“Mi aspetto un anno un po’ più complicato del 2024 ma, secondo le nostre stime, avremo una crescita del turismo organizzato simile a quella registrata lo scorso anno, tra il +5-6%”. A commentare le aspettative è Pier Ezhaya, presidente di Astoi Confindustria Viaggi, in un’intervista a Guida Viaggi. Archiviato un 2024 positivo, l’anno appena iniziato risentirà di qualche difficoltà in più: “Gli alberghi assistono ad una forte domanda proveniente da altri mercati e quindi alzano i livelli di prezzo – dichiara il presidente – e questo non sempre si allinea al potenziale di spesa dei nostri turisti. Assistiamo ovunque ad aumenti robusti e, oltre a questo, molti Paesi introducono o rafforzano i cosiddetti “orpelli”, tasse di ingresso o di uscita, assicurazioni obbligatorie e altre fee, basti a pensare a Maldive e Zanzibar su tutti. Gli hotel internazionali capitalizzano sulla domanda crescente con incrementi compresi tra il 5 e l’8-10%”. Aumenti che non sempre si riescono a trasferire sul mercato italiano, che vede sì un rallentamento dell’inflazione, ma con salari fermi da tempo.
La crescita dei volumi
Detto questo, la domanda turistica resta forte e quindi, pur con qualche “aggiustamento” – in termini di durata, di scelta di destinazione o struttura ricettiva – ci si aspetta una crescita dei volumi simile a quella che ha fatto registrare il 2024 sull’anno precedente. “I numeri saranno trainati dall’Egitto, che sta tornando ai livelli del 2023 – aggiunge -. Questo è un segnale importante. Vedo in salute anche l’East Africa, l’Oriente. Forse gli Stati Uniti potrebbero risentire del rafforzamento del dollaro, ma la magnitudo di questa meta è sempre molto alta. In estate, inoltre, la parte del leone la faranno le “solite tre”: Italia, Grecia e Spagna”.
Le sfide del turismo organizzato
Le sfide da affrontare sono molte: “Le prime – dichiara – sono quelle tecnologiche, che stanno “avvolgendo” tutti i settori e non solo il turismo organizzato, quindi le aziende dovranno saper stare al passo coi tempi ed investire in tecnologia per cavalcare questo treno veloce che ci sta passando vicino. Poi vi sono altre sfide che dobbiamo affrontare sul piano dell’offerta, cercando di renderla compatibile col cambio dei costumi della nostra società e dei relativi bisogni. Sicuramente occorre più coraggio nell’offrire mete nuove ed esperienze speciali all’interno delle proposte di viaggio”. Non teme di ammettere che c’è bisogno di innovazione nella “selling proposition”, che “la vacanza a pacchetto inizia a dare qualche segnale di stanchezza e va innovata con più esperienze, mete nuove e proposte fuori dai beaten track. Dobbiamo aprire le maglie e costruire nuovi corridoi, nuovi modi di viaggiare”.
La distribuzione deve adeguarsi
“Parallelamente – commenta – abbiamo bisogno che la distribuzione ci segua su questo; qualche volta emerge un po’ di resistenza nel “cambiare strada”, ma dobbiamo capire che, se non anticipiamo i tempi adeguando l’offerta, i clienti troveranno il modo di farlo senza di noi. In ultimo dobbiamo lavorare anche sul fronte istituzionale, perché ci sono temi veramente importanti sul tavolo. Uno su tutti la nuova Direttiva Pacchetti, che rischia di divaricare ancor di più i diritti dei consumatori a seconda che comprino un solo servizio o un pacchetto. Io credo che sia giusto dare maggiori tutele a chi si affida ad un’organizzazione turistica, ma bisogna avere la giusta misura. Non può essere 150% da una parte e zero dall’altra – prosegue -. Le sembra normale che, ad esempio, ci sia un fondo di garanzia obbligatorio per tour operator e agenzie di viaggio e non per le compagnie aeree? Ed è solo la prima cosa che mi è venuta in mente”.
Al lavoro con le istituzioni
Nel piano di azione dell’associazione un punto focale è il lavoro sul piano istituzionale. “Non siamo più in emergenza come durante il Covid – commenta Ezhaya – ma ci sono temi molto importanti che riguardano il comparto che non possono essere lasciati totalmente a carico delle aziende. La trasformazione digitale, ad esempio, è necessaria ma ha anche dei costi molto elevati. Occorrono dei fondi affinché la politica possa aiutare le imprese in questa delicata fase accompagnandole nel futuro. Anche per questo in Astoi abbiamo stanziato una somma importante dei nostri ricavi associativi per dedicarla alla formazione. Questo tema mi è particolarmente caro e credo che un’associazione debba aiutare i propri membri a guardare per tempo il futuro e a scegliere le strategie migliori avendo però sul tavolo tutte le informazioni e le competenze necessarie”. Uno dei progetti più importanti di Astoi del 2025 sarà proprio la formazione: “Nel 2024 abbiamo fatto i primi passi, ma ora serve più densità e continuità e proprio per questo abbiamo stanziato queste somme, per partire nel modo corretto – conclude -. Poi certo, i soci a loro volta dovranno investire singolarmente ma intanto, se ci mettiamo assieme, possiamo fare il primo pezzo di strada comune”.
Laura Dominici
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