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Eā durata oltre due ore e mezza la conferenza stampa che Silvio Martinello ha tenuto questa mattina alla vigilia delle ormai imminenti elezioni che si terranno a Roma il prossimo 19 gennaio. Il campione olimpico si ĆØ districato tra le tante domande dei giornalisti presenti con grande sicurezza mostrandosi a suo agio su tutti gli argomenti trattati e offrendo spunti molto interessanti su quello che potrebbe essere il suo lavoro se lāassemblea gli darĆ la fiducia che chiede.
Pur mostrandosi critico nei confronti della dirigenza uscente, in particolare del presidente Dagnoni e del segretario Tolu, ha preferito destinare la sua attenzione ai progetti futuri piuttosto che sottolineare le incongruenze passate (la defenestrazione di Cassani alle Olimpiadi di Tokyo, la vicenda delle provvigioni irlandesi, le dimissioni di Norma Gimondi, le gestione della Lega, la mancata nomina di un vice-presidente), peraltro sotto gli occhi di tutti.
Ā«La prioritĆ ? Dobbiamo riaprire i contatti con la base, con il territorio. In tutti i viaggi che ho effettuato le societĆ hanno accusato la distanza che si ĆØ creata tra loro e la Federazione. E parallelamente dovremo rimotivare collaboratori e dipendenti della Federazione che mi risulta siano stati mortificati negli ultimi tempi. La Federazione deve essere un ente che offre servizi e da questo dovere non si puĆ² derogareĀ».
I contratti giĆ firmati con i tecnici?
Ā«Credo sia stato giusto perchĆ© lāattivitĆ deve continuare senza subire scossoni. Il nuovo consiglio avrĆ poi tempo e modo di valutarli ed effettuare le sue scelteĀ».
Mancano i tecnici strada di uomini e donne.
Ā«Non ho nomi da fare, ma lāidea mia ĆØ quella di rivedere la struttura in modo organico partendo dalle categorie giovanili, juniores e under 23, fino ai professionistiĀ».
E Roberto Amadio, il cui contratto, unico, ĆØ stato confermato senza la clausola di rescissione?
Ā«Roberto ĆØ un amico che ha lavorato benissimo. Se eletto, ci confronteremo e vedremo se ci sono le basi per andare avanti. Sarebbe una scorrettezza il contratto firmato senza clausola rescissoria, vedremo se ĆØ vero e decideremoĀ».
Inevitabile il tema della sicurezza. Si fa riferimento anche alla condanna degli organizzatori toscani per un grave incidente avvenuto in corsa.
Ā«Fare ciclismo comporta dei rischi quindi ā afferma Martinello ā la sicurezza assoluta non esisterĆ mai. Ma bisogna impegnarsi per fare di piĆ¹. Da corridore quando osservo le gare vedo che i corridori hanno uno stile di guida molto piĆ¹ aggressivo e quindi piĆ¹ pericoloso. Vedo biciclette sempre piĆ¹ rigide e piĆ¹ leggere, quindi piĆ¹ difficili da guidare. Sembra un paradosso, ma i corridori dovrebbero andare piĆ¹ pianoā¦ bisogna affrontare il problema in maniera strutturale. Come si puĆ² pensare che un organizzatore metta in sicurezza 200 chilometri di strada dove ogni metro puĆ² potenzialmente nascondere un pericolo? Corriamo solo in circuito? Ma ai mondiali abbiamo visto che anche questi possono essere rischiosi. Forse si puĆ² lavorare sui rapportiā¦Ā».
Si parla di impianti, un problema cronico di questo sport. Ed anche qui Martinello ha proposte chiare.
Ā«Viviamo un paradosso tutto italiano: nella pista siamo al vertice con gli atleti e a zero con gli impianti. La legge ci ha permesso di salvare gli impianti storici sottraendoli alla speculazione edilizia, ma non basta averli. Bisogna renderli attivi e per farlo ogni impianto deve avere un meccanico, un tecnico e del materiale. Dobbiamo attivarci per mettere in moto la rete. Ed immaginiamo anche una pista di Bmx in ogni parco. Eā necessario pensare ad impianti con investimenti limitati che siano funzionali allāattivitĆ di base. Per le ācattedraliā cāĆØ tempoā¦Ā»
La crisi del ciclismo professionistico italiano ĆØ stata indiscutibilmente accentuata dalle riforme dellāUci che il nostro movimento prima non ha capito e poi non ĆØ stato in grado di percorrere.
Ā«LāUci ā riconosce Martinello ā sta costruendo un ciclismo sempre piĆ¹ elitario. Punta tutto sulla forza economica, ma ĆØ un modello che rischia di essere spazzato via in un attimo. Noi dobbiamo avere la capacitĆ di portare su quei tavoli internazionali un modello di ciclismo diverso, non sarĆ facile, ma dobbiamo cominciare a smuovere qualcosa. Eā impensabile che una squadra professionistica possa sostenere nel tempo i costi che lāUci impone. Anche il settore femminile si sta sgretolando con lāacquisizione del modello WoldTour. LāUci corre ad una velocitĆ insostenibile e noi dobbiamo invece lottare perchĆ© ci sia la sostenibilitĆ del movimentoĀ».
Sul fronte economico le notizie sono tutte preoccupanti. Il bilancio 2023 ha chiuso con un passivo di oltre tre milioni. Di quello 2024 non si hanno ancora notizie. Sport e salute ha tagliato i contributi alla ciclistica di oltre mezzo milione.
Ā«Le notizie che abbiamo sono tuttāaltro che rassicuranti, ma aspetto per esprimermi al proposito. Se sarĆ² eletto andremo ad aprire i cassetti e scopriremo la situazione reale. Purtroppo la comunicazione e la trasparenza sono mancate e quindi non possiamo esprimere valutazioni cosƬ delicate sulle voci. Eā doloroso il taglio dei contributi perchĆ© si conoscevano i criteri con i quali sarebbero stati assegnati ed era lecito aspettarsi una maggiore attenzioneĀ».
In occasione di tutte le ultime tornate elettorali uno dei cavalli di battaglia era la riscrittura dello Statuto, ritenuto un documento datato e poco rispondente alle necessitĆ dellāevoluzione del ciclismo e dei tempi. Nessun eletto ha perĆ² tenuto fede allāimpegno preferendo uno Statuto che consentiva maggiore libertĆ dāazione nella gestione del potere.
Ā«Ho intenzione di fare uno Statuto completamente nuovo ā afferma Martinello ā ma penso anche che sia uno strumento che non appartiene a chi vince ma allāintero movimento e perciĆ² avrei intenzione, se eletto, di coinvolgere anche Dagnoni e Isetti. Peraltro so anche che esistono giĆ due bozze di Statuto preparate da Lino Secchi che perĆ² Dagnoni non ha mai preso in considerazione. In particolare credo che vada ripensata la scelta della rappresentanza che la tecnologia rende molto piĆ¹ semplice. Mi porrei il termine della fine del 2026 e nellāoccasione mi piacerebbe ristabilire lāassemblea di metĆ mandato. Un rito inspiegabilmente perduto che ĆØ una grande occasione di confronto e di dialogo con la baseĀ».
Tra i criteri di assegnazione dei contributi da Sport e salute vi ĆØ anche il numero dei tesserati ed ĆØ innegabile che la Federazione abbia perso moltissimo fascino agli occhi del mondo amatoriale che negli anni si ĆØ trasferito sempre di piĆ¹ negli enti di promozione.
Ā«Eā vero ā spiega Martinello ā La Federazione ha perso quote importanti di tesserati e noi abbiamo il dovere di riportare a casa chi ha fatto altre scelte. Partirei perĆ² da un incontro con gli enti affinchĆ© si possa stabilire che le regole e le procedure siano le stesse per tutti. In particolare, non mi piace leggere una storia che sostiene che chi si tessera con gli enti gode di qualche privilegio allāantidoping. Non so se sia vero, ma sarebbe un pessimo modo di proporre il nostro sport. Pensando al mondo amatoriale immagino anche di poter un giorno arrivare a proporre una tessera, con protezione assicurativa, a tutti quelli che usano la bicicletta, anche solo una settimana in vacanza. Amatori non sono solo gli agonistiĀ».
Martinello esce dalla conferenza stampa avendo mostrato quanto questo quadriennio gli sia servito per entrare a fondo nei temi e a chi lo potesse accusare di scarsa esperienza āpoliticaā nella gestione della macchina federale risponde con la conoscenza di tutte le problematiche e con idee chiare, qualcuna anche piuttosto innovativa, per affrontarle.
Chi sarĆ eletto avrĆ davanti una montagna da scalare e la sua volontĆ di avere al fianco una squadra con la quale iniziare la scalata rappresenta una speranza in piĆ¹ per quanti saranno chiamati ad esprimere la propria preferenza.
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