Affitti brevi, stop alle la giungla veneta del fuorilegge

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Benvenuti in Veneto, dove il turismo incontra il far west della burocrazia. Tra ville con vista sulle Dolomiti, appartamenti che annusano la laguna di Venezia e nidi per i turisti mordi e fuggi del Palladio, c’è un dettaglio che stona: più di 7400 strutture destinate agli affitti brevi sono ancora fuorilegge. Il decreto è chiaro come un proclama medievale: vuoi affittare casa? Serve il CIN, il Codice Identificativo Nazionale, e un’intera sfilza di requisiti. Eppure, nonostante il tamburo battente delle sanzioni – fino a 8.000 euro per i ribelli – una fetta significativa di proprietà continua a operare nel limbo dell’illegalità.

Vicenza e Rovigo si contendono il poco ambito titolo di capitali dell’irregolarità, con il 20% e il 19% rispettivamente di strutture non conformi. Seguono a ruota le altre città venete, come se il paesaggio da cartolina fosse una scusa per sfuggire alle carte in regola. Ma attenzione: l’abusivismo non si ferma qui. Esiste un’altra categoria, quella degli “invisibili”, strutture mai registrate e che sfuggono anche alle statistiche più spietate del Ministero del Turismo.

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Nel dettaglio – osserva l’avvocato Gennaro Sposato di Rödl & Partner, colosso della consulenza legale e amministrativa presente in 50 paesi nel mondo tra cui l’Italia – a Verona, sono stati rilasciati 11.751 CIN ma ancora il 12% delle strutture della città risulta irregolare; così come a Vicenza dove i CIN sono stati 3.174, mentre il 20% è ancora inadempiente. Belluno conta il 16% di strutture fuorilegge con 5.742 CIN rilasciati, mentre a Treviso su 2.447 strutture regolarizzate, il 15% non è ancora in regola. A Venezia sono 30.190 i CIN rilasciati a fronte di un 12% di immobili ancora non regolarizzati, per chiudere con Padova che ha rilasciato 2.337 CIN con il 14% delle strutture fuorilegge e Rovigo dove il 19% delle strutture è ancora irregolare, con 1.928, invece, di CIN rilasciati.”

Le nuove regole sui check in

Cambiato tutto anche per quanto riguarda i check in. Una circolare del Viminale impone infatti che l’accoglienza degli ospiti sia fatta di persona e di conseguenza diventano irregolari le famigerate key box, quei lucchetti contenenti le chiavi degli appartamenti sparsi un po’ ovunque utilizzati dai proprietari per permettere il self check in in autonomia,  con il semplice invio telematico, da parte degli ospiti, dei documenti di identità al gestore che ha l’obbligo di comunicarli alla questura. L’obiettivo è venire incontro alle richieste dei sindaci e dei condomini, che da tempo reclamano più controlli di sicurezza sugli affittuari degli appartamenti, a fronte di numerosi casi di illeciti che si sono verificati nelle case in affitto, come spaccio di droga e sfruttamento della prostituzione.

La danza delle sanzioni

Il valzer delle multe è appena iniziato. L’avvocato Sposato, con la calma chirurgica di chi mastica diritto amministrativo, elenca i rischi. Mancanza del CIN? 8.000 euro. Niente estintore? Altri 6.000 euro. E se il cartello con il codice manca all’ingresso? Altri 5.000 euro, grazie. Ogni irregolarità è una tassa sulla disattenzione, un conto salato che gli inadempienti devono aspettarsi al varco.

I controlli a tappeto

Dalle calli veneziane ai borghi trevigiani, le ispezioni avanzano come un esercito in marcia. È una guerra senza prigionieri contro chi pensa di fare il furbo, una partita a scacchi tra autorità e proprietari che si destreggiano tra scartoffie e requisiti di sicurezza. Ma quanto di questa irregolarità è effettivamente dolo e quanto semplice incapacità di navigare nel labirinto burocratico?

La realtà è che il decreto è uno specchio spietato di una regione che, da un lato, si culla nel turismo sfrenato e, dall’altro, lotta per regolamentare un settore che minaccia di sfuggire di mano. Tra promesse di regolarità e minacce di sanzioni, il Veneto si trova al centro di una battaglia che, più che una questione di legge, sembra una riflessione sull’identità stessa del territorio.

Per ora, però, una cosa è certa: se pensavi che la burocrazia fosse complicata, prova a fare un affitto breve in Veneto senza un CIN. La multa ti aspetta dietro l’angolo.



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