Autobus bruciato in via Rovelli a Bergamo, s’indaga sulle cause. La sosta dei bus turistici spostata in via Spino

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Federico Rota

Il mezzo distrutto dalle fiamme sarebbe stato demolito, esclusa l’ipotesi dell’autocombustione: il serbatoio era vuoto. E l’ex parcheggio della Capitale della Cultura è stato dismesso

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La colonna di fumo nero e denso è salita così in alto in cielo che poteva essere notata nella gran parte del territorio di Bergamo. Punto di origine delle fiamme era via Rovelli, per l’esattezza il piazzale situato di fronte all’ex Dogana e alle facciate dei vecchi Magazzini generali. Un’area di oltre 10 mila metri quadrati, che nella sua porzione più esterna viene utilizzato da Atb come una sorta di rimessa per gli autobus arrivati alla fine del loro ciclo vitale. Ieri (11 gennaio) ce n’erano posteggiati quattordici in tutto, uno di fianco all’altro. E nell’intervallo del pranzo ha preso fuoco il terzo della fila.

Ciò che è rimasto del mezzo, qualche ora dopo, è stato lo scheletro carbonizzato, con l’abitacolo invaso dall’acqua e dalla schiuma bianca utilizzata dai vigili del fuoco per domare il rogo. Anche altri due autobus, posteggiati ai suoi due lati, sono stati danneggiati dal calore. Ma più che le fiamme, tra Borgo Palazzo, Boccaleone e la Clementina, ad attirare l’attenzione di automobilisti, pedoni e residenti è stato proprio il fumo. Al netto dei danni materiali ai bus, nessuno è rimasto ferito, intossicato o coinvolto nel rogo. «Eravamo di passaggio, quando abbiamo notato il fumo e sentito odore di bruciato. Siamo venuti qui perché, inizialmente, temevamo avesse preso fuoco la scuola vicina», racconta una coppia. Mentre nel piazzale i vigili del fuoco continuano a indirizzare l’acqua con gli idranti verso il bus, con il passare dei minuti in via Rovelli si forma un capannello di curiosi.




















































Le cause che hanno scatenato l’incendio sono al vaglio dai tecnici dei vigili del fuoco, anche se è stata esclusa l’ipotesi dell’autocombustione, visto che i serbatoi dei mezzi erano stati svuotati del carburante. Il timore, tra curiosi e residenti, era inizialmente che l’autobus andato a fuoco potesse essere alimentato a metano e che le fiamme potessero propagarsi ulteriormente. I quattordici bus fermi nel piazzale (che non è dotato di un sistema di telecamere interne) sono invece tutti vecchi modelli, con alle spalle almeno una ventina d’anni di servizio. E i motori erano alimentati a gasolio: fanno parte di quella frazione di mezzi che Atb sta progressivamente dismettendo, per rimpiazzarli con veicoli a basse emissioni. Il piano aziendale si è posto come obiettivo quello del completo rinnovo della flotta, con l’abbandono dei mezzi diesel entro il termine del 2030.

Il destino di questi quattordici bus, nello specifico, era la demolizione. E proprio per la giornata di domenica 12 gennaio era previsto che sarebbero stati portati via dal piazzale in via Rovelli. Quest’ultimo, inaugurato il 1° aprile del 2023 come area di sosta per i bus turistici che sarebbero arrivati in città per la Capitale italiana della Cultura, dallo scorso novembre ha abdicato a questa funzione (anche se resta confermato il servizio Bergamo Easy Access, con tariffe e modalità di prenotazione sul sito di Atb). Un effetto della scadenza naturale dell’accordo deciso a monte con il Comune, spiegano da Atb. Al posto di via Rovelli, la nuova area di sosta identificata da Palazzo Frizzoni per la sosta dei bus turistici è il piazzale in via Spino, disponibile tutti i giorni tranne il lunedì, quando si svolge il mercato rionale.

Due anni fa erano entrate in vigore le novità introdotte nella gestione della sosta dei bus turistici, e specialmente le tariffe stabilite per via Rovelli, avevano sollevato diverse critiche tra gli operatori. E perplessità tra le guide turistiche: «Quel parcheggio, come temevamo, è stato sottoutilizzato. Di fatto in pochi lo prenotavano, a livello logistico era scomodo per gli autisti», rileva la guida Barbara Savà. «È giusto che la sosta abbia un ordine — osserva Paola Dolci, presidente dell’Associazione Guide Turistiche Città di Bergamo —. Il fatto che la sosta in via Spino sia gratuita può essere di incentivo».

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