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AGI – “Tra bombe carta, fumogeni e aggressioni, ieri sera a Roma abbiamo assistito all’ennesimo, ignobile episodio di disordine e caos ad opera dei soliti facinorosi scesi in piazza non per manifestare per una causa, bensì per puro spirito vendicativo”. Così la premier Giorgia Meloni commenta sui social gli scontri tra manifestanti e polizia scoppiati nel quartiere di San Lorenzo, nella Capitale, durante un presidio per Ramy, il 19enne egiziano morto il 24 novembre a Milano durante un inseguimento dei carabinieri. “Non si può utilizzare una tragedia per legittimare la violenza – aggiunge. Alle Forze dell’Ordine va la nostra solidarietà, insieme agli auguri di pronta guarigione agli agenti feriti. Siamo dalla vostra parte”.
A Bologna notte di atti vandalici
Nella notte presa d’assalto anche la Sinagoga di Bologna che ha subito atti vandalici. Due manifestanti sono stati denunciati dalla polizia che li ha fermati e poi rilasciati. Si tratta di un 23enne, che è stato denunciato per resistenza a pubblico ufficiale, porto di oggetti atti a offendere aggravato, omesso preavviso di manifestazione, e travisamento e di un 30enne accusato di resistenza e lesioni aggravate a pubblico ufficiale, omesso preavviso di manifestazione e travisamento. Durante il corteo, ieri sera, ci sono stati da parte dei manifestanti lanci di bottiglie, bombe carta e fumogeni. Molte parti della città sono state devastate con dehors distrutti e cassonetti rovesciati e incendiati. Secondo quanto riferisce la polizia di Bologna, sono anche state fatte diverse scritte per esprimere solidarietà Ramy in via de’ Gombruti, nelle adiacenze della Sinagoga di Bologna, e nella stessa via sono state divelte le transenne di un cantiere ed è stato sparso il materiale che era all’interno sulla strada. Dieci agenti delle forze dell’ordine, infine, sono rimasti feriti negli scontri con i manifestanti.
“Particolare preoccupazione va espressa per gli atti vandalici e le minacce contro la Sinagoga di Bologna, per la quale esprimo la mia solidarietà alla comunità ebraica”,ha scritto su Facebook il sindaco di Bologna Matteo Lepore
Famigli Ramy contro le violenze
La famiglia di Ramy Elgaml “condanna fermamente ogni forma di violenza e vandalismo che si è verificata nelle manifestazioni delle scorse ore” e chiede che “la sua figura non venga strumentalizzata per fini che non hanno nulla a che fare con la nostra richiesta di verità e giustizia per cui abbiamo riposto massima fiducia nella magistratura e nelle forze dell’ordine”. Nella dichiarazione all’AGI tramite l’avvocato Barbara Indovina, i familiari del giovane, a cominciare dal padre Yehia Elgaml, prendono per l’ennesima volta le distanze da episodi di violenza legati al nome del figlio, con particolare riferimento a quanto avvenuto ieri durante il corteo di ieri a Roma: “Noi, la famiglia di Ramy Elgaml, desideriamo esprimere con chiarezza e fermezza la nostra posizione riguardo agli avvenimenti che hanno seguito la tragica morte del nostro caro Ramy. La perdita di Ramy è per noi un dolore immenso e insopportabile. Il nostro unico desiderio è che la giustizia segua il suo corso senza strumentalizzazioni. Siamo profondamente turbati nell’apprendere che il nome di Ramy venga utilizzato come pretesto per atti di violenza. Condanniamo fermamente ogni forma di violenza e vandalismo che si è verificata nelle manifestazioni delle scorse ore. Crediamo che il ricordo di Ramy debba essere un simbolo di unità, non di divisione o distruzione.Il nostro appello è rivolto a tutti coloro che scelgono di onorare la sua memoria: fatelo in modo pacifico e costruttivo, attraverso il dialogo e il rispetto reciproco”.
Inoltre, proseguono i familiari, “ci dissociamo da qualsiasi utilizzo politico del nome di nostro figlio. Ramy era un ragazzo pieno di vita, amato dalla sua famiglia e dai suoi amici, e non vogliamo che la sua figura venga strumentalizzata per fini che non hanno nulla a che fare con la nostra richiesta di verità e giustizia per cui abbiamo riposto massima fiducia nella magistratura e nelle forze dell’ordine. Chiediamo a tutti di rispettare il nostro dolore e di unirsi a noi nella ricerca di un percorso che porti a una vera giustizia, senza odio, senza violenza e senza divisioni”.
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