Effettua la tua ricerca
More results...
Mutuo 100% per acquisto in asta
assistenza e consulenza per acquisto immobili in asta
Il caos sanità provoca un primo terremoto: si è dimesso il direttore sanitario dell’azienda ospedaliera Villa Sofia-Cervello, Aroldo Gabriele Rizzo. Una decisione presa appena 30 minuti dopo che il presidente della Regione, Renato Schifani, ha inviato una comunicazione al direttore generale Roberto Colletti, convocandolo per lunedì.
Schifani, giovedì pomeriggio aveva ricevuto a Palazzo d’Orleans, proprio Rizzo, assieme al direttore amministrativo Luigi Guadagnino. Un incontro durato 15 minuti, in cui la strigliata era stata dura: parole forti, toni rigidi e una tensione palpabile. Un clima che ieri ha portato il direttore sanitario alle dimissioni, una scelta «per dignità», come ha specificato al termine di una accorata lettera nella quale ha respinto con forza e reinviato in parte al mittente, quelle che ritiene accuse «false e ingenuamente fantasiose».
Rizzo è uscito di scena con una comunicazione ufficiale indirizzata al manager Colletti e al dirigente generale del dipartimento per la Pianificazione strategica dell’assessorato alla Salute, Salvatore Iacolino. «Ritengo conclusa la mia esperienza di direttore sanitario, incarico che ho svolto con passione, disciplina ed onore. In questi anni, segnati dal Covid-19, ho ricevuto il supporto delle istituzioni e l’aiuto dei colleghi. Sono stato gratificato, per il lavoro svolto, ricevendo la nomina a Cavaliere dell’ordine al merito della Repubblica da parte del presidente Mattarella e la tessera preziosa del mosaico da parte del sindaco Orlando». Ma qualcosa negli ultimi anni sembra essere cambiato. «Il clima di serenità lavorativa e propositiva è venuto meno – continua nella sua lettera di addio -. Voci, video e testi accusatori di ogni genere d’incapacità e inadeguatezza professionale si rincorrono sui media. È una lenta discesa agli inferi della disonestà intellettuale alla quale non voglio partecipare». La colpa, per Rizzo, non può essere del singolo: «La sanità è in grave difficoltà, ma scoprire che un sistema complesso è colpa di un singolo gestore è un pensiero incredibilmente infantile e primitivo. È come se un pensiero tribale si fosse impadronito della società. Un pensiero magico che non appartiene alla ragione. Rigetto le accuse come inaccettabili attacchi strumentali, false e ingenuamente fantasiose». Sono parole dure quelle di Rizzo, che sembra essere rimasto particolarmente provato dai toni del presidente Schifani: «Esiste un principio di dignità che non può essere superato».
Il governatore nei giorni scorsi, durante l’evento organizzato dall’assessore regionale alle Attività produttive, Edy Tamajo, a Le Terrazze di Mondello, aveva già lanciato un messaggio chiaro di tolleranza zero, soprattutto alla luce del secondo paziente morto in 15 giorni a Palermo: Giuseppe Barbaro, 76 anni, che era proprio una di quelle persone ricoverate nel giorno in cui Schifani fece una visita a sorpresa a Villa Sofia, nel reparto di Ortopedia: «Se qualcuno non è all’altezza di risolvere i problemi, se ne torni a casa. Poltrone di comodo, con me, non ce ne sono più».
Il disastro nella sanità siciliana, ha smosso le reazioni del mondo della politica e dei sindacati. Il Pd ha effettuato in due giorni, un tour negli ospedali dell’Isola, facendo scendere in campo parlamentari regionali e nazionali con consiglieri comunali e dirigenti. Un viaggio che ieri ha fatto tappa anche a Villa Sofia, dove è andata Valentina Chinnici: «Abbiamo riscontrato la mancanza di posti letto. Un dato che affligge tutti gli ospedali siciliani: mancano 1.200 posti per gestire le post acuzie ma anche per quanto riguarda ortopedia: il 50% della città di Palermo infatti afferisce soltanto a Villa Sofia. C’è una incomunicabilità tra i pronto soccorso e le case di comunità. È tutta una struttura che non funziona, che non è pensata bene e sull’ospedale si riversa una pressione sociale fortissima». Il Pd punta il dito anche contro Iacolino. «Abbiamo appreso – si legge in una nota – che si è tenuta una riunione della commissione di valutazione nominata dall’assessorato regionale alla Salute, in merito al tema dei pronto soccorso. Non si sa null’altro di ciò che è stato discusso. Ma giungono notizie allarmanti e crediamo sia corretto e doveroso che l’assessore renda pubblici i dati, la documentazione e la situazione fotografati da questa commissione. Non vorremmo che la paura dell’assessorato sia quella di mostrare una situazione, per la sanità siciliana, peggiore di quella fino ad ora emersa».
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link