Mentre l’Italia centrale e meridionale sono frequentemente interessate da eventi sismici, la Sardegna è tradizionalmente considerata una regione “a bassa sismicità”. Lo dimostrano anche i dati del 2024 dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv). Nell’ultimo anno, infatti, l’Italia ha registrato oltre 16.800 terremoti, ma l’Isola ha vissuto una situazione abbastanza tranquilla con pochissimi casi di scosse che hanno superato i 2 punti di magnitudo.
Le scosse in Sardegna nel 2024
Tra i principali episodi sismici registrati in Sardegna nel 2024, si segnala la scossa avvenuta a Escalaplano il 17 giugno 2024, con una magnitudo di 1,0, localizzata a soli 2 km di profondità. Poche settimane dopo, il 28 agosto 2024, un terremoto di magnitudo 1,7 è stato registrato a Ottana, con un ipocentro a 3 km di profondità. Un altro piccolo evento si è verificato a Macomer il 26 luglio 2024, con magnitudo 1,1 e una profondità di 4 km.
A fine novembre, il 28, un terremoto di magnitudo 1,8 è stato rilevato vicino a Ozieri, con un ipocentro di 3 km, mentre il 30 luglio 2024 una scossa di magnitudo 1,4 è stata registrata a Olmedo, a una profondità di 10 km. A Luras, il 7 giugno 2024, è stata rilevata una scossa di magnitudo 1,0 a 5 km di profondità, mentre a Olbia, sulla costa sarda nord-orientale, il 5 giugno dello stesso anno si è verificato un terremoto di magnitudo 1,4, con un ipocentro a 5 km di profondità.
Tra gli eventi più rilevanti dell’anno, che hanno superato i due punti di magnitudo, c’è stato un terremoto nel Tirreno centrale il 9 agosto 2024, con una magnitudo di 2,4. Tuttavia, la scossa più forte si è verificata il 30 agosto 2024, sempre nel Tirreno centrale, con una magnitudo di 3,3, registrata all’altezza di La Caletta, seppure a decine di chilometri di distanza.
Perché in Sardegna ci sono pochissimi terremoti
La ragione di questa relativa calma sismica risiede nel fatto che la Sardegna, come la vicina Corsica, è un’isola che, dal punto di vista geologico, è considerata “ferma” da milioni di anni. A differenza di regioni come l’Appennino, che sono attivamente coinvolte nel processo di tettonica, l’isola non è soggetta a movimenti sismici frequenti o di grande magnitudo. Gli eventi sismici più significativi che si verificano in Sardegna sono generalmente localizzati lungo le coste, in particolare nell’area del Mar di Sardegna e nel Tirreno centrale.
Un aspetto interessante dei terremoti sardi è la loro capacità di propagazione. A causa della composizione geologica dell’isola, costituita da rocce metamorfiche molto compatte, le scosse possono essere avvertite su distanze considerevoli. Carlo Meletti, direttore della sezione INGV di Pisa, ha spiegato che gli eventi sismici, anche di bassa intensità, tendono a essere percepiti in tutta l’isola, inducendo spesso la popolazione a credere che la scossa sia stata più forte di quanto effettivamente fosse. Meletti ha citato il terremoto del 1948, che pur avendo epicentro in Gallura, fu avvertito con forza a Cagliari, dove sua madre lo ricordava chiaramente, nonostante la distanza di centinaia di chilometri.
La scritta nel Duomo di Cagliari
La Sardegna è anche luogo di alcune leggende urbane riguardo ai terremoti, con voci che talvolta confondono il fenomeno con altre manifestazioni naturali, come frane o tuoni e fulmini. Nel passato, alcuni eventi sismici sono stati addirittura attribuiti a “esplosioni sottomarine” causate da sottomarini nucleari della Nato, una teoria che si è rivelata del tutto infondata.
La memoria storica della Sardegna conserva ancora il ricordo di eventi sismici di un certo impatto. Tra i più rilevanti c’è quello del 4 giugno 1616, quando un terremoto di magnitudo stimata 4.9 colpì la Sardegna meridionale. L’evento è ricordato in un’incisione nella Sacrestia del Duomo di Cagliari. Nei decenni successivi, la Sardegna ha registrato altri terremoti significativi: il 18 giugno 1970 un evento di magnitudo 4.8 fu localizzato nel Mar di Sardegna, avvertito non solo sull’isola, ma anche in Liguria e in Costa Azzurra. Ancora più forte fu il terremoto del 28 agosto 1977, con una magnitudo di 5.4, che, pur essendo situato a circa 100 chilometri a sud-ovest di Carloforte, fu avvertito chiaramente in tutta la Sardegna meridionale.
Più di recente, il 26 aprile 2000, due forti scosse, la maggiore delle quali di magnitudo 4.8, furono localizzate nel Tirreno centrale, tra Olbia e Posada, e furono sentite in gran parte dell’isola, mostrando ancora una volta come i terremoti, anche se meno frequenti, possano essere percepiti in tutta la regione.
La Sardegna rimane un’isola relativamente tranquilla dal punto di vista sismico, ma non è completamente esente da terremoti. Il suolo compatto e la scarsità di tettonica attiva rendono la regione meno suscettibile rispetto ad altre aree d’Italia, ma è sempre utile essere consapevoli che, in caso di eventi sismici, anche lievi, la propagazione delle scosse può coinvolgere ampie zone dell’isola.
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