MARIA GRAZIA CASELLA (SI VIAGGIA)
Con sei milioni di italiani residenti all’estero, uniti a circa 80 milioni di oriundi e discendenti, l’Italia si distingue come un caso unico al mondo. Se poi si includono anche gli affini, coloro che parlano la lingua italiana o che si sentono legati alla nostra cultura per motivi familiari o professionali, il numero supera i 260 milioni. È un potenziale enorme, che fa del turismo delle radici un pilastro strategico per il futuro del settore in Italia, ampiamente riconosciuto dal governo italiano, che aveva proclamato il 2024 come “Anno delle radici italiane”. Il turismo delle radici rappresenta un segmento in forte crescita nel mercato turistico globale, capace di generare per l’Italia un flusso economico aggiuntivo stimato in 8 miliardi di euro annui. La maggior parte di questi viaggiatori appartiene alle prime due generazioni di emigrati italiani, principalmente residenti in Europa. Dati che raccontano una realtà fatta di legami profondi, che spingono molti a intraprendere viaggi alla scoperta delle proprie origini. Il turismo delle radici non si riduce alla motivazione “visita parenti e amici” (VFR), tradizionalmente considerata il suo motore principale. I turisti delle radici spesso viaggiano per ragioni più complesse e articolate. Un americano con origini italiane, ad esempio, potrebbe scegliere l’Italia per un viaggio leisure, influenzato anche dalle sue radici, mentre uno studente straniero potrebbe trascorrere un semestre di studi nel nostro Paese, attratto dalla cultura che sente parte del proprio patrimonio familiare. Questo rende il turismo delle radici un fenomeno multiforme, spesso difficile da catturare nelle statistiche ufficiali, ma straordinariamente ricco di potenzialità.
I numeri del turismo delle radici e le previsioni future
Nel 2024 sono stati 6,6 milioni i visitatori arrivati in Italia per il cosiddetto “turismo delle radici”, da quest’anno la cifra sfiorerà i 7 milioni e nel 2026 salirà a 7,3 milioni. È il viaggio di chi ritorna nella terra dei propri avi, spinto dal desiderio di riscoprire le proprie origini e di seguire le tracce dei racconti trasmessi da genitori e nonni. Un fenomeno in continua espansione, come evidenziato da uno studio del Centro Studi Turistici per Assoturismo-Confesercenti, anticipato da Il Sole 24 Ore. Le cifre non lasciano dubbi: le presenze turistiche legate a questo segmento passeranno dai 34,4 milioni di pernottamenti del 2024 a oltre 37,9 milioni nel 2026. Anche l’impatto economico è significativo, con una spesa che dai 5 miliardi di euro dello scorso anno arriverà a superare i 5,5 miliardi entro il 2026. Questi turisti si distinguono non solo per la permanenza media di 5,32 notti, ma anche per una capacità di spesa giornaliera di 145 euro a persona, superiore ai 128 euro dei viaggiatori stranieri tradizionali, secondo i dati Banca d’Italia 2023. E non si tratta solo di numeri: i visitatori delle radici cercano prodotti locali, specialità enogastronomiche, oggetti artigianali e artistici, alimentando così l’economia di piccoli borghi e comuni che spesso restano esclusi dai flussi turistici principali. È l’effetto “terra delle origini”, che diventa un’ancora di salvezza per molte realtà dell’Italia interna. Veneto, Emilia-Romagna, Campania, Sicilia, Calabria, Abruzzo e Puglia sono tra le regioni più attrattive per il turismo di ritorno. Secondo le proiezioni del CST, entro il 2026 si registrerà un aumento degli arrivi soprattutto dal Regno Unito (+583mila presenze), Germania (+531mila), Spagna (+446mila) e Francia (+375mila).
Identikit dei viaggiatori del turismo delle radici
Dietro l’etichetta di “turista delle radici” si celano storie, obiettivi e personalità diverse. Una icerca condotta da SWG ha identificato quattro profili distinti, ciascuno con un legame unico e personale con l’Italia.
Il Nostalgico
Il Nostalgico è nato in Italia, ma ha lasciato il Paese da bambino. Vive un legame profondo, quasi carnale, con la sua terra d’origine. Tornare in Italia significa per lui riconnettersi con i profumi, i suoni e le sensazioni che lo hanno accompagnato nella sua infanzia. Durante il viaggio, è guida di sé stesso: sa dove andare, cosa visitare e come muoversi.
Spesso accompagna i propri figli, desideroso di trasmettere loro le emozioni vissute di rafforzare il legame familiare con l’Italia. Cerca esperienze autentiche, legate ai luoghi della propria infanzia e a percorsi storico-culturali. Per lui, l’Italia è casa, e ogni visita è una celebrazione della propria identità.
L’Ambassador
L’Ambassador conosce l’Italia a fondo: ci torna spesso, anche per lavoro, ed è pienamente autonomo nell’organizzazione dei suoi viaggi. Si sente italiano a tutti gli effetti e condivide questa appartenenza nella comunità in cui vive.
Porta con sé un’immagine contemporanea dell’Italia: non solo un Paese delle radici, ma una terra di opportunità, cultura e stile di vita. I suoi viaggi sono brevi, mirati e spesso individuali, ma l’Italia rimane una meta privilegiata per le vacanze con lafamiglia. Con il suo entusiasmo, diventa un ambasciatore dell’Italia moderna, capace di attrarre anche nuovi viaggiatori verso esperienze autentiche e attuali.
Il Discendente
Italiano di seconda o terza generazione, il Discendente si identifica in una doppia appartenenza: italo-americano, italo-brasiliano, italo-argentino. Il viaggio in Italia è per lui una ricerca delle radici, un modo per comprendere meglio la propria identità e riconnettersi con le storie familiari.
Vuole visitare i borghi, le case, i cimiteri e i luoghi legati ai suoi avi. Cerca esperienze che lo immergano nell’Italia autentica, come imparare a fare il pane o la pasta, e desidera percorsi ben strutturati e guidati per approfondire la storia e le tradizioni italiane. Per i Discendenti che visitano l’Italia per la prima volta, soprattutto quelli provenienti da oltreoceano, il viaggio deve essere pianificato nei minimi dettagli.
Il Curioso
Giovane e attratto dall’Italia, il Curioso non necessariamente ha radici italiane, ma è affascinato dall’Italian Style che conosce attraverso film, social media, sapori e immagini iconiche. È un viaggiatore con un profilo più turistico, interessato a esperienze immersive che celebrano la cultura italiana, come tour enogastronomici, visite culturali e itinerari dedicati al vino.
Non cerca una connessione genealogica, ma vuole vivere l’essenza dell’Italia contemporanea. Per lui, l’organizzazione è cruciale: ogni dettaglio del viaggio deve essere orientato a creare un’esperienza indimenticabile che racconti e faccia vivere l’autenticità del Paese.
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