Le auto costano sempre di più. È un dato di fatto, tra aumento di dimensioni, equipaggiamenti tecnologici e inflazione. Fin qui tutto vero. Ma di quanto sono aumentati i listini in Italia tra il 2023 e il 2024? Secondo alcune notizie riportate nei giorni scorsi il prezzo medio sarebbe aumentato di 1.000 euro, arrivando a sfiorare i 31.000 euro.
Una fake news secondo l’Unrae (Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri) che ha voluto fare chiarezza, dando una fotografia della situazione dei prezzi auto in Italia.
Aumento si, ma non folle
Stando a quanto registrato dall’Unrare infatti l’aumento del prezzo medio tra il 2023 e il 2024 si è assestato a 228 euro, passando da 29.868 a 30.096, pari a un +0,8%. Una crescita tutto sommato contenuta, non dovuta – secondo quanto riportato da qualcuno – a riduzione di sconti e aumento dei listini.
L’Unione sottolinea poi il calo del canale Noleggio a lungo termine, storicamente caratterizzato da sconti molto elevati: “lo sconto medio ponderato, quindi, è sceso per una banale questione aritmetica. Nulla a che fare con una riduzione degli sconti praticati ad uno stesso tipo di clientela”.
Guardiamo ora però come sono cambiati i prezzi di alcuni modelli in vendita in Italia
Prezzo inizio 2023 | Modello | Prezzo fine 2024 |
53.150 euro | Alfa Romeo Stelvio | 56.600 euro |
37.250 euro | Audi Q3 | 42.300 euro |
46.900 euro | BMW Serie 3 berlina | 48.500 euro |
18.200 euro | Citroen C3 | 15.240 euro |
15.300 euro | Dacia Sandero Stepway | 16.050 euro |
18.000 euro | Fiat 500 | 18.000 euro |
29.950 euro | Fiat 500 elettrica | 29.950 euro |
15.500 euro | Fiat Panda | 15.900 euro |
33.400 euro | Jeep Renegade | 33.600 euro |
17.650 euro | Lancia Ypsilon | 24.900 euro |
64.688 euro | Mercedes GLC | 64.688 euro |
19.450 euro | Opel Corsa | 19.900 euro |
25.850 euro | Peugeot 2008 | 26.700 euro |
17.300 euro | Renault Clio | 18.150 euro |
47.979 euro | Tesla Model Y | 42.690 euro |
28.050 euro | Toyota Yaris Cross | 28.650 euro |
29.600 euro | Volkswagen Golf | 30.550 euro |
Guardando alla tabella si notano aumenti generalizzati, alcuni dovuti alla presentazione di restyling, caratterizzati non solo da estetiche rinnovate ma, come specificato all’inizio, da nuovi contenuti tecnologici in tema di assistenti alla guida e infotelematica. Ci sono poi eccezioni, come la Citroen C3 che nel frattempo ha cambiato generazione, vedendo diminuire i prezzi passati da 18.200 a 15.240 euro, al contrario della Lancia Ypsilon che a fine 2023 (con la vecchia generazione) partiva da 17.650 euro mentre oggi la motorizzazione mild hybrid attacca a 24.900 euro.
È calata invece vistosamente la Tesla Model Y, rimasta invariata e passata – anche per merito del tetto di prezzo fissato dagli incentivi auto 2024 – da quasi 48.000 euro a 42.690. In attesa di sapere quanto costerà il restyling, da poco presentato in Cina.
Riassumendo l’Unrae ha registrato i seguenti aumenti (2024 vs 2023) nei vari segmenti:
- segmento A: berlina -0,5%, SUV -3,4%;
- segmento B: berlina +0,1%, SUV +0,7%;
- segmento C: berlina -1,1%, SUV +0,5%;
- segmento D: berlina -0,8%, SUV -5,3%;
- segmenti E/F: berlina -14,2%, SUV +1,2%;
- MPV: -6,7%;
- Station wagon: +8,8%;
- Sportive: +17,3%
Il problema più grande, come evidenziato nella conferenza di fine anno dell’Unrae, non sono tanto gli aumenti dei prezzi delle auto, ma “l’erosione del potere di acquisto. Una famiglia media non rinuncia a casa, trasporti e alimenti, i cui costi sono pure cresciuti, ma rinuncia all’auto nuova o ne rinvia l’acquisto”.
I prezzi auto sono aumentati o no?
Se guardiamo alla differenza 2023-2024 quindi i prezzi delle auto non sembrano essere aumentati così tanto. Il punto però un altro: e se guardiamo a 10 anni fa? In un nostro recente approfondimento abbiamo preso a esempio la Volkswagen Golf, per anni l’auto più venduta in Europa. Nel 2014 il prezzo della versione base era di 17.650 euro, oggi la compatta tedesca parte invece da 30.550, pari a circa +73%.
E se da una parte Unrae ha ragione nel sottolineare il mancato aumento degli stipendi in Italia come un fattore determinante, dall’altra i listini hanno avuto impennate cui anche crescite nella media europea delle remunerazioni dei lavoratori – +30,8 dal 2013 al 2023 (fonte dati: Eurostat) non riescono a stare al passo.
Le piccole scomparse
Un altro tema sul quale si concentra il comunicato dell’Unrae è la quota di mercato dei vari segmenti, vale a dire quali modelli sono i più apprezzati in Italia. Storicamente il nostro è un Paese affezionato alle piccole (vale a dire segmenti A e B), che anche nel 2024 sono stati i più venduti, rappresentando rispettivamente l’8,3% e il 48,1%. I modelli di segmento A immatricolati in Italia lo scorso anno sono stati 24, quelli di segmento B invece 79.
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