muscoli ed investitori contro chi ha remato contro – AlessioPorcu.it

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Contributi e agevolazioni

per le imprese

 


“A Roccasecca abbiamo investito 70 milioni ricevendone 1 a fondo perduto; ad Anagni e Gualdo non un euro di denaro pubblico: nessuna intenzione di andare via”. Saxa lavora 7 giorni su 7 e 24 ore al giorno, Grestone si prepara ad affiancarla. Ma “Il tema vero è capire se questo Paese e questo Continente credono ancora nelle fabbriche, perché a noi ogni giorno di più sembra di no”.

Il messaggio bisogna andarlo a cercare all’interno delle risposte. Ma, almeno per chi lo vuole leggere, è chiarissimo. Francesco Borgomeo non lascia: non ne ha la minima intenzione. La storia dell’imprenditore venuto in Ciociaria a risollevare il valore di generazioni d’artigiani della ceramica, dei sanpietrini e del porcellanato, va avanti nonostante tutto. Nonostante il covid, nonostante la guerra ed il conseguente aumento del costo dell’energia, nonostante uno Stato che in più di qualche circostanza ha dato l’impressione di mettere i bastoni tra le ruote.

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Nonostante tutto questo, va avanti il progetto di un nuovo modo di fare industria, un modo green, sostenibile, proiettato verso il mondo che cambia. E non con la testa volta a guardare un passato “che non tornerà”.

Chi va avanti con lui

E, dato non trascurabile, vanno avanti anche gli oltre 250 dipendenti degli stabilimenti di Roccasecca ed Anagni, molti dei quali andati a riprendere a casa “uno ad uno”, per far ripartire la produzione quando nessuno credeva più al distretto della ceramica in provincia di Frosinone.

Per il futuro, spazio a quelli “che hanno creduto e continuano a credere nell’innovazione e nell’economia circolare”, e non ai presunti “cavalieri bianchi”. Poi, ovviamente, niente è per sempre, e si può discutere su chi sarà al timone nel prossimo futuro. Ma una cosa è certa; la direzione resterà la stessa.

Dottor Francesco Borgomeo, partiamo dal recente episodio dell’assemblea che si è tenuta qualche giorno fa davanti ai cancelli dello stabilimento di Roccasecca. In molti hanno manifestato preoccupazione per la sorte degli oltre 200 lavoratori della Saxa Grestone. Possiamo dire in maniera chiara qual è il futuro dell’azienda e dei suoi occupati?

“Solo per amore di precisione: è stata un’assemblea organizzata da una delle sigle sindacali e non ‘dai sindacati’. Guardi, lo stabilimento di Roccasecca ha impianti produttivi all’avanguardia, il gruppo ha investito oltre 70 milioni di euro sul sito, su un progetto di innovazione ed economia circolare unico al mondo. Mi sembra chiaro che non esiste alcuna possibilità che ci si disimpegni su un progetto così“.

Francesco Borgomeo

“Dei 200 lavoratori, circa 60 sono impiegati ad Anagni e cerchiamo di favorire al massimo la rotazione dove possibile. Un sito con queste maestranze e questa innovazione, si auto-garantisce il futuro, che quindi è certo, in maniera indiscutibile”.

Non ci dimentichiamo che erano stati tutti licenziati non per un problema finanziario ma perché applicati ad una produzione ormai obsoleta e non più competitiva. Noi siamo riusciti a fare la transizione green prima di tutti, l’abbiamo fatta proprio lì dove è mancato l’impegno pubblico (le autorizzazioni da contratto in tempi di legge sono arrivate anni dopo…), l’abbiamo fatta dove abbiamo avuto il covid e la vergognosa speculazione energetica”.

Garantire il futuro

“Ma il futuro è certo perché, seppure rimane l’affanno finanziario, siamo già nel nuovo paradigma industriale di una manifattura sostenibile ed innovativa, con un solidissimo mercato. È il futuro che dobbiamo garantire, non un glorioso passato che non tornerà”.

Altro tema che fa discutere, in questo caso ad Anagni, è, parallelamente, il futuro dello stabilimento della città dei papi: in questo caso si tratta di 90 elementi, per i quali, anche qui, più di qualcuno mette in discussione il futuro occupazionale: cosa possiamo dire al riguardo?
Il nuovo impianto di frantumazione Grestone

“Lo stabilimento di Anagni da quando l’abbiamo rilevato e riconvertito, con un nuovo processo produttivo e nuovi prodotti, non si è mai fermato: neanche durante il covid e durante la tempesta del gas, dove siamo riusciti a difendere la produzione e il mercato. Siamo in produzione 7 giorni su 7, ventiquattr’ore al giorno. E come detto, impieghiamo tutto il personale interno, inoltre ne prendiamo anche circa sessanta da Roccasecca”.

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“Anche ad Anagni circa 15 anni fa furono tutti licenziati. Li ho riassunti tutti, uno per uno, e chi era emigrato al nord, me lo sono andato a riprendere ed oggi sta con me. Il tema vero è capire se questo Paese e questo Continente credono ancora nelle fabbriche, perché a noi ogni giorno di più sembra di no”.

“Si sta smarrendo la vocazione manifatturiera, la consapevolezza del valore della produzione industriale che si ritiene illusoriamente di poter sostituire con attività mordi e fuggi‘Tutte storie brevi’, direbbe una canzone di questi giorni… Io sono per la stabilità e la costanza, per il lungo periodo e per la resilienza nella crisi.
E credo nella manifattura come elemento trainante, al punto che sto studiando percorsi di innovazione e diversificazione industriali straordinari”.

Foto Igor Todisco

“Vedrete che abbiamo ancora molto da raccontare… Andate a vedere le storie di successo di ogni impresa storica e vedrete quanto sacrificio e fatica è stata fatta per poi arrivare alla creazione di vero valore nel tempo. Altro che investimenti mordi e fuggi…”.

Da tempo si rincorrono voci su una crisi di liquidità che potrebbe gravare sulle sorti complessive dell’intera struttura. C’è o no un problema in questo senso?

“Dalla speculazione sul gas dell’estate 22, che ha portato in pochi mesi il prezzo del gas da 20 centesimi a 3.3 euro al metro cubo, nella finta indignazione della maggioranza del sistema che intanto lucrava su famiglie e fabbriche (basta vedere i bilanci delle aziende che vendono energia…+ 70% in un anno… tutti maghi…) da quell’estate, siamo in crisi finanziaria. E non ho trovato la forza e il sostegno per riaccendere la maggioranza dei forni per consegnare prodotti ai nostri clienti che ci sono e sono sempre più convinti della nostra scelta di arredo urbano innovativo e green”.

“Ci tengo a dire che ad Anagni e Gualdo Tadino non ho avuto un euro pubblico, e che su Roccasecca, il fondo perduto ottenuto è inferiore al milione, a fronte di oltre 70 milioni privati investiti. E ci tengo anche a dire che la cassa integrazione sono soldi che le imprese versano per quella finalità”.

Corteggiati, ma da speculatori

Foto: rawpixel.com

“In questa fase per il supporto finanziario siamo stati corteggiati da tanti soggetti, ma con finalità prevalentemente speculative. Torno a dire che fare industria è la vera sfida del nostro Paese, perché tutto sembra andare in altra direzione.
Ma non ci siamo mai scoraggiati né arresi e continuiamo a lavorare per la ristrutturazione del gruppo, certi che la qualità del progetto industriale è più forte della crisi finanziaria“.

Quanto e come ha pesato sulla situazione complessiva il problema dei costi legati all’energia?

“La crisi è sostanzialmente figlia della speculazione sul prezzo del gas. E pensare che nove anni fa avevo progettato il biodigestore che se fosse andato in esercizio secondo i tempi di legge, oggi avremmo forse il doppio dei forni e degli occupati… ma invece di 180 giorni per il suo iter come da norma, ce ne ho messi circa 2.600…Sarebbe stata un’altra storia”.

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Agricoltura

 

Foto Igor Todisco

“Le crisi di liquidità hanno riguardato la totalità del comparto Ceramica, a causa della speculazione europea sul gas. L’Italia è stata uno dei pochi Paesi a non tutelare le sue imprese. Vi invito a leggere i numeri del comparto prima e dopo la tempesta speculativa: molti hanno chiuso ed ampie fette di produzione si sono spostate in altre aree del mondo, fuori dall’Europa”.

“Più che altro evidenzierei un dato, non solo non ci siamo difesi dalle speculazioni sull’energia ma non difendiamo neanche il nostro made in Italy. Tutti abbiamo avuto modo di leggere quanto sta accadendo a Roma con i lavori per il Giubileo e la scelta di utilizzare sampietrini provenienti dal sud est asiatico“.

Cassino sotto gli occhi di tutti

“Mi limito a dire che le nostre sono pietre green dalle caratteristiche meccaniche che avrebbero evitato quei problemi. Andate a vedere a Cassino il nuovo salotto della città fatto con i nostri materiali: che tra l’altro riflettono il caldo e quindi abbassano fortemente la temperature delle città in estate”.

A che punto è il piano di rilancio legato all’ingresso di fondi stranieri?
Francesco Borgomeo

“Il rilancio del gruppo passa per i nostri obbligazionisti che hanno creduto e continuano a credere nell’innovazione e nell’economia circolare. Ce la faremo sostanzialmente da soli, con i nostri investitori, magari con diversi equilibri azionari, ma ce la faremo senza presunti cavalieri bianchi. Non ho alcun dubbio”.

C’è la possibilità che l’ingresso di nuove forze possa portare ad un cambio di gestione?

“C’e la possibilità ovviamente, ma ad una sola condizione. Che chi arriva mantiene dritta la barra della manifattura innovativa quale chiave della creazione di valore e piena e stabile occupazione. Cambia il timoniere, ma non la rotta”.

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