Il Destination manager e il Mindset startup

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Claudio Dall’Accio

Essere parte dell’Associazione startup turismo per molti anni è stato un viaggio incredibile. Ho avuto il privilegio di collaborare con diverse startup innovative nel settore del destination management, come Bizzeffe, la prima rete italiana di Dmc, e successivamente con Freedoo, focalizzata sullo sviluppo dello shopping tourism. Queste esperienze non sono solo un ricordo, ma una parte viva del mio bagaglio professionale, che porto con me ogni giorno nel mio lavoro di destination manager.

Conto e carta

difficile da pignorare

 

È vero, il mondo delle startup e quello delle Dmo sono diversi sotto molti aspetti. Le startup devono innovare continuamente per restare a galla in un mercato competitivo, mentre le Dmo, grazie ai finanziamenti pubblici, godono di una stabilità maggiore e spesso si muovono con meno urgenza. Tuttavia, credo fermamente che un cambio di mentalità e di approccio operativo potrebbe rivoluzionare le Dmo, permettendo loro di adottare alcuni elementi del modello startup per diventare più efficaci e incisive.

Differenze

Le differenze sono evidenti: mentre le startup sono orientate al risultato, sperimentano senza paura e accettano il fallimento come parte del processo, le Dmo operano per il bene collettivo, con obblighi istituzionali che limitano la loro flessibilità. Ma proprio qui sta il punto: le Dmo hanno molto da imparare dal mindset imprenditoriale. Penso, ad esempio, all’importanza di introdurre maggiore trasparenza, metriche chiare per misurare il successo, e nuovi modelli di finanziamento, come progetti a reddito o partnership pubblico-private.

La flessibilità è un elemento cruciale. Credo che i progetti pilota e i laboratori interni possano rappresentare strumenti fondamentali per le Dmo, aiutandole a testare nuove soluzioni e a rispondere meglio alle sfide contemporanee. Penso, ad esempio, alla sostenibilità, alla gestione del sovraffollamento turistico o alla promozione di modelli di turismo responsabile. E poi, non possiamo ignorare la pressione crescente per attrarre visitatori in un mercato globale sempre più competitivo. Qui è dove un approccio dinamico e sperimentale può fare davvero la differenza.

So bene che il Destination manager non ha la bacchetta magica. Ma credo anche che la possibilità di sperimentare sia essenziale per crescere e innovare. Per le Dmo, abbracciare questo tipo di approccio non è solo un’opportunità: è una necessità per diventare più competitive e sostenibili. Solo così potranno trasformarsi in veri motori di innovazione per le destinazioni che rappresentano.

Claudio Dall’Accio

presidente Assidema

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Essere parte dell’Associazione startup turismo per molti anni è stato un viaggio incredibile. Ho avuto il privilegio di collaborare con diverse startup innovative nel settore del destination management, come Bizzeffe, la prima rete italiana di Dmc, e successivamente con Freedoo, focalizzata sullo sviluppo dello shopping tourism. Queste esperienze non sono solo un ricordo, ma una parte viva del mio bagaglio professionale, che porto con me ogni giorno nel mio lavoro di destination manager.

È vero, il mondo delle startup e quello delle Dmo sono diversi sotto molti aspetti. Le startup devono innovare continuamente per restare a galla in un mercato competitivo, mentre le Dmo, grazie ai finanziamenti pubblici, godono di una stabilità maggiore e spesso si muovono con meno urgenza. Tuttavia, credo fermamente che un cambio di mentalità e di approccio operativo potrebbe rivoluzionare le Dmo, permettendo loro di adottare alcuni elementi del modello startup per diventare più efficaci e incisive.
Differenze
Le differenze sono evidenti: mentre le startup sono orientate al risultato, sperimentano senza paura e accettano il fallimento come parte del processo, le Dmo operano per il bene collettivo, con obblighi istituzionali che limitano la loro flessibilità. Ma proprio qui sta il punto: le Dmo hanno molto da imparare dal mindset imprenditoriale. Penso, ad esempio, all’importanza di introdurre maggiore trasparenza, metriche chiare per misurare il successo, e nuovi modelli di finanziamento, come progetti a reddito o partnership pubblico-private.

La flessibilità è un elemento cruciale. Credo che i progetti pilota e i laboratori interni possano rappresentare strumenti fondamentali per le Dmo, aiutandole a testare nuove soluzioni e a rispondere meglio alle sfide contemporanee. Penso, ad esempio, alla sostenibilità, alla gestione del sovraffollamento turistico o alla promozione di modelli di turismo responsabile. E poi, non possiamo ignorare la pressione crescente per attrarre visitatori in un mercato globale sempre più competitivo. Qui è dove un approccio dinamico e sperimentale può fare davvero la differenza.

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[post_content] => Nuovo cambio di rotta per Aeroitalia che rivede il network siciliano: la compagnia ha deciso di tagliare i voli da Comiso lasciando solo quelli con destinazione Roma Fiumicino, Milano Bergamo e Parma e, contemporaneamente, ha deciso anche di sospendere i voli da Trapani Birgi a Cuneo dal 26 gennaio al 29 marzo.

Vengono quindi cancellate le rotte da Comiso per Cuneo Levaldigi, Firenze, Bologna e Perugia (di recentissima apertura). 

“Non erano rotte sostenibili senza un contributo da parte della società di gestione – spiega l’amministratore delegato della compagnia, Gaetano Intrieri, citato da La Repubblica – la contribuzione non c’è stata e abbiamo dovuto tagliare».

Pesante la reazione di Federconsumatori Sicilia: «Spariscono tratte che sono state, fino all’altro ieri, l’unico modo per centinaia di studenti siciliani per raggiungere le sedi universitarie di Torino, Firenze, Perugia e Bologna in tempi compatibili con la vita moderna, senza fare svariati cambi di treni, navi, autobus e senza spendere mezzo stipendio dei genitori».

Ancora l’associazione: «A differenza di tutte le altre regioni italiane, in Sicilia non c’è un’alternativa all’aereo per raggiungere, in tempi ragionevoli, gran parte del resto d’Italia e, per questo, non c’è concorrenza e le compagnie fanno quel che vogliono. L’auspicio è che il governatore Renato Schifani chieda e ottenga un incontro su questo tema con il ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, che dovrebbe mettersi a lavorare notte e giorno a un piano dei trasporti aerei per la Sicilia razionale e di lungo periodo».
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Non verranno infatti operati i voli diretti da Funchal, Madeira, verso Boston, New York Jfk e Toronto non torneranno quest’estate. In parallelo, non è prevista la ripresa di tre rotte dall’aeroporto di Porto verso le stesse destinazioni.

La compagnia aerea ha introdotto cinque delle sei rotte durante l’estate del 2024, mentre il servizio Funchal-New York è stato lanciato nel novembre 2021. I voli da Porto segnano il ritorno di Azores Airlines alle operazioni transatlantiche dal Portogallo continentale, dopo la sospensione delle rotte Lisbona-Boston e Lisbona-Toronto nell’ottobre 2017.

Per contro la compagnia manterrà i voli one-stop da Funchal a New York e Toronto via Ponta Delgada, secondo i dati di OAG Schedules Analyser. Il vettore intende inoltre offrire collegamenti one-stop da Porto a Boston e New York attraverso Ponta Delgada.

Ulteriori modifiche al network estivo includono la sospensione dei voli da Ponta Delgada alle Bermuda e per Londra Gatwick, così  come ilTerceira-Oakland.

E’ invece previsto un incremento delle frequenze da Ponta Delgada a Faro, da 3 a 4 a settimana, mentre sia Francoforte sia Milano Malpensa passeranno da 2 a 3 frequenze alla settimana.

 
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Cifra che ben posizionano la destinazione verso il raggiungimento del target di oltre 3,5 milioni di visitatori all’anno entro il 2030.
 
«Il 2024 è stato un anno fondamentale per Ras Al Khaimah, che ha messo in evidenza il nostro impegno per la sostenibilità, la connettività potenziata e le diverse esperienze su misura per ogni viaggiatore – commenta Raki Phillips, ceo di Ras Al Khaimah Tourism Development Authority -. Guardando al futuro, la nostra visione va oltre l’attrazione di un maggior numero di visitatori; miriamo a posizionare Ras Al Khaimah come destinazione del futuro. Con investimenti significativi, eventi di livello mondiale e sviluppi innovativi all’orizzonte, il 2025 sarà un altro anno straordinario».
 
Diversi fattori hanno contribuito a questa solida performance nel 2024, tra cui l’apertura di nuovi hotel e resort, un calendario crescente di eventi internazionali, una maggiore connettività con l’aeroporto internazionale di Ras Al Khaimah, le migliori campagne di marketing e oltre 2,200 attività internazionali e coinvolgimento dei mercati di 70 città.
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«Non è un prodotto destinato a scomparire – ha spiegato Nipun Aggarwal, chief commercial officer del vettore indiano -. Molte grandi compagnie aeree stanno costruendo la loro prossima generazione di prodotti di prima classe. Non siamo gli unici a farlo. Crediamo che nel nostro network ci siano opportunità in cui questo prodotto funzionerà bene».

Rotte ad alta domanda e mercati premium come quelli di Londra e New York sarebbero le prime tratte a beneficiare della nuova offerta up-level.

Gli A350-1000, la cui consegna è prevista nei prossimi due anni, saranno dotati delle cabine premium in risposta alla crescente domanda di viaggi diretti e di lusso tra le principali città. La configurazione non è ancora stata specificata, ma con una capacità compresa tra 325 e 400 posti, gli aeromobili A350-1000 e Boeing 777X offriranno ai passeggeri un’esperienza di lusso senza soluzione di continuità sulle rotte a lunghissimo raggio.

Aggarwal ha sottolineato l’importanza della prima classe come “prodotto aspirazionale” che definisce la statura di una compagnia aerea.
Air India dispone attualmente di una flotta di 202 aeromobili, tra cui 67 wide-body; dispone di sei A350-900, mentre gli altri sono Boeing 777 e 787. Sono previsti 25 A350-1000 (escluse le opzioni).

Il vettore ha anche bisogno di rinnovare altri aeromobili a fusoliera larga, a partire dai Boeing 787, già da quest’anno, mentre l’ammodernamento di 27 Airbus 320neo tradizionali dovrebbe essere completato entro la metà del 2025.
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[post_content] => Trasporto aereo. Quello appena trascorso è stato un Natale nero sul fronte dei disservizi aerei e dei prezzi dei biglietti. Tra scioperi, condizioni meteo avverse e il forte aumento dei flussi dei viaggiatori il comparto ha dovuto fare i conti con criticità strutturali che si sono tramutate in una raffica di ritardi e cancellazioni a spese i viaggiatori, le cui richieste di rimborso sono salite del 133% rispetto al 2023, mentre i prezzi dei voli nazionali sono rincarati di oltre il 21% in un solo mese. I dati arrivano da una analisi di Assoutenti e da un report realizzato da RimborsoAlVolo.

I problemi sul fronte dei voli iniziano il 15 dicembre 2024 quando si è svolto uno sciopero nazionale che ha coinvolto il personale chiave del trasporto aereo. Le condizioni meteorologiche nel Nord Europa hanno poi aggravato i disagi: durante il periodo natalizio, fitte nebbie hanno limitato la visibilità in aeroporti chiave come Heathrow e Gatwick, con conseguenze dirette sui voli da e per l’Italia.
Segnalazioni
Ryanair risulta la compagnia con il maggior numero di segnalazioni, con il 30,4% del totale delle richieste di rimborso per ritardi o cancellazioni durante le festività. Al secondo posto troviamo Wizzair, che ha accumulato l’11,9% delle segnalazioni, seguita da EasyJet con l’11,1%. Vueling e ITA Airways hanno rappresentato rispettivamente il 7,8% e il 5,6% delle segnalazioni. Delle partenze problematiche registrate, Malpensa rappresenta il 56,1%, Orio al Serio il 35% e Linate il 7,9%. Roma ha rappresentato l’8,9% dei disagi totali, di cui l’82,6% a Fiumicino e il 17,4% a Ciampino.

Anche aeroporti come Catania (8,5%), Firenze (6,8%) e Bologna (6,8%) hanno evidenziato criticità, soprattutto su tratte domestiche e verso mete europee di grande attrattiva durante le festività. Londra e Cracovia emergono come le destinazioni estere con il maggior numero di criticità, seguite da Parigi e Madrid.
Disagi
Disagi che hanno portato ad una crescita enorme del +133% delle richieste di rimborso da parte dei passeggeri rispetto allo stesso periodo del 2023, per un controvalore di circa 500mila euro considerando solo le pratiche aperte da RimborsoAlVolo: la stragrande maggioranza delle richieste, pari al 94,6% del totale, ha riguardato ritardi superiori alle tre ore e cancellazioni di voli. Gli smarrimenti di bagagli, seppur meno frequenti, hanno rappresentato il 5,4% delle richieste totali.
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[post_content] => Un nuovo network consulenziale sbarca in Italia. Fondato in Belgio nel 2007 dal gruppo Bts approda nel nostro Paese Travel Experts. “Siamo consapevoli che nella Penisola esiste già un marchio simile (Travel Expert, ndr), da cui peraltro proviene il nostro support and onboarding manager, Tommaso Giorgetti – ci tiene subito a precisare l’operation director, Alexander Creyf, che dallo scorso febbraio si è trasferito a Milano per avviare la nuova divisione -. Abbiamo anche ragionato sulla possibilità di cambiare il nome per il debutto tricolore. Ma avrebbe complicato la nostra immagine internazionale, per cui abbiamo deciso di mantenere l’identità originaria. Tanto più che il brand in Italia è ufficialmente registrato dal 2013”.

Il modello è quello della tipica rete consulenziale con focus però sulla specializzazione (per destinazione, ma anche per prodotto), nonché sui target upscale e luxury. Il tutto anche grazie alla partnership con Virtuoso, di cui Bts è membro fondatore. “Agli affiliati non chiediamo nessuna fee di entrata, applicando solo un rapporto 70-30 sulle marginalità e non sui ricavi. Abbiamo pure un fondo di garanzia di proprietà, per cui riceviamo dai consulenti un piccolo contributo basato sui volumi ma solitamente pari ad appena 300 euro all’anno”.

I servizi offerti spaziano dalla centralizzazione delle procedure amministrative e dei contratti con tour operator, aerei e hotel, all’assistenza completa sulla biglietteria, sino al marketing e al supporto su contabilità e su altri aspetti burocratici. Travel Experts mette pure a disposizione degli spazi in cui i consulenti possono incontrarsi tra di loro o con i propri clienti. In Italia, al momento ce ne sono due, a Milano e a Torino, ma altri ne potranno seguire con lo sviluppo del network. La rete ha realizzato un fatturato di 100 milioni di euro nel 2024 nel solo Belgio, dove conta circa 125 consulenti. L’obiettivo è ora quello di raggiungere i 250 milioni complessivi entro cinque anni.

In Italia si punta ad avere una ventina di partner prima della fine del 2025, in Portogallo dieci, mentre in Svezia, dove già ce ne sono una decina, si pensa di arrivare a 25. In Belgio il target 2025 è quota 135. Ai consulenti viene lasciata completa autonomia, nonché la possibilità di mantenere il proprio brand e persino il proprio punto vendita. Il modello prevede poi la condivisione delle competenze, in modo da dirigere ogni volta i clienti presso il consulente specializzato sul singolo prodotto o destinazione richiesta.

“La nostra mission – aggiunge il ceo di Bts Travel Group, Mickey Creyf – è quella di aiutare gli agenti ad aumentare i tassi di conversione e le marginalità. Normalmente meno del 50% di chi entra in adv effettua poi l’acquisto vero e proprio, mentre quando si lavora per appuntamenti tale percentuale sale al 95%. Non solo: la marginalità media di un agente in Europa è attorno all’8%-10%. Noi puntiamo a rimanere costantemente sopra al 15%. In Svezia raggiungiamo persino il 20%”.

Grande attenzione viene infine rivolta al dynamic packaging, elemento chiave per ogni proposta tailor made dedicata ai segmenti più elevati del mercato. “A tal fine sono molto utili i contratti con hotel e catene, che in alcuni casi garantiscono commissioni fino al 20% – conclude Giorgetti -. Ciò naturalmente non vuol dire che non collaboreremo con i tour operator, che al contrario per noi rimangono fornitori essenziali”.

 
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Il dato si riferisce al 20 dicembre 2024 e rappresenta un significativo incremento del 7,8% rispetto all’anno precedente, mettendo in luce la resistenza e il crescente appeal della Tunisia come destinazione turistica. L’Agenzia di Stampa Tedesca (Dpa) attribuisce questa crescita a un aumento dei visitatori internazionali, sostenuto dal miglioramento delle infrastrutture e da campagne di marketing strategiche.

Con oltre dieci milioni di turisti previsti per il 2024, il paese nordafricano è sulla buona strada per raggiungere cifre da record. Obiettivo da centrare attraverso lo sviluppo delle infrastrutture e dunque investimenti in aeroporti, trasporti e strutture ricettive per accogliere un numero crescente di visitatori.
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[post_content] => Condor ha scelto il nuovo T6 per le sue future operazioni al Jfk di New York. La compagnia tedesca è l’ultima in ordine di tempo a posizionarsi al nuovo T6, dopo Air Canada, Aer Lingus, Ana, Austrian Airlines, Brussels Airlines, Cathay Pacific, JetBlue, Lufthansa, Norse Atlantic Airways e Swiss.

Il Terminal 6 è un elemento chiave della trasformazione da 19 miliardi di dollari del John F. Kennedy in capo all’Autorità Portuale di New York e del New Jersey.

Condor, che serve il mercato del Jfk dal 2014, attualmente opera tutto l’anno dal Terminal 7 verso Francoforte utilizzando un Airbus A330neo configurato con tre cabine. 

All’aeroporto, i viaggiatori potranno godere di un’esperienza di accoglienza digitale e boutique nel T6, con una passeggiata media di meno di 5 minuti dall’uscita dei controlli di sicurezza Tsa a tutti i gate, 100.000 metri quadrati di negozi, ristoranti, lounge e servizi ispirati a New York, e un’esperienza premium per tutti i passeggeri.

“Poiché New York Jfk è uno dei nostri più importanti gateway nordamericani, siamo estremamente entusiasti di trasferirci nel nuovo e modernissimo T6 – ha dichiarato Mikko Turtiainen, direttore delle vendite per le Americhe di Condor -. L’esperienza boutique e curata del nuovo terminal è in linea con il dna del marchio Condor. Il nostro marchio a strisce è rappresentativo della diversità delle destinazioni e degli ospiti che serviamo, così come del nostro equipaggio, e il nostro obiettivo è personalizzare l’esperienza degli ospiti. I passeggeri Condor potranno inoltre usufruire di collegamenti ininterrotti con le operazioni del Terminal 5 del nostro partner JetBlue, situato a pochi passi dai gate del T6”.
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