Licenziata per i troppi ritardi al lavoro. I giudici: “Va reintegrata, colpa dei treni regionali”

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Una giovane dipendente part-time di una gelateria a Firenze, licenziata per l’eccessivo numero di ritardi sul lavoro, è stata reintegrata per decisione dei giudici che hanno attribuito la responsabilità ai ritardi ferroviari. Come riportato dal Corriere Fiorentino, la donna, originaria di Pontassieve, era stata spostata nel 2022 dal punto vendita della stazione ferroviaria a un altro nel centro storico di Firenze. Viaggiando ogni mattina in treno su una delle linee più problematiche della Toscana, aveva accumulato ritardi occasionali, che avevano portato al licenziamento nel novembre dello stesso anno.

La Corte d’Appello di Firenze ha confermato la sentenza di primo grado del 2023, ordinando la riassunzione della lavoratrice e il pagamento dei mesi in cui la ragazza è rimasta disoccupata. I giudici hanno ritenuto illegittimo il licenziamento, imputando i ritardi ai problemi cronici delle linee ferroviarie regionali. Inoltre, è emerso che il licenziamento aveva un carattere ritorsivo: la giovane aveva richiesto un congedo per motivi di studio per completare il suo ciclo universitario e al suo rientro era stata trasferita al punto vendita del centro storico. Dopo il trasferimento, i ritardi sono aumentati, poiché la dipendente doveva percorrere a piedi il tratto dalla stazione al nuovo luogo di lavoro.

Il tribunale ha anche evidenziato che la decisione di trasferirla non aveva una giustificazione pratica, poiché il suo posto alla stazione era stato subito occupato da un’altra dipendente. I giudici hanno stabilito nella sentenza che i ritardi non erano imputabili a negligenza della lavoratrice, ma ai frequenti disservizi dei treni regionali, e che non si poteva ragionevolmente aspettare che una dipendente part-time, pendolare, utilizzasse l’auto per raggiungere il lavoro, viste le implicazioni economiche.

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