La crisi del mercato delle auto elettriche in Europa si fa sempre più evidente, con previsioni di un calo significativo delle vendite nel 2025. Questo scenario è aggravato dalle difficoltà di installazione delle colonnine di ricarica all’interno degli edifici condominiali: un ostacolo cruciale per la diffusione dei veicoli elettrici.
Recenti studi hanno analizzato alcune soluzioni che l’Europa e l’Italia potrebbero mettere in atto per superare questa situazione adottande scelte concrete e lungimiranti.
Il contesto e le sfide attuali
La diffusione delle auto elettriche è strettamente legata alla disponibilità di infrastrutture di ricarica, ma i condomini rappresentano un terreno particolarmente complesso per l’installazione delle colonnine. Notevoli sono, infatti, le criticità rilevate. Le più ricorrenti sono:
- costi di installazione e messa in opere elevati;
- necessità di adeguamenti agli impianti elettrici esistenti;
- difficoltà di ottenere il consenso degli altri proprietari;
- problemi di sicurezza e la conformità normativa.
A questo si aggiunge un quadro normativo europeo ancora insufficiente e poco incisivo. La direttiva EPBD (cosiddetta Case Green), approvata nell’aprile 2024, se da un lato impone agli Stati membri di favorire l’installazione di infrastrutture di ricarica, contiene disposizioni applicabili solo agli edifici di nuova costruzione o in ristrutturazione. Dunque, sembra non offrire disposizioni concrete, e questo vuoto normativo rischia di lasciare milioni di cittadini senza la possibilità di ricaricare il proprio veicolo a casa.
Un diritto da semplificare
Una delle principali difficoltà riguarda il processo decisionale all’interno dei condomini, che spesso si trasforma in un elemento ostativo. Per tali motivi, secondo l’organizzazione indipendente Transport & Environment (TE), è necessario svincolare l’accesso alla ricarica nei contesti condominiali al potere decisionale è introdurre un “diritto alla ricarica” chiaro e semplice, valido sia per i proprietari sia per gli inquilini.
Tuttavia, la mancanza di linee guida uniformi e procedure semplificate contribuisce a rende il processo complesso.
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Investimenti pubblici e privati: una strada obbligata
Anche le infrastrutture pubbliche di ricarica devono affrontare sfide significative. In Italia, ad esempio, i tempi di rientro degli investimenti sono spesso lunghi e incerti, scoraggiando gli operatori privati.
Come evidenziato nel position paper del Laboratorio REF Ricerche, “è necessario un intervento legislativo nazionale per rendere gli investimenti più remunerativi e supportare la diffusione delle colonnine”. Questo è particolarmente urgente nelle aree urbane densamente popolate, dove molti automobilisti non dispongono di garage privati.
Alcuni strumenti finanziari esistono già e potrebbero essere ampliati. Il bonus colonnine, ad esempio, consente di coprire fino all’80% dei costi di installazione di infrastrutture di ricarica domestica e collettiva.
La transizione alla mobilità elettrica nei condomini richiede un impegno congiunto. Da un lato, è fondamentale semplificare le normative per ridurre le complessità burocratiche e accelerare le tempistiche. Dall’altro, è opportuno un supporto finanziario che aiuti a coprire i costi iniziali, spesso proibitivi per molti proprietari. Come sottolinea TE, “è necessario pre-cablare il 100% dei parcheggi nei nuovi edifici e stabilire obiettivi chiari per attrezzare gli edifici esistenti entro il 2035”.
Conclusione
Il “diritto alla ricarica” è ancora lontano dall’essere una realtà diffusa, ma rappresenta un obiettivo importante per garantire una transizione sostenibile verso la mobilità elettrica. Con interventi normativi mirati, incentivi economici e un approccio tecnologico innovativo, è possibile superare le barriere attuali e rendere la ricarica accessibile a tutti, trasformando i condomini in protagonisti della rivoluzione verde.
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