A 7 anni dal sequestro del cantiere si è conclusa in un nulla di fatto l’inchiesta sul Tenda bis

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Finanziamenti personali e aziendali

Prestiti immediati

 


Dopo sette anni la vicenda delle presunte frodi sul cantiere per la costruzione del Tenda bis si è risolta in quindici assoluzioni perché il «fatto non sussiste» e una serie di proscioglimenti per prescrizione dei contestati reati di falso.

Ieri mattina il tribunale di Torino ha assolto tutti i quindici imputati dando atto inoltre della prescrizione per i contestati falsi sui «sal», gli stati di avanzamento lavori del cantiere. Il pubblico ministero Chiara Canepa aveva chiesto la condanna con pene da uno a 7 anni di reclusione parlando anche di azioni «che hanno messo a rischio la sicurezza dei trasporti». La chiusura dell’inchiesta sulla realizzazione del Tenda bis risale a oltre sette anni fa.

A maggio 2017, la Procura di Cuneo metteva sotto sequestro il cantiere. Fu la rivelazione di una laboriosa indagine della Guardia di Finanza, coordinata dall’allora procuratore di Cuneo Francesca Nanni, iniziata mesi prima che ipotizzava, con tanto di esecuzione di misure cautelari di arresti per alcuni degli indagati, una serie di furti e pesanti frodi sul cantiere tra l’Italia e la Francia. La parte più consistente delle accuse mosse dalla Procura di Cuneo tre anni fa è stata trasferita, per competenza, al tribunale di Torino perché i documenti «sal» per lo stato avanzamento lavori del cantiere risultavano formalmente firmati nel capoluogo piemontese. Le accuse andavano dalla truffa aggravata, alla frode nelle pubbliche forniture, ai falsi ideologici sui documenti di cantiere. Gli imputati erano perlopiù dipendenti della Grandi Lavori Fincosit spa insieme agli incaricati dell’Anas e ai professionisti responsabili di supervisioni e consulenze. Cinque dei quindici a processo a Torino erano già stati giudicati e condannati per furto dal tribunale di Cuneo ma in secondo grado la Corte d’Appello aveva riqualificato i fatti come appropriazione indebita, illecito che per essere perseguibile richiede la querela che non era stata presentata. Dunque il reato è stato dichiarato improcedibile e gli imputati tutti prosciolti.

Richiedi prestito online

Procedura celere

 

Erano accusati di aver sottratto al cantiere centine e tondini per 100 mila kg rivenduti a collettori di ferro per un danno di 100 mila euro. Si trattava di Antonino Froncillo e Antonio Palazzo, direttore tecnico e capo cantiere di Fincosit, Giuseppe Apone direttore cantiere della stessa società, Nunziante De Rosa e Luigi Mansueto, entrambi operai. Il tribunale di Torino si è occupato, tra il resto, delle accuse rimanenti a Froncillo e Palazzo perché avrebbero usato materiali diversi da quelli previsti, prodotto falsi stati di avanzamento lavori e nascosto alla società appaltante (Anas) e al committente (la Commissione intergovernativa franco-italiana) i gravi difetti strutturali del tunnel in costruzione. La pubblico ministero Canepa aveva chiesto la condanna a 7 anni per Froncillo e 6 per Palazzo. Oltre a questi ultimi sono stati assolti: lo stesso Giuseppe Apone già imputato a Cuneo, Giuseppe Rocco, direttore lavori incaricato da Anas, Claudio Eusebio, referente per il Nord Italia Fincosit, il contabile Sergio Scarpelli, Fabrizio Cardone, responsabile unico del procedimento, i professionisti dei comparti geologici Giovanni Di Chiara e Domenico Belcastro e gli ispettori di cantiere Gabriele Paletta, Giuseppe Guida e Rosario Perrotti e Rolando Lorenzi, dipendente di una ditta di tubature. Assolti anche gli operai Nunziante De Rosa e Luigi Mansueto.

Nel processo erano costituiti come parti civili il ministero delle Infrastrutture e il Comune di Limone. Il primo aveva chiesto un risarcimento danni per 25 milioni di euro, il Comune di Limone per 900.000. Anas, con l’avvocato Giulio Calosso, era presente nel processo nella doppia veste sia come parte civile sia come responsabile civile per gli imputati suoi dipendenti. Con il deposito delle motivazioni saranno più chiare le ragioni delle assoluzioni e, in ogni caso, la Procura potrà valutare di proporre appello.

La sentenza della giudice Elena Rocci è arrivata dopo circa un’ora e mezza di camera di consiglio. L’avvocato Andrea De Carlo, che assiste Antonino Froncillo e Claudio Eusebio in qualità di direttore tecnico e responsabile dell’area cantieri del Nord Italia per Grandi Lavori Finconsit, all’uscita da palazzo di Giustizia a Torino, ha dichiarato: «Sono molto soddisfatto per il risultato ottenuto e contento per gli assistiti che, dopo 8 anni, sono stati finalmente e giustamente prosciolti». E aggiunge: « Al termine di un lungo processo si è accertato che non ci sono state frodi nei lavori da parte dell’impresa che stava scavando la galleria. L’ipotesi dell’accusa non è stata provata». Come per Froncillo anche per Eusebio la procura aveva chiesto una condanna di 7 anni. Nei confronti del primo, a maggio 2017, era stata chiesta anche la misura cautelare e, in seguito, il gip aveva concesso gli arresti domiciliari.



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Richiedi prestito online

Procedura celere