Anche BlackRock abbandona il mito del “capitalismo sostenibile”

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“Ci concentriamo sulla sostenibilità non perché siamo ecologisti, ma perché siamo capitalisti e siamo legati da un rapporto fiduciario verso i nostri clienti“: così, nel gennaio 2022, il Ceo di BlackRock Larry Fink commentò l’attenzione del maggior asset manager del mondo per la transizione green e l’economia della sostenibilità nella tradizionale lettera di inizio anno agli investitori, emblematicamente denominata The Power of Capitalism. Tre anni dopo, gennaio 2025: BlackRock è ancora uno dei giganti dell’economia globale e assieme a Vanguard e State Street rappresenta un terzetto potentissimo per il risparmio gestito. Ma il gruppo di New York cambia strada.

Chi lascia la finanza dello “zero netto”

Sulla scia di molti big della finanza a stelle e strisce, da Citi a Goldman Sachs, BlackRock ha lasciato l’alleanza globale degli investitori orientata a perseguire esplicitamente le pratiche green e sostenibili nell’attività di mercato. BlackRock, per la precisione, ha lasciato Net Zero Asset Managers, l’equivalente per i gestori della Net Zero Banking Alliance costituita in seno alle Nazioni Unite.

C’entra l’onda lunga della vittoria di Donald Trump, estremamente avverso alla finanza degli Esg e alla sostenibilità fine a sé stessa. E, come ricorda il Financial Times, BlackRock da tempo subiva pressioni dal mondo repubblicano per le sue politiche green. “Verso la fine dell’anno scorso, 11 Stati guidati dai repubblicani hanno fatto causa a BlackRock, Vanguard e State Street, sostenendo che avevano cospirato per limitare le forniture di carbone e promuovere un programma ambientale distruttivo e politicizzato“, nota il Ft, aggiungendo che “anche gli enti di controllo federali del settore bancario e dell’energia hanno avviato indagini per verificare se i grandi gestori di denaro rispettino i requisiti normativi per agire come investitori passivi”.

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Dal capitalismo dell’inclusione alla retromarcia

Anche per questo motivo i finanzieri d’assalto recedono dall’obiettivo esplicito della transizione verso lo zero netto di emissioni al 2050. Ma c’entrano anche importanti dinamiche di mercato. Del resto, dal gas naturale liquefatto, estremamente impattante sul fronte ambientale, alla nuova primavera della Difesa, soprattutto in Europa, sono molti i settori in cui il gruppo di Fink, oggi 72enne, è pronto a acquisire lauti dividendi andando a distaccarsi gradualmente dai pilastri finanziari degli investimenti green.

“Il rischio climatico è un rischio di investimento”, diceva BlackRock nel 2020. Il capitalismo dovrà essere inclusivo per generare più profitti, ripeteva Fink nel 2022. A cascata, le prese di posizioni del gigante americano, che con i suoi 10-11mila miliardi di dollari di asset gestiti è una vera potenza economica di rango globale, influenzavano i comportamenti di banche, regolatori, operatori. Filo conduttore: sarebbe bastato dipingere di verde il capitalismo per salvare tutto il modello, farlo prosperare.

Dal potere della finanza orientata a produrre profitto “facendo soldi con i soldi” a quello della finanza intenta a produrre valore, tra cui profitto, facendo soldi cambiando i paradigmi energetici e produttivi, il motore era indicato da Fink come comune. Ieri, come oggi, il denaro finanziario. Così non è stato, o meglio non solo. Conta il rapporto tra le scelte finanziarie e la realtà. Perché, se il denaro non dorme mai, non può nemmeno permettersi di cullarsi tra sogni e ideologie, e la realtà parla di un mondo occidentale in cui il green è una parte, ma non il tutto, dell’economia.

Dove guarda BlackRock

Contano altri campi, come le tensioni geopolitiche chiave: ad esempio, BlackRock deve concentrare risorse su un processo di gestione dei suoi affari cinesi, messi in discussione dalle guerre commerciali tra Washington e Pechino. BlackRock, scriveva nel 2022 la società di consulenza geopolitico-finanziaria Gospa, è un colosso “le cui scelte decisionali sono in grado di orientare non solo il sistema finanziario globale, e con esso quello economico, ma anche la gestione della geopolitica sistemica”. Ma non vive in solitaria. Gospa citava, allora, il braccio di ferro tra Fink e un finanziere “falco” anticinese come George Soros, estremamente critico della volontà di BlackRock di investire nella Repubblica Popolare.

Anni dopo, Fink cede posizioni sul green alla vigilia dell’insediamento di Trump per capire i margini d’azione su altri campi, come la Cina, su cui il tycoon repubblicano è assai critico. E, del resto, gli affari per BlackRock non mancano: pensiamo alle citate sfere dell’energia e della difesa, ma anche a partite di consolidamento tra settori, come quello bancario, dove gli istituti partecipati dalla “Roccia Nera” sono sempre più dinamici. Un nome tra tutti? L’italiana Unicredit. Insomma, se la sostenibilità non va più di moda, BlackRock pragmaticamente ne prende atto. E senza retorica sceglie ciò che guida il suo processo decisionale, ovvero la ricerca di utili. Il capitalismo sostenibile, per BlackRock, è ciò che massimizza i profitti. E il green ora non è più in cima alla lista. Le conseguenze globali di questo fatto, che conferma trend di mercato solidi, non mancheranno senz’altro di manifestarsi.

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