«È come l’Hallelujah di Cohen che parla di un coito ma la usano in chiesa»

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Amedeo Minghi, icona della musica italiana, è tornato sotto i riflettori con “Anima sbiadita”, il primo progetto discografico dopo otto anni. L’artista, celebre per brani come 1950 e Vattene amore, si esibirà oggi 12 gennaio 2025 a Domenica In, dove interpreterà il singolo che dà il titolo al disco.


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Un’opera che riflette non solo il suo viaggio musicale, ma anche le sfide personali affrontate nel corso della sua vita, dalla perdita della moglie Elena alla riscoperta della fede.








Un album come viaggio emozionale




“Anima sbiadita” è molto più di una raccolta di canzoni: è un concept album che Minghi descrive come «un viaggio unico in dodici tappe». Le canzoni, nate nell’ultimo anno, ha soiegato il cantante in una intervista a La Stampa, affrontano temi universali, dal dolore per il mondo attuale alla speranza nella spiritualità. Minghi sottolinea: «È il mio disco più schietto e sincero di sempre». Una scelta coraggiosa, che va contro la tendenza contemporanea di puntare su singoli pensati per i social e gli algoritmi.


Nonostante la consapevolezza del ruolo del digitale, Minghi resta fedele alla sua natura analogica: «Concepisco il digitale al servizio dell’analogico. Compongo per voce e pianoforte, solo successivamente trasformo i provini in file». Questo approccio si riflette anche nei suoi concerti, che seguono uno schema ben definito: il primo tempo è dedicato all’esecuzione integrale del nuovo album, mentre il secondo ripercorre i grandi successi della sua carriera.




La perdita della moglie Elena e il ruolo della fede


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La vita personale di Minghi è stata profondamente segnata dalla morte della moglie Elena Paladino, scomparsa improvvisamente nel 2014 mentre stava dormendo. Elena è stata il pilastro della sua vita e carriera, un supporto imprescindibile nei momenti di difficoltà. «Ho pensato più volte di ritirarmi, ma lei mi ha sempre riportato sulla retta via», ha confessato Minghi, riconoscendo il suo ruolo determinante.


Nonostante il dolore per la perdita, Minghi trova conforto nella fede. «Ora ci parlo, la saluto, lei sta con me più di prima», ha dichiarato, esprimendo il legame spirituale che lo unisce ancora a Elena. Tuttavia, negli ultimi anni, l’artista ha ammesso di attraversare una crisi di fede, influenzata dal degrado dell’umanità: «L’andamento del mondo ha intaccato la mia fiducia, è difficile trovare spazio per la spiritualità in questo scenario».




Un rapporto speciale con il pubblico e le figlie




Amedeo Minghi ha costruito una relazione unica con il suo pubblico, che segue fedelmente da oltre sessant’anni.

Anche le sue figlie, Annesa e Alma, hanno giocato un ruolo fondamentale nella sua vita, soprattutto dopo la scomparsa della moglie. «Le mie figlie mi hanno aiutato molto», ha detto Minghi, evidenziando il legame stretto che li unisce.

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Annesa lavora come organizzatrice di eventi e wedding planner, mentre Alma è giornalista e scrittrice. I loro nomi riflettono l’amore di Minghi per la cultura: «Annesa è un modo sardo di dire Anna, mentre Alma significa ‘anima’. Abbiamo sempre avuto una predisposizione per il mondo spagnolo».




Le sfide della salute




Nel corso degli anni, Minghi ha affrontato anche difficoltà legate alla salute. Nel 2017, un’intossicazione alimentare lo ha costretto al ricovero, e nel 2020 ha affrontato problemi neurologici, generando speculazioni su malattie come Parkinson o Alzheimer, che ha prontamente smentito. «Le informazioni diffuse erano prive di fondamento», ha chiarito, ribadendo la sua determinazione a continuare il percorso artistico.




Vattene Amore: «Un fraintendimento»


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Quando si parla di Amedeo Minghi, Vattene Amore è spesso il primo brano che viene in mente, celebre anche per il famigerato “trottolino amoroso”. Tuttavia, sorprendentemente, non è il suo brano più ascoltato su Spotify. In cima alla classifica c’è Cantare è d’amore, una canzone che ha conquistato un successo internazionale, con numerose versioni nel corso degli anni, tra cui una recente traduzione in spagnolo per il mercato cileno nel 2024.


Nonostante la popolarità in Italia di Vattene Amore, Minghi ha spiegato in una intervista al Corriere della Sera, che il pubblico non sempre ne ha colto il significato profondo. Il testo, scritto da Pasquale Panella, è stato spesso frainteso: quei nomignoli ridicoli, come “trottolino amoroso”, non erano un vezzo romantico, ma rappresentavano ciò che i protagonisti della canzone volevano evitare. «Quel fraintendimento mi dà un po’ noia»  ha ammesso Minghi, pur riconoscendo che una volta pubblicata, una canzone appartiene al pubblico e può essere interpretata in modo diverso.


Questo fenomeno non si limita a Vattene Amore. Anche La vita mia, uno dei suoi brani più iconici, ha subito interpretazioni inattese. Sebbene parli di un amore che sfugge, la canzone è stata spesso scelta come colonna sonora per matrimoni. Minghi ricorda al Corriere perfino un sacerdote che desiderava la canzone al proprio funerale. «È naturale – riflette Minghi – pensiamo a Hallelujah di Leonard Cohen: parla di un coito, eppure viene cantata in chiesa».




Ultimo aggiornamento: Domenica 12 Gennaio 2025, 08:42



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