nella polveriera delle carceri laziali

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Dall’istituto minorile di Casal del Marmo al penitenziario di Civitavecchia impera il caos: la polizia penitenziaria resta in trincea.

Roma – Anno nuovo situazione carceri invariata. Il 2025 inizia con rivolte, disordini, caos e criticità, secondo la Fns Cisl Lazio. Prima la rivolta nel penitenziario minorile di Casal del Marmo, poi la notizia, sempre nelle carceri della regione Lazio, che a Civitavecchia è scoppiato un incendio doloso innescato da due nord africani all’interno della sezione circondariale. “I due nord africani – spiega la nota – si sono barricati all’interno della stanza di pernottamento utilizzando suppellettili che avevano distrutto prima di applicare l’incendio. La coltre di fumo ha interessato tutta la sezione ed fortunatamente non ci sono state conseguenze. Barricamento che ha impedito inizialmente l’ingresso della polizia penitenziaria”.

“Tale evento critico – prosegue la nota – è stato gestito, anche, con l’ausilio di altre unità libere dal servizio considerato l’esiguo numero di polizia penitenziaria presente in servizio dovute alla cronica e nota carenza di personale di cui soggiace la Casa Circondariale di Civitavecchia. I detenuti sono stati denunciati per specifici reati del caso. La situazione è stata ripristinata verso le 22 circa, iniziata nel pomeriggio”. Per la carenza di personale da alcuni giorni le sigle sindacali di categoria “hanno annunciato lo stato di agitazione che attualmente è pari solo per il ruolo agenti /assistenti – 40 unità circa – senza contare altri ruoli poiché non bastano le unità presenti visto che è intendimento di aprire una sezione denominata Articolazione Salute Mentale Maschile oltre alla 3^ sezione, creando non poche difficoltà alle poche unutà in servizio.

Attualmente sono presenti 540 detenuti rispetto ai previsti 357 cioè + 183 detenuti. Si è consci delle varie criticità che coinvolgono il settore della sicurezza, dove le difficoltà di funzionamento della giustizia si ripercuotono pesantemente sulla polizia penitenziaria impegnata a far conciliare e assicurare la sicurezza collettiva e obiettivi costituzionali. Il sovraffollamento rende inaccettabili, anche, le condizioni di lavoro del personale penitenziario” Per la Fns Cisl Lazio “occorre pertanto intervenire con determinazione sulle carceri, vi è urgente necessità di rinforzare le unità di polizia penitenziaria”. Prima di Civitavecchia l’istituto penitenziario per minori di Roma “Casal del Marmo” era tornato ad essere teatro di disordini ed aggressioni agli agenti della Polizia Penitenziaria.

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“Avevamo auspicato che, con l’arrivo del nuovo anno, ci fosse stato un cambiamento delle condizioni lavorative per gli appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria; ma già dai primi giorni di gennaio riceviamo dai vari istituti penitenziari notizie di aggressioni al personale”, afferma il coordinatore regionale FP CGIL Polizia Penitenziaria di Roma e Lazio Pierluigi Acunzo. “Ultima azione violenta – dice – quella all’interno del reparto giovani adulti dell’istituto per minori di Roma, dove sono stati feriti due agenti con prognosi dai 6 ai 12 giorni. Protagonisti dell’evento critico sono stati alcuni detenuti, che nell’intento di prendere il controllo dell’istituto, hanno cercato di aprire altri ristretti sottraendo con la forza le chiavi delle camere di pernottamento; non riuscendo nel loro scopo iniziale solo grazie al pronto intervento del poco personale presente”.

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Ad “avere la peggio – prosegue – sono stati due colleghi costretti a rivolgersi alle cure del pronto soccorso. Questa organizzazione sindacale ha evidenziato più volte lo stato di abbandono in cui opera il personale di Polizia Penitenziaria, lasciato solo in balia totale di una parte di detenuti sempre più violenti ed indisturbati nell’agire. Il personale è ormai esausto e demotivato, numericamente inferiore per espletare i compiti istituzionali; ma nonostante ciò non indietreggia neanche verso tutta questa violenza che è costretto a subire. Auspichiamo nell’aumento degli organici e che le varie Autorità mettano in campo tutti gli accorgimenti per evitare episodi analoghi prima che si arrivi a qualche evento nefasto. Ai colleghi aggrediti esprimiamo la nostra solidarietà e vicinanza, uniti dagli auguri di una pronta guarigione”.

Sempre a Casal del Marmo, a settembre scorso i detenuti si erano barricati in mensa, la terza rivolta in pochi giorni. E la situazione all’istituto milanese del Beccaria era ancora peggio: caos e distruzione ma anche detenuti che fuggivano dalle mura di cinta. Ecco perché la polizia penitenziaria aveva deciso di scendere in piazza con sit-in, manifestazioni e proteste in tutta Italia.

Aldo Di Giacomo, segretario generale del sindacato Polizia Penitenziaria, aveva sottolineato che dopo i “gravi fatti di Roma, quelli di Milano (Beccaria), di Torino (Ferrante Aporti) dove sono state eseguite undici misure cautelari in carcere per i giovani detenuti coinvolti nella rivolta di agosto, non era possibile ancora scaricare una situazione di gravissima emergenza sulla polizia penitenziaria che invece con i 13 arresti al Beccaria ha pagato sulla propria pelle le conseguenze maggiori, come le sta pagando nei 190 istituti penitenziari di tutto il Paese”. Il sindacalista a luglio si era incatenato davanti al ministero della Giustizia per protestare.



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