Palù del Fersina, il micro-paese che ha ricevuto una montagna di soldi dal Pnrr: 120mila euro per ogni abitante pur di salvare la cultura mòchena

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di
Giampaolo Chavan

Il paese del Trentino conta 165 abitanti e ha ricevuto 20 milioni di euro. Tra i progetti finanziati, anche l’installazione di una rete potente per consentire lo smart working ed evitare lo spopolamento

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Preservare la lingua e la cultura mòchena, dal nome di una comunità germanica insediatasi in Trentino nel 1300 e ridurre lo spopolamento in montagna. Le richieste partite dal piccolo Comune trentino di Palù del Fersina, abitato da 165 residenti al primo gennaio 2021, hanno centrato i requisiti richiesti dai bandi per ottenere i finanziamenti del Pnrr, il Piano di ripresa e resilienza dell’Ue. L’enorme cifra di venti milioni di euro, pari a poco più di 121.000 euro per ogni abitante, è così approdata nelle casse dell’amministrazione.

Il maxi-finanziamento

Quella valanga di soldi servirà a mantenere viva la storia, la tradizione e, soprattutto la lingua del popolo mòcheno, stabilitosi sulle rive del torrente Fersina ad una quindicina di chilometri da Pergine Valusgana. Un’altra parte di quei finanziamenti sarà destinata a realizzare una possente rete digitale tale da poter attirare chi utilizza lo smart working. Si punta così al ripopolamento di quel territorio che si estende per più di 16 chilometri quadrati e al conseguente incremento di servizi come il commercio, il trasporto pubblico e la sistemazione dei percorsi viabilistici e pedonali. Altro obiettivo riguarda l’aumento e la sistemazione di strutture destinate ai turisti.




















































È stata la Provincia di Trento con una delibera risalente al 15 marzo 2022 e firmata dal presidente Maurizio Fugatti a scegliere il Comune di Palù del Fersina sulla base dei requisiti evidentemente soddisfatti, richiesti dal bando elaborato dagli uffici governativi. Il Ministero della cultura ha previsto, si legge nella delibera due anni fa, «la realizzazione di 21 progetti rigenerativi, uno per ogni Regione, ciascuno di un importo pari a 20 milioni» per un impegno di spesa di 420 milioni in tutta Italia. Ora l’amministrazione guidata dal sindaco Loris Moar, ha tempo fino al 31 dicembre 2026 per realizzare i progetti. «I soldi del Pnrr sono già stati tutti destinati a 35 interventi – garantisce il primo cittadino – dalla mobilità green all’ospitalità diffusa, alla cultura e alla lingua». Gli interventi saranno effettuati in gran parte dalla Provincia «ma anche il nostro Comune provvederà a realizzare progetti in proprio». 

A convincere la Giunta provinciale trentina sulla bontà della scelta del piccolo Comune, anche un allegato alla delibera provinciale lungo 195 pagine dal titolo «La forza della minoranza: rinascita di un borgo di matrice germanica a sud delle Alpi». In quel lungo documento, vengono esposti il contesto del territorio e il ventaglio di progetti finalizzati per dare nuova linfa all’economia e alla vita di quel Comune. Basta pensare che l’indice di vecchiaia Palù del Fersina, calcolato confrontando la popolazione di 65 anni con quella giovane, fino a 14 anni, è pari a 427,3. Ciò significa che per ogni giovane sono presenti 4 anziani. Una cifra particolarmente elevata se solo si pensa che l’indice è pari a 161,8 per la provincia di Trento e a 182,6 per l’Italia.

Il calo demografico

Il primo tema affrontato nell’elaborato riguarda il calo demografico : «Nel 1973 – si legge – i residenti di Palù del Fersina erano 318» e nel giro di 48 anni «si è assistito ad un progressivo spopolamento pari al 48,1%, arrivando a 165 persone nel 2021». A contribuire al calo di residenti, «la crisi dell’agricoltura di montagna basata sulla zootecnia oltre alla dismissione dell’attività mineraria». La riduzione degli allevamenti ha comportato anche che «i vasti prati e pascoli utilizzati per l’allevamento del bestiame risultano in gran parte abbandonati».

La cultura mòchena

Altro argomento cruciale del dossier riguarda la salvaguardia della cultura mòchena. In quella valle, riporta lo studio presentato in Provincia, tutti gli ultra sessantacinquenni si sono dichiarati di madrelingua germanica. Le percentuali si riducono, diminuendo l’età degli intervistati fino ad arrivare ai più giovani fino a 25 anni tra i quali solo un terzo dichiara di parlare bene l’antico dialetto tedesco. «Complessivamente risulta che più della metà degli intervistati (59%) sa parlare bene o molto bene il mòcheno, ma solo una persona su dieci lo sa scrivere altrettanto bene», riporta ancora il report del Comune. L’amministrazione ha così pensato di elaborare un progetto chiamato «L’arca delle lingue della minoranza» che sarà finanziato con i fondi del Pnrr. Con quei soldi, si creerà uno spazio espositivo e un metaverso, uno spazio digitale «nel quale verranno raccolte e catalogate le lingue delle minoranze attraverso la raccolta di grammatiche e vocabolari».

I progetti finanziati

Tra i 35 progetti finanziati dal Pnrr e approvati dal Comune, ci sono tra gli altri anche la creazione percorsi ciclo escursionistici, un punto informativo e di ristoro in località Frotten, la riqualificazione dei rifugi alpini, il riutilizzo dei patrimonio edilizio comunale per attività sociali e postazioni smart working oltre alla bonifica terreni, il recupero di aree con muretti a secco e di sentieri. Appuntamento a fine 2026, quindi, quando il territorio di Palù del Fersina acquisirà le sembianze di un piccolo gioiello turistico, edilizio, produttivo e digitale nella provincia di Trento. 

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