Effettua la tua ricerca
More results...
Mutuo 100% per acquisto in asta
assistenza e consulenza per acquisto immobili in asta
Le analisi dell’intelligence provano che materiali trafugati dalla santabarbara di Gerusalemme, con la complicità di reti criminali, alimentano le dotazioni di Hamas
Il traffico di armi legato al conflitto israelo-palestinese è parte di un sistema geopolitico e criminale complesso che ha assunto dimensioni estese con l’espansione delle ostilità al Libano, l’ingresso attivo di Hezbollah e il coinvolgimento diretto dell’Iran. Indagini condotte dall’intelligence israeliana hanno rivelato che parte delle armi utilizzate da Hamas proviene dallo stesso esercito israeliano. Oltre a recuperare ordigni inesplosi, come bombe da 750 libbre smontate nei laboratori sotterranei di Gaza per ricavarne esplosivi e componenti, Hamas ha sfruttato le vulnerabilità delle basi militari israeliane durante l’attacco del 7 ottobre. I miliziani hanno condotto assalti con metodi diversificati: infiltrazioni via terra su motociclette, incursioni subacquee e l’utilizzo di tunnel sotterranei. Tra le strutture colpite figurano la base di Zikim, la base di Nahal Oz e il quartier generale della Divisione Gaza a Re’im.
Episodi che hanno messo in evidenza non solo falle nella sicurezza delle installazioni israeliane, ma anche la capacità di Hamas di sfruttare ogni opportunità per rifornirsi di armamenti. Secondo un report del 2023 della Direzione dell’Intelligence militare israeliana (Aman), circa il 20 per cento dei razzi lanciati da Hamas durante i conflitti degli ultimi anni è stato fabbricato utilizzando materiali riciclati da ordigni inesplosi israeliani. A ciò si aggiungono armamenti avanzati come droni d’attacco di fabbricazione iraniana e lanciarazzi nordcoreani, che dimostrano una capacità di approvvigionamento altamente organizzata e orientata a obiettivi tattici ben definiti. La collaborazione tra Hezbollah e Hamas non si limita a un’alleanza contro Israele, ma si traduce in un vero e proprio scambio operativo e logistico. Hezbollah, sostenuto direttamente dall’Iran, fornisce ad Hamas formazione militare, armi avanzate e accesso a reti di contrabbando. In cambio, Hamas condivide informazioni sulle tattiche di guerriglia urbana e sui metodi per aggirare i sistemi di difesa israeliani, come Iron Dome. Questa sinergia si è intensificata con l’espansione del conflitto al Libano. Fonti di intelligence riportano che i due gruppi hanno utilizzato rotte condivise per il trasporto di armamenti, come tunnel al confine con il Libano e passaggi marittimi nel Mediterraneo orientale.
La rete di tunnel sotterranei che collega Gaza all’Egitto, in particolare lungo la “via Philadelphia”, rimane il pilastro del traffico di armi verso la Striscia. Questi tunnel non solo garantiscono un flusso costante di armi, ma fungono anche da canali per materiali bellici grezzi e componenti tecnologiche. Nonostante gli sforzi delle forze israeliane per distruggerli, Hamas continua a utilizzarli per contrabbandare armi sofisticate come missili anticarro Kornet e sistemi radar forniti dall’Iran. Ma i tunnel non sono l’unica via. Il Mar Rosso, il Golfo di Aden e il Mediterraneo orientale rappresentano rotte cruciali per il traffico di armi. Il porto di Hodeida, in Yemen, è stato identificato come uno dei principali hub per l’invio di armamenti, grazie alla complicità di gruppi ribelli come gli Houthi. Questi trasferimenti sfruttano imbarcazioni di piccolo calibro, difficili da intercettare, che attraversano le acque controllate da reti criminali locali. Una volta giunte in Sinai, le armi vengono trasportate via terra o attraverso tunnel verso Gaza. L’Iran rimane il principale sponsor di Hamas e Hezbollah, utilizzando entrambe le organizzazioni come pedine per destabilizzare Israele e rafforzare la propria influenza nel Medio Oriente. Armi avanzate come droni Shahed, missili anticarro Kornet e tecnologie di guerra elettronica arrivano regolarmente a Gaza e al Libano attraverso rotte terrestri e marittime. «Hamas acquisisce le sue armi tramite contrabbando o produzione locale e riceve supporto militare dall’Iran», afferma il World factbook della Cia, un report annuale che fornisce dati dettagliati su economia, infrastrutture e capacità militari dei Paesi. Questa affermazione trova riscontro nell’aumento della capacità offensiva di Hamas, che riceve regolarmente droni e lanciarazzi sofisticati attraverso rotte ben consolidate.
Il coinvolgimento della Russia aggiunge un ulteriore livello di complessità. Mosca, impegnata nella guerra in Ucraina, vede Hamas come uno strumento per minare la stabilità del Medio Oriente e ridurre l’influenza degli alleati occidentali. Gli incontri diplomatici tra rappresentanti russi e leader di Hamas, come quello del marzo 2023, hanno dimostrato l’interesse della Russia nel fornire supporto militare e politico al gruppo palestinese. Il traffico di armi non è orchestrato solo da attori statali, ma coinvolge anche reti mafiose internazionali e gruppi locali ben radicati. La mafia russa, fortemente presente in Israele sin dagli anni ’90, ha costruito una rete di connessioni con organizzazioni criminali in Europa orientale e Medio Oriente. Questi gruppi facilitano il contrabbando di armi e riciclano i proventi del traffico attraverso attività legali e illegali, mantenendo un ruolo centrale nei mercati neri regionali. Un ruolo altrettanto significativo è svolto dalle tribù beduine nel Sinai, che sfruttano la conoscenza del territorio e le rotte desertiche per garantire il passaggio sicuro di armi verso Gaza. Questi gruppi, già attivi nel traffico di droga e migranti, collaborano con reti criminali locali e internazionali, utilizzando i tunnel sotterranei e le porose frontiere egiziane per trasportare armi sofisticate.
Secondo stime di esperti, il mercato nero delle armi in Medio Oriente genera un valore annuale compreso tra i 2 e i 3 miliardi di dollari. Questo flusso finanziario non solo sostiene gruppi come Hamas e Hezbollah, ma arricchisce le reti criminali coinvolte nel traffico. Il contrabbando di droga, spesso cocaina e hashish, percorre le stesse rotte delle armi, creando un circuito economico che finanzia operazioni militari e destabilizza ulteriormente la regione. Un ex ufficiale dell’intelligence israeliana ha rivelato al Jerusalem Post che, durante l’operazione “Scudo del Nord” del 2024, le forze israeliane hanno scoperto un tunnel di Hezbollah lungo oltre 1,5 chilometri. Dotato di sistemi di ventilazione avanzati e illuminazione elettrica, il tunnel era destinato al trasporto di armi pesanti e personale militare. Questo caso dimostra la sofisticazione delle infrastrutture di contrabbando che collegano attori criminali e gruppi armati nella regione. Finché queste reti rimarranno attive, il Medio Oriente continuerà a vivere un ciclo di violenza e corruzione senza fine.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link