Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha aggiornato il presidente deglli Stati Uniti sullo stato di avanzamento dei negoziati sulla guerra a Gaza e la liberazione degli ostaggi. Lo ha riferito il suo ufficio, dopo la conferma della conversazione telefonica intercorsa tra i due leader.
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Secondo quanto riportato dai media israeliani, l’iviato Usa Witkoff ha dichiarato al primo ministro Netanyahu, durante il loro incontro, che il presidente eletto degli Stati Uniti Trump vuole un accordo sul rilascio di ostaggi entro il suo insediamento, il 20 gennaio.
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Intanto l’esercito israeliano ha emesso un ordine di evacuazione per i civili del campo profughi di Nuseirat, nel centro della Striscia di Gaza, ordinando loro di raggiungere la zona umanitaria di Mawasi, sulla costa. Quattro soldati israeliani sono morti in combattimento nel nord della Striscia di Gaza. Gli Houthi attaccano una portaerei Usa nel mar Rosso.
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Israele \”non permetterà che la Cisgiordania diventi Gaza o il Libano meridionale. Chiunque si impegni nel terrore come nella Striscia, sarà trattato come a Gaza. Lavoreremo per tagliare le braccia della piovra iraniana nei campi profughi in Cisgiordania e per mantenere la sicurezza delle comunità e dei residenti\”. Lo ha dichiarato il ministro della Difesa Israel Katz.
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Lo ha sottolineato un portavoce della Commissione commentando la decisione di Varsavia di garantire \”libero accesso\” al premier israeliano per la cerimonia degli 80 anni della liberazione di Auschwitz-Birkenau nonostante la sentenza della Cpi. LEGGI L’ARTICOLO
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Secondo le Nazioni Unite, l’assistenza sanitaria nel territorio palestinese è in crisi a causa degli attacchi israeliani contro gli ospedali della Striscia di Gaza. Sirene in Israele per un missile lanciato dallo Yemen: intercettato, nessun ferito. Il dipartimento generale dei Media Esteri del ministero della Cultura e dell’orientamento islamico dell’Iran ha confermato in una nota l’arresto di Cecilia Sala \”per aver violato le leggi della Repubblica islamica dell’Iran\” LEGGI
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Tra i protagonisti dell’escalation di tensione in Medio Oriente c’è anche l’organizzazione militare e politica libanese. Sostenuta ideologicamente e finanziariamente dall’Iran, controlla una larga parte del Paese, quasi “uno Stato nello Stato”, e partecipa attivamente alla vita politica. Il suo leader è stato a lungo – dal 1992 – Hassan Nasrallah, che ha guidato il gruppo fino al 28 settembre 2024, quando è stato ucciso da un attacco israeliano su Beirut.L’ANALISI
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Una donna di 75 anni, Tamar Edri, gravemente ferita lo scorso novembre da un lancio di razzi da parte del guerriglieri sciiti libanesi Hezbollah sulla città nordisraeliana di Nahariya, è morta per le ferite allora riportate. Lo ha reso noto la municipalità di Nahariya, come riferisce Times of Israel online. Tamar Edri rimase ferita il 25 novembre, alla vigilia dell’entrata in vigore un fragile cessate il fuoco tra Israele e Hezbollah. Quel giorno, anche un’altra persona anziana e un soldato rimasero gravemente feriti per i colpi di Hezbollah, mentre decine di altre persone rimasero leggermente ferite, ricorda la stessa fonte.
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Il vicepresidente eletto degli Stati Uniti JD Vance, ha provato a spiegare a Fox News le implicazioni della promessa di Donald Trump di “scatenare l’inferno” se gli ostaggi non saranno liberati entro il 20 gennaio. “Significa permettere agli israeliani di eliminare gli ultimi due battaglioni di Hamas e la loro leadership. Significa imporre sanzioni molto aggressive e sanzioni finanziarie a coloro che sostengono le organizzazioni terroristiche in Medio Oriente. Significa fare davvero il lavoro della leadership americana”, ha detto Vance.
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Il vicepresidente entrante sostiene che la minaccia è anche ciò che ha portato ai recenti progressi nelle trattative in corso a Doha. “Speriamo che si arrivi a un accordo verso la fine dell’amministrazione Biden, forse l’ultimo giorno o due – ha detto – Ma a prescindere da quando si troverà un accordo, sarà perché la gente è terrorizzata dal fatto che ci saranno conseguenze per Hamas”.
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\”È possibile raggiungere un accordo finale. Le condizioni per la chiusura sono ottimali\”. Lo hanno riferito alti funzionari israeliani all’emittente Channel 12 News, aggiornando così sullo stesso dei negoziati in corso a Doha per il rilascio degli ostaggi detenuti da Hamas. Sempre le fonti dell’emittente hanno aggiunto che i prossimi due giorni saranno decisivi per il raggiungimento di un’intesa.
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\”È possibile raggiungere un accordo finale. Le condizioni per la chiusura sono ottimali\”. Lo hanno riferito alti funzionari israeliani all’emittente Channel 12 News, aggiornando così sullo stesso dei negoziati in corso a Doha per il rilascio degli ostaggi detenuti da Hamas. Sempre le fonti dell’emittente hanno aggiunto che i prossimi due giorni saranno decisivi per il raggiungimento di un’intesa
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L’ufficio del primo ministro israeliano conferma in una nota che Benyamin Netanyahu ha parlato al telefono con il presidente americano Joe Biden dei progressi nei negoziati per il rilascio degli ostaggi e lo ha aggiornato sul mandato dato alla delegazione negoziale a Doha, al fine di promuovere la liberazione dei rapiti. Il primo ministro ha espresso il suo ringraziamento al presidente Biden e al presidente eletto Donald Trump per la cooperazione.
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L’ufficio del primo ministro israeliano conferma in una nota che Benyamin Netanyahu ha parlato al telefono con il presidente americano Joe Biden dei progressi nei negoziati per il rilascio degli ostaggi e lo ha aggiornato sul mandato dato alla delegazione negoziale a Doha, al fine di promuovere la liberazione dei rapiti. Il primo ministro ha espresso il suo ringraziamento al presidente Biden e al presidente eletto Donald Trump per la cooperazione.
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Joe Biden e Benjamin Netanyahu hanno avuto un colloquio sull’accordo per gli ostaggi nelle mani di Hamas a Gaza. Lo riferisce la Casa Bianca.
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\”La gente di Gaza ha fame, quindi gli è concesso mangiare qualunque cosa. Non c’è spazio per discorsi sulla crudeltà sugli animali nelle circostanze in cui vive la popolazione\”. E’ il messaggio postato sui social nella Striscia insieme con la foto di un palestinese che tiene in braccio un grosso delfino dopo averlo trovato spiaggiato e recuperato per mangiarlo con la sua famiglia. Lo riporta Ynet. Dall’inizio della guerra sono stati documentati casi in cui gli abitanti della di Gaza hanno mangiato anche cavalli e asini.
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Il ministro della Difesa Israel Katz ha avvertito che Israele \”non permetterà che la Cisgiordania si trasformi in Gaza o nel Libano del sud\”. Lo ha detto durante un’operazione militare in corso a Qabatiya, vicino a Jenin, come riporta il quotidiano The Times of Israel. \”Chiunque si dedichi al terrore come a Gaza sara’ trattato come a Gaza. Lavoreremo per tagliare le braccia della piovra iraniana nei campi profughi in Giudea e Samaria (nome israeliano della Cisgiordania occupata) e per mantenere la sicurezza delle comunità e dei residenti\”, ha dichiarato Katz, secondo una nota rilasciata dal suo ufficio.
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I ministri Itamar Ben Gvir e Bezalel Smotrich, considerati i ministri più estremisti dell’ala destra del governo israeliano, hanno incontrato oggi il premier Benyamin Netanyahu per discutere i dettagli dell’accordo per la liberazione degli ostaggi e un cessate il fuoco a Gaza in fase di negoziazione a Doha. Entrambi noti per la forte opposizione all’intesa, hanno esaminato insieme al primo ministro i punti chiave del piano. Secondo i media israeliani, Netanyahu starebbe cercando di ottenere il sostegno dei suoi alleati di governo per portare avanti l’accordo, che potrebbe essere concluso entro il 20 gennaio.
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Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden dovrebbe sentire telefonicamente il primo ministro Benjamin Netanyahu \”a breve\” per discutere delle trattative in corso sul rilasscui degli ostaggi. Lo ha detto alla Cnn il consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti Jake Sullivan. \”Siamo molto molto vicini (a un accordo su Gaza) e tuttavia lontani perché non ci siamo ancora. È possibile farlo prima del 20 gennaio, ma non ne sono sicuro\”, ha affermato Sullivan, riecheggiando ampiamente l’ottimismo unito alla cautela che Biden e il segretario di Stato americano Antony Blinken hanno espresso nei commenti della scorsa settimana sullo stato dei colloqui.
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Si è svolta oggi a Riad la seconda riunione ministeriale \”Aqaba Format +\” sulla Siria. Per l’Italia vi ha preso parte il sottosegretario agli Esteri Maria Tripodi, su delega del ministro Tajani. L’amicizia fra Italia e Siria ha radici storiche, come testimoniato dalla visita di Tajani a Damasco di venerdì scorso, nel corso della quale il ministro degli Esteri ha espresso la volontà di assistere il popolo siriano e incoraggiare il nuovo corso politico, preservando l’unità territoriale e la sovranità della Siria e promuovendo una transizione politica pacifica e inclusiva che rispetti i diritti umani e tuteli tutte le componenti della società siriana dopo decenni di dittatura e di oppressione. Durante la riunione è stata ribadita la posizione italiana, che suggerisce la necessità di una seria riflessione sull’attuale quadro sanzionatorio – essenzialmente diretto a punire il regime di Bashar Al Assad – partendo dall’eliminazione di misure settoriali in aree chiave per la vita della popolazione, come energia, carburante e infrastrutture. Ciò permetterebbe, infatti, di incrementare rapidamente le attività di assistenza umanitaria e di liberare il campo agli sforzi della comunità internazionale, volti a migliorare le condizioni economiche complessive di un Paese strategico per la stabilità della regione. A margine dei lavori, il sottosegretario Tripodi ha avuto degli scambi con i ministri degli Esteri di Siria, Libano, Giordania, Egitto, Iraq.
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Israele \”non permetterà che la Cisgiordania diventi Gaza o il Libano meridionale. Chiunque si impegni nel terrore come nella Striscia, sarà trattato come a Gaza. Lavoreremo per tagliare le braccia della piovra iraniana nei campi profughi in Cisgiordania e per mantenere la sicurezza delle comunità e dei residenti\”. Lo ha dichiarato il ministro della Difesa Israel Katz durante una valutazione delle operazioni militari e di sicurezza nell’area. Katz è stato aggiornato sull’ampia operazione condotta dall’Idf nel fine settimana a Qabatiya, vicino a Jenin, sulle operazioni della polizia di frontiera nei campi profughi della Cisgiordania e sulla recente operazione culminata ieri sera con l’arresto di una cellula terroristica pronta a compiere un attentato. Dal 7 ottobre, le truppe hanno arrestato circa 6.000 palestinesi ricercati in Cisgiordania, tra cui più di 2.350 affiliati ad Hamas. Secondo il ministero della Salute dell’Autorità nazionale palestinese, in questo periodo sono stati uccisi più di 835 palestinesi della Cisgiordania. L’esercito israeliano afferma che la stragrande maggioranza di loro erano uomini armati uccisi in scontri a fuoco, rivoltosi che si sono scontrati con le truppe o terroristi che hanno compiuto attacchi. Nello stesso tempo, 46 persone, tra cui personale di sicurezza israeliano, sono state uccise in attacchi terroristici in Israele e in Cisgiordania. Altri sei membri delle forze di sicurezza sono stati uccisi in scontri con terroristi in Cisgiordania.
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Una lettera al Cardinale Pierbattista Pizzaballa, Patriarca latino di Gerusalemme, è stata inviata dalla comunità ebraica italiana in Israele che si dice \”profondamente amareggiata dalle dichiarazioni del Papa, che quasi quotidianamente critica l’esercito israeliano con pesanti accuse di crudeltà, mentre il terrorismo di matrice palestinese è stato menzionato solo marginalmente, senza evidenziare il fatto che i terroristi usano i loro bambini come scudi umani e trasformano ospedali e luoghi di culto in centri militari\”. La missiva ha l’obiettivo di \”ricucire i rapporti ed evitare che il solco che si è aperto e che sta incrinando il dialogo ebraico-cristiano così tanto faticosamente avviato, si approfondisca\”. \”Si è colta una sostanziale equidistanza di giudizio tra la prima infame azione terroristica e la risposta difensiva – scrive la comunità ebraica – la velata accusa di genocidio rivolta a Israele ci ferisce profondamente. L’onta e la vergogna che scaturiscono da tale ipotetica accusa si stendono come un velo nero su tutto il popolo di Israele. Ciò è avvenuto, anche se i giuristi sanno che il reato non sussiste, mancando palesemente gli elementi costitutivi\”. Nel testo viene ricordato che \”l’esercito israeliano è un esercito di popolo, che osserva i principi della morale e dell’etica ebraica, secondo le migliori regole di integrità morale, in accordo con la legislazione internazionale\”. Infine, la comunità italiana conclude: \”Amanti della pace e del dialogo, siamo preoccupati per il peggioramento dei rapporti ebraico-cristiani che vacillano ogni qualvolta vengono espresse dai vertici religiosi della Chiesa accuse infondate contro di noi, che richiamano antichi pregiudizi che speravamo superati. Tutto ciò non facilita, bensì ostacola la reciproca comprensione\”. La lettera, firmata dal presidente della comunità ebraica italiana in Israele, Vito Enav, e dagli avvocati Beniamino Lazar e Renzo Ventura auspica che il cardinale Pizzaballa \”trasmetta il messaggio a chi di dovere\”.
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Il ministro degli Esteri dell’Arabia Saudita ha chiesto l’abolizione delle sanzioni sulla Siria dopo un incontro con alti diplomatici del Medio Oriente e dell’Europa, incentrato sul futuro del Paese devastato dalla guerra. \”Abbiamo sottolineato l’importanza di revocare le sanzioni unilaterali e internazionali imposte alla Siria, poiché il loro mantenimento ostacola le aspirazioni del popolo siriano a raggiungere lo sviluppo e la ricostruzione\”, ha dichiarato il principe Faisal bin Farhan al termine dei colloqui a Riad.
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\”In Siria ci sono sia speranze che sfide. Oggi a Riad, parlerò con i ministri degli Esteri degli Stati del Golfo, del Medio Oriente e dell’Europa della transizione dopo la caduta del regime di Assad. È importante che sia presente anche il ministro siriano Hassan al-Shibani\”. Lo scrive su X l’Alto Rappresentante Ue per la Politica Estera Kaja Kallas, a Riad per il vertice sulla Siria. \”Vedremo come alleggerire le sanzioni. Ma questo deve seguire progressi tangibili in una transizione politica che rifletta la Siria in tutta la sua diversità. L’Ue è qui per aiutare in questa transizione, dove siamo necessari e possiamo essere più utili\”, aggiunge Kallas.
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Chiuso “il 90% dei dettagli dell’accordo” per lo scambio tra ostaggi e prigionieri che dovrebbe consentire un cessate il fuoco al Gaza. Lo scrive il quotidiano israeliano Yedioth Ahronoth.
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha aggiornato il presidente deglli Stati Uniti sullo stato di avanzamento dei negoziati sulla guerra a Gaza e la liberazione degli ostaggi. Lo ha riferito il suo ufficio, dopo la conferma della conversazione telefonica intercorsa tra i due leader.
Secondo quanto riportato dai media israeliani, l’iviato Usa Witkoff ha dichiarato al primo ministro Netanyahu, durante il loro incontro, che il presidente eletto degli Stati Uniti Trump vuole un accordo sul rilascio di ostaggi entro il suo insediamento, il 20 gennaio.
Intanto l’esercito israeliano ha emesso un ordine di evacuazione per i civili del campo profughi di Nuseirat, nel centro della Striscia di Gaza, ordinando loro di raggiungere la zona umanitaria di Mawasi, sulla costa. Quattro soldati israeliani sono morti in combattimento nel nord della Striscia di Gaza. Gli Houthi attaccano una portaerei Usa nel mar Rosso.
Israele “non permetterà che la Cisgiordania diventi Gaza o il Libano meridionale. Chiunque si impegni nel terrore come nella Striscia, sarà trattato come a Gaza. Lavoreremo per tagliare le braccia della piovra iraniana nei campi profughi in Cisgiordania e per mantenere la sicurezza delle comunità e dei residenti”. Lo ha dichiarato il ministro della Difesa Israel Katz.
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La Polonia garantisce immunità a Netanyahu, Ue: “Rispettare mandato d’arresto”
Lo ha sottolineato un portavoce della Commissione commentando la decisione di Varsavia di garantire “libero accesso” al premier israeliano per la cerimonia degli 80 anni della liberazione di Auschwitz-Birkenau nonostante la sentenza della Cpi. LEGGI L’ARTICOLO
Guerra Medioriente, proseguono negoziati per tregua a Gaza
Guerra Israele e Siria, allarme Onu: sanità di Gaza è sull’orlo del collasso totale
Secondo le Nazioni Unite, l’assistenza sanitaria nel territorio palestinese è in crisi a causa degli attacchi israeliani contro gli ospedali della Striscia di Gaza. Sirene in Israele per un missile lanciato dallo Yemen: intercettato, nessun ferito. Il dipartimento generale dei Media Esteri del ministero della Cultura e dell’orientamento islamico dell’Iran ha confermato in una nota l’arresto di Cecilia Sala “per aver violato le leggi della Repubblica islamica dell’Iran” LEGGI
Hezbollah, cosa sapere sul gruppo antisionista libanese
Tra i protagonisti dell’escalation di tensione in Medio Oriente c’è anche l’organizzazione militare e politica libanese. Sostenuta ideologicamente e finanziariamente dall’Iran, controlla una larga parte del Paese, quasi “uno Stato nello Stato”, e partecipa attivamente alla vita politica. Il suo leader è stato a lungo – dal 1992 – Hassan Nasrallah, che ha guidato il gruppo fino al 28 settembre 2024, quando è stato ucciso da un attacco israeliano su Beirut.L’ANALISI
Morta un’israeliana ferita a novembre da un razzo di Hezbollah
Una donna di 75 anni, Tamar Edri, gravemente ferita lo scorso novembre da un lancio di razzi da parte del guerriglieri sciiti libanesi Hezbollah sulla città nordisraeliana di Nahariya, è morta per le ferite allora riportate. Lo ha reso noto la municipalità di Nahariya, come riferisce Times of Israel online. Tamar Edri rimase ferita il 25 novembre, alla vigilia dell’entrata in vigore un fragile cessate il fuoco tra Israele e Hezbollah. Quel giorno, anche un’altra persona anziana e un soldato rimasero gravemente feriti per i colpi di Hezbollah, mentre decine di altre persone rimasero leggermente ferite, ricorda la stessa fonte.
Vance, ‘inferno di Trump implica eliminazione ultimi due battaglioni Hamas’
Il vicepresidente eletto degli Stati Uniti JD Vance, ha provato a spiegare a Fox News le implicazioni della promessa di Donald Trump di “scatenare l’inferno” se gli ostaggi non saranno liberati entro il 20 gennaio. “Significa permettere agli israeliani di eliminare gli ultimi due battaglioni di Hamas e la loro leadership. Significa imporre sanzioni molto aggressive e sanzioni finanziarie a coloro che sostengono le organizzazioni terroristiche in Medio Oriente. Significa fare davvero il lavoro della leadership americana”, ha detto Vance.
Il vicepresidente entrante sostiene che la minaccia è anche ciò che ha portato ai recenti progressi nelle trattative in corso a Doha. “Speriamo che si arrivi a un accordo verso la fine dell’amministrazione Biden, forse l’ultimo giorno o due – ha detto – Ma a prescindere da quando si troverà un accordo, sarà perché la gente è terrorizzata dal fatto che ci saranno conseguenze per Hamas”.
Fonti israeliane, ‘a Doha condizioni ottimali per chiudere accordo’
“È possibile raggiungere un accordo finale. Le condizioni per la chiusura sono ottimali”. Lo hanno riferito alti funzionari israeliani all’emittente Channel 12 News, aggiornando così sullo stesso dei negoziati in corso a Doha per il rilascio degli ostaggi detenuti da Hamas. Sempre le fonti dell’emittente hanno aggiunto che i prossimi due giorni saranno decisivi per il raggiungimento di un’intesa.
Fonti Israele: a Doha condizioni ottimali per chiudere accordo
“È possibile raggiungere un accordo finale. Le condizioni per la chiusura sono ottimali”. Lo hanno riferito alti funzionari israeliani all’emittente Channel 12 News, aggiornando così sullo stesso dei negoziati in corso a Doha per il rilascio degli ostaggi detenuti da Hamas. Sempre le fonti dell’emittente hanno aggiunto che i prossimi due giorni saranno decisivi per il raggiungimento di un’intesa
Biden a Netanyahu, ‘serve un cessate il fuoco immediato’
L’ufficio del primo ministro israeliano conferma in una nota che Benyamin Netanyahu ha parlato al telefono con il presidente americano Joe Biden dei progressi nei negoziati per il rilascio degli ostaggi e lo ha aggiornato sul mandato dato alla delegazione negoziale a Doha, al fine di promuovere la liberazione dei rapiti. Il primo ministro ha espresso il suo ringraziamento al presidente Biden e al presidente eletto Donald Trump per la cooperazione.
Netanyahu, ‘riferito a Biden del mandato ai negoziatori a Doha’
L’ufficio del primo ministro israeliano conferma in una nota che Benyamin Netanyahu ha parlato al telefono con il presidente americano Joe Biden dei progressi nei negoziati per il rilascio degli ostaggi e lo ha aggiornato sul mandato dato alla delegazione negoziale a Doha, al fine di promuovere la liberazione dei rapiti. Il primo ministro ha espresso il suo ringraziamento al presidente Biden e al presidente eletto Donald Trump per la cooperazione.
Casa Bianca, telefonata Biden-Netanyahu sugli ostaggi
Joe Biden e Benjamin Netanyahu hanno avuto un colloquio sull’accordo per gli ostaggi nelle mani di Hamas a Gaza. Lo riferisce la Casa Bianca.
I social da Gaza: ‘Per fame una famiglia ha mangiato un delfino’
“La gente di Gaza ha fame, quindi gli è concesso mangiare qualunque cosa. Non c’è spazio per discorsi sulla crudeltà sugli animali nelle circostanze in cui vive la popolazione”. E’ il messaggio postato sui social nella Striscia insieme con la foto di un palestinese che tiene in braccio un grosso delfino dopo averlo trovato spiaggiato e recuperato per mangiarlo con la sua famiglia. Lo riporta Ynet. Dall’inizio della guerra sono stati documentati casi in cui gli abitanti della di Gaza hanno mangiato anche cavalli e asini.
Katz, Cisgiordania non diventerà come Gaza o sud Libano
Il ministro della Difesa Israel Katz ha avvertito che Israele “non permetterà che la Cisgiordania si trasformi in Gaza o nel Libano del sud”. Lo ha detto durante un’operazione militare in corso a Qabatiya, vicino a Jenin, come riporta il quotidiano The Times of Israel. “Chiunque si dedichi al terrore come a Gaza sara’ trattato come a Gaza. Lavoreremo per tagliare le braccia della piovra iraniana nei campi profughi in Giudea e Samaria (nome israeliano della Cisgiordania occupata) e per mantenere la sicurezza delle comunità e dei residenti”, ha dichiarato Katz, secondo una nota rilasciata dal suo ufficio.
Netanyahu incontra Ben Gvir e Smotrich sugli ostaggi
I ministri Itamar Ben Gvir e Bezalel Smotrich, considerati i ministri più estremisti dell’ala destra del governo israeliano, hanno incontrato oggi il premier Benyamin Netanyahu per discutere i dettagli dell’accordo per la liberazione degli ostaggi e un cessate il fuoco a Gaza in fase di negoziazione a Doha. Entrambi noti per la forte opposizione all’intesa, hanno esaminato insieme al primo ministro i punti chiave del piano. Secondo i media israeliani, Netanyahu starebbe cercando di ottenere il sostegno dei suoi alleati di governo per portare avanti l’accordo, che potrebbe essere concluso entro il 20 gennaio.
Media: “A breve telefonata Biden-Netanyahu sugli ostaggi”
Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden dovrebbe sentire telefonicamente il primo ministro Benjamin Netanyahu “a breve” per discutere delle trattative in corso sul rilasscui degli ostaggi. Lo ha detto alla Cnn il consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti Jake Sullivan. “Siamo molto molto vicini (a un accordo su Gaza) e tuttavia lontani perché non ci siamo ancora. È possibile farlo prima del 20 gennaio, ma non ne sono sicuro”, ha affermato Sullivan, riecheggiando ampiamente l’ottimismo unito alla cautela che Biden e il segretario di Stato americano Antony Blinken hanno espresso nei commenti della scorsa settimana sullo stato dei colloqui.
Tripodi: “Valutare moratoria sanzioni per aiutare popolo siriano”
Si è svolta oggi a Riad la seconda riunione ministeriale “Aqaba Format +” sulla Siria. Per l’Italia vi ha preso parte il sottosegretario agli Esteri Maria Tripodi, su delega del ministro Tajani. L’amicizia fra Italia e Siria ha radici storiche, come testimoniato dalla visita di Tajani a Damasco di venerdì scorso, nel corso della quale il ministro degli Esteri ha espresso la volontà di assistere il popolo siriano e incoraggiare il nuovo corso politico, preservando l’unità territoriale e la sovranità della Siria e promuovendo una transizione politica pacifica e inclusiva che rispetti i diritti umani e tuteli tutte le componenti della società siriana dopo decenni di dittatura e di oppressione. Durante la riunione è stata ribadita la posizione italiana, che suggerisce la necessità di una seria riflessione sull’attuale quadro sanzionatorio – essenzialmente diretto a punire il regime di Bashar Al Assad – partendo dall’eliminazione di misure settoriali in aree chiave per la vita della popolazione, come energia, carburante e infrastrutture. Ciò permetterebbe, infatti, di incrementare rapidamente le attività di assistenza umanitaria e di liberare il campo agli sforzi della comunità internazionale, volti a migliorare le condizioni economiche complessive di un Paese strategico per la stabilità della regione. A margine dei lavori, il sottosegretario Tripodi ha avuto degli scambi con i ministri degli Esteri di Siria, Libano, Giordania, Egitto, Iraq.
Katz: “Israele non permetterà che la Cisgiordania diventi Gaza”
Israele “non permetterà che la Cisgiordania diventi Gaza o il Libano meridionale. Chiunque si impegni nel terrore come nella Striscia, sarà trattato come a Gaza. Lavoreremo per tagliare le braccia della piovra iraniana nei campi profughi in Cisgiordania e per mantenere la sicurezza delle comunità e dei residenti”. Lo ha dichiarato il ministro della Difesa Israel Katz durante una valutazione delle operazioni militari e di sicurezza nell’area. Katz è stato aggiornato sull’ampia operazione condotta dall’Idf nel fine settimana a Qabatiya, vicino a Jenin, sulle operazioni della polizia di frontiera nei campi profughi della Cisgiordania e sulla recente operazione culminata ieri sera con l’arresto di una cellula terroristica pronta a compiere un attentato. Dal 7 ottobre, le truppe hanno arrestato circa 6.000 palestinesi ricercati in Cisgiordania, tra cui più di 2.350 affiliati ad Hamas. Secondo il ministero della Salute dell’Autorità nazionale palestinese, in questo periodo sono stati uccisi più di 835 palestinesi della Cisgiordania. L’esercito israeliano afferma che la stragrande maggioranza di loro erano uomini armati uccisi in scontri a fuoco, rivoltosi che si sono scontrati con le truppe o terroristi che hanno compiuto attacchi. Nello stesso tempo, 46 persone, tra cui personale di sicurezza israeliano, sono state uccise in attacchi terroristici in Israele e in Cisgiordania. Altri sei membri delle forze di sicurezza sono stati uccisi in scontri con terroristi in Cisgiordania.
Comunità ebraica a Pizzaballa: “Amareggiati dalle parole del Papa”
Una lettera al Cardinale Pierbattista Pizzaballa, Patriarca latino di Gerusalemme, è stata inviata dalla comunità ebraica italiana in Israele che si dice “profondamente amareggiata dalle dichiarazioni del Papa, che quasi quotidianamente critica l’esercito israeliano con pesanti accuse di crudeltà, mentre il terrorismo di matrice palestinese è stato menzionato solo marginalmente, senza evidenziare il fatto che i terroristi usano i loro bambini come scudi umani e trasformano ospedali e luoghi di culto in centri militari”. La missiva ha l’obiettivo di “ricucire i rapporti ed evitare che il solco che si è aperto e che sta incrinando il dialogo ebraico-cristiano così tanto faticosamente avviato, si approfondisca”. “Si è colta una sostanziale equidistanza di giudizio tra la prima infame azione terroristica e la risposta difensiva – scrive la comunità ebraica – la velata accusa di genocidio rivolta a Israele ci ferisce profondamente. L’onta e la vergogna che scaturiscono da tale ipotetica accusa si stendono come un velo nero su tutto il popolo di Israele. Ciò è avvenuto, anche se i giuristi sanno che il reato non sussiste, mancando palesemente gli elementi costitutivi”. Nel testo viene ricordato che “l’esercito israeliano è un esercito di popolo, che osserva i principi della morale e dell’etica ebraica, secondo le migliori regole di integrità morale, in accordo con la legislazione internazionale”. Infine, la comunità italiana conclude: “Amanti della pace e del dialogo, siamo preoccupati per il peggioramento dei rapporti ebraico-cristiani che vacillano ogni qualvolta vengono espresse dai vertici religiosi della Chiesa accuse infondate contro di noi, che richiamano antichi pregiudizi che speravamo superati. Tutto ciò non facilita, bensì ostacola la reciproca comprensione”. La lettera, firmata dal presidente della comunità ebraica italiana in Israele, Vito Enav, e dagli avvocati Beniamino Lazar e Renzo Ventura auspica che il cardinale Pizzaballa “trasmetta il messaggio a chi di dovere”.
L’Arabia Saudita chiede la revoca della sanzioni sulla Siria
Il ministro degli Esteri dell’Arabia Saudita ha chiesto l’abolizione delle sanzioni sulla Siria dopo un incontro con alti diplomatici del Medio Oriente e dell’Europa, incentrato sul futuro del Paese devastato dalla guerra. “Abbiamo sottolineato l’importanza di revocare le sanzioni unilaterali e internazionali imposte alla Siria, poiché il loro mantenimento ostacola le aspirazioni del popolo siriano a raggiungere lo sviluppo e la ricostruzione”, ha dichiarato il principe Faisal bin Farhan al termine dei colloqui a Riad.
Kallas: “Via le sanzioni a Siria se transizione sarà inclusiva”
“In Siria ci sono sia speranze che sfide. Oggi a Riad, parlerò con i ministri degli Esteri degli Stati del Golfo, del Medio Oriente e dell’Europa della transizione dopo la caduta del regime di Assad. È importante che sia presente anche il ministro siriano Hassan al-Shibani”. Lo scrive su X l’Alto Rappresentante Ue per la Politica Estera Kaja Kallas, a Riad per il vertice sulla Siria. “Vedremo come alleggerire le sanzioni. Ma questo deve seguire progressi tangibili in una transizione politica che rifletta la Siria in tutta la sua diversità. L’Ue è qui per aiutare in questa transizione, dove siamo necessari e possiamo essere più utili”, aggiunge Kallas.
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