Torino, truffa borse di studio: 80 studenti stranieri coinvolti in un’indagine della Guardia di Finanza

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Una truffa da oltre mezzo milione di euro ha colpito l’Ente per il Diritto allo Studio della Regione Piemonte. Sono 80 gli studenti di nazionalità straniera – principalmente iraniana, indiana e pakistana – finiti al centro di un’indagine condotta dalla Guardia di Finanza di Torino nell’ambito dell’operazione Fake Home. L’indagine ha smascherato un sofisticato sistema di frode, ideato per ottenere in modo illecito le borse di studio erogate dall’Edisu, aggirando i requisiti previsti dalla normativa vigente.

L’operazione, coordinata dalla Procura della Repubblica di Torino e condotta dal Primo Nucleo Operativo Metropolitano, ha preso avvio da un’indagine autonoma mirata a chiarire un’anomalia rilevata nei contratti di locazione stipulati da un 37enne di origine ucraina residente in città. L’uomo risultava proprietario di quattro immobili, la cui effettiva capacità abitativa non era compatibile con il numero di contratti registrati. In particolare, nei suoi appartamenti, oltre ai reali occupanti, risultavano formalmente convivere ben 66 studenti. Le indagini hanno rivelato che, di fatto, solo i veri inquilini abitavano gli immobili. I contratti di locazione registrati con gli studenti stranieri erano invece fittizi: molti di loro erano ospitati presso amici o vivevano altrove, senza disporre di regolari contratti di affitto.

Grazie alla complicità del 37enne, gli studenti extracomunitari avevano falsamente autocertificato all’Edisu la disponibilità di un alloggio a titolo oneroso, requisito indispensabile per completare le richieste di borse di studio. In cambio, il proprietario degli immobili aveva incassato compensi illeciti, variabili tra i 500 e i 600 euro per ogni contratto di affitto fasullo.

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Le indagini della Guardia di Finanza hanno inoltre rivelato che il meccanismo fraudolento veniva diffuso attraverso un “passaparola” all’interno della comunità universitaria, facilitato da chat su diversi social media.

Qualcuno ha bisogno di un contratto utile per l’Edisu? Non la casa, solo il contratto, scrivetemi in privato. Due o tre contratti sono disponibili“.

Era con messaggi come questo sulle chat dei social che agli studenti, coinvolti nell’operazione della Guardia di finanza di Torino sui falsi contratti d’affitto per ottenere borse di studio dall’Ente regionale del Piemonte per il diritto allo studio, Edisu, veniva offerta, dietro pagamento, la possibilità di dichiarare una residenza sul territorio regionale, requisito necessario per ottenere il beneficio. Dall’analisi di queste conversazioni, i finanzieri hanno individuato un ulteriore soggetto coinvolto: un 34enne italiano residente anch’egli a Torino, che aveva agevolato tre studenti stranieri nell’ottenimento illecito delle medesime agevolazioni.

Al termine delle attività investigative, è emerso che il sistema fraudolento aveva consentito agli studenti stranieri di aggiudicarsi borse di studio per gli anni accademici 2022/2023 e 2023/2024, per un totale di 513.522,95 euro. Tali somme, in parte finanziate attraverso risorse del PNRR, si aggiungono all’esenzione dal pagamento delle tasse universitarie, erogate in due tranche annuali.

Per quanto riguarda le procedure di assegnazione per l’anno accademico 2024/2025, tuttora in corso, sono state individuate altre 11 posizioni sospette. L’Edisu Piemonte è già intervenuto, escludendo questi candidati dalla graduatoria.

A conclusione dell’operazione, sono state deferite all’autorità giudiziaria 26 persone, tra cui due proprietari di immobili, un intermediario e 23 studenti. Secondo gli inquirenti, queste persone sono ritenute responsabili – direttamente o in concorso – di indebite percezioni di erogazioni pubbliche.

Per altri 47 studenti coinvolti, in considerazione dell’entità delle somme percepite illecitamente, sono state invece applicate sanzioni amministrative per un totale di 404.544,61 euro. Tra questi, figura anche uno degli studenti segnalati all’autorità giudiziaria, poiché, in un’annualità, aveva superato il limite massimo previsto dalla legge, pari a 3.999,96 euro.

L’attività investigativa condotta dalla Guardia di Finanza ha permesso all’Ente Regionale per il Diritto allo Studio Universitario del Piemonte di agire per il recupero delle somme già erogate, richiedendo la restituzione di 323.807,45 euro. Inoltre, è stata bloccata l’erogazione di ulteriori contributi indebiti per un totale di 189.715,50 euro.

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