deciso di coinvolgere pariteticamente i dipendenti nelle varie fasi di organizzazione del lavoro.

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Quando si applica la detassazione

La detassazione dei premi di produttività, indipendentemente dai requisiti del lavoratore, viene applicata nel caso in cui gli stessi vengano erogati rispettando le seguenti condizioni:

  • in esecuzione dei contratti aziendali o territoriali, così come previsto dall’articolo 51 del Decreto Legislativo n. 81 del 15 giugno 2015;
  • a seguito di un incremento della produttività, della redditività, della qualità o dell’efficienza. Questi miglioramenti devono essere misurati e verificati sulla base dei criteri che sono stati stabiliti attraverso i contratti collettivi.

I premi di produttività, in altre parole, possono essere detassati nel caso in cui le somme vengano erogate in esecuzione dei contratti aziendali o territoriali. Questi accordi devono essere stati stipulati dall’azienda con delle associazioni sindacali più rappresentative.

Quanti sono i soggetti coinvolti dalla misura

Stando ad un’analisi effettuata dal Ministero del Lavoro, nel corso del 2024 la detassazione dei premi di produttività ha coinvolto qualcosa come 5 milioni di lavoratori, pari al 5,2% in più rispetto al 2023. L’importo medio annuo erogato è stato pari a 1.509,10 euro.

L’agevolazione fiscale, secondo il Rapporto Digit@Uil 2022/2023, avrebbe incentivato un numero sempre maggiore di aziende a riconoscere i premi di produttività.

Nel corso del 2023 i lavoratori che sono riusciti a beneficiare dell’incentivo sono stati poco più di 2,7 milioni, ossia 400mila in più rispetto al 2020: quell’anno la platea si era fermata a 2,3 milioni. Il dimezzamento dell’aliquota ha fatto sì che crescessero gli importi: stando a quanto riferisce il rapporto il premio medio nel 2023 è stato pari a 1.692 euro, pari a 4,5 punti percentuali in più rispetto al 2022.

La divisione territoriale

Andando a dare uno sguardo alla divisione territoriale, si scopre che la maggior parte delle imprese che riconoscono dei premi di produttività sono nel Nord Italia – nel 74% dei casi -. Il divario tra il Nord ed il Sud Italia è evidente laddove solo e soltanto il 17% delle imprese che concedono questi incentivi ai dipendenti è nel centro Italia, mentre il 9% opera nel Mezzogiorno.

I settori

Stando ai dati dell’ultimo report sui premi di produttività diffuso dal Ministero del Lavoro, il numero maggiore di premi viene erogato da delle aziende che operano nel settore dei servizi, che sono pari al 61%. Poco più di un terzo, invece, sono delle aziende attive nel settore dell’industria – sono pari al 38% -, mentre una quota molto bassa, intorno all’1% e costituita da attività che operano nel settore dell’agricoltura.

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Premi di produttività e fringe benefit

L’erogazione ai lavoratori dei premi di produttività non sembra aver minimamente ridotto il numero delle persone che – su base volontaria – ha deciso di convertirli in beni o altri servizi di welfare.

Ad optare per questa soluzione, indubbiamente, ha influito l’innalzamento della soglia esentasse dei fringe benefit, i quali, almeno per il 2025, è stata fissata a 2.000 euro per i dipendenti con figli a carico e a 1.000 euro per tutti gli altri. In molti casi i limiti coperti dall’imponibilità fiscale hanno spinto molti lavoratori a convertire il premio in buoni utili per affrontare le spese quotidiane, come voucher per acquistare la benzina o fare la spesa. O, più semplicemente, per indirizzarli in altri servizi di welfare.





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