Noi cittadini della Repubblica italiana riteniamo che un ulteriore invio di armi a Kiev, come previsto dalla proroga del decreto:
– Alimenti un’escalation bellica che ha realisticamente come sola prospettiva un ulteriore coinvolgimento militare della UE e dell’Italia, fino a varcare la linea rossa di non ritorno di un coinvolgimento diretto del nostro Paese nella guerra contro la Russia, trasformando l’attuale cobelligeranza di fatto in guerra aperta, con conseguenze catastrofiche.
– Sia contro gli interessi della pace, alimentando la spirale di guerra e la prospettiva di un mondo di guerra, con aumento delle spese militari che sottraggono risorse a sanità scuola servizi sociali.
– Sia non solo contro i principi di pace e cooperazione internazionale che informano la nostra Costituzione, e violi la legge 185 del 1990, che vieta l’invio di armi a paesi belligeranti, ma vada anche contro gli interessi economici del nostro Paese, fortemente colpito dalle misure di embargo comminate dal 2014 contro la Russia e sempre più intensificate negli anni successivi.
– Vada contro gli interessi stessi della popolazione ucraina, che in sempre maggior numero rifiuta di andare a combattere e di aprire nuovi cimiteri di guerra (800.000 renitenti alla leva, secondo la stima del presidente della commissione Affari economici del Parlamento ucraino, Dmytro Natalukha, riferito al quotidiano “Financial Time”). Un recente sondaggio dell’agenzia USA Gallup attesta che la maggioranza degli ucraini vuole negoziati e fine della guerra quanto prima possibile.
– Alimenti la contrapposizione contro la Federazione russa, un Paese che è geograficamente, storicamente, culturalmente, parte del continente europeo, un Paese rispetto al quale l’Italia non ha alcun contenzioso, nessuna controversia territoriale, né commerciale o economica, con cui, anche nel periodo della guerra fredda, seppe intessere proficui rapporti di cooperazione economica (basti ricordare qui la fabbrica di automobili di Togliattigrad, in cooperazione con la FIAT).
Roma, 8 gennaio 2025
Testo completo della petizione online www.peacelink.it/noarmiucraina
PROMOTORI DELLA PETIZIONE AL PARLAMENTO
Giovanni Ricchiuti, arcivescovo e presidente Pax Christi (primo firmatario della petizione insieme ad Alex Zanotelli)
Alex Zanotelli, missionario comboniano e direttore del mensile di Pax Christi Mosaico di Pace
Elena Basile, già Ambasciatrice in Svezia e Belgio, attualmente a riposo
Piero Bevilacqua, già ordinario storia contemporanea Università di Roma La Sapienza
Ginevra Bompiani, scrittrice
Marina Boscaino, portavoce comitati contro ogni autonomia differenziata
Maurizio Brotini, sindacalista Cgil
Luciano Canfora, professore emerito dell’Università di Bari, filologo classico, storico e saggista
Don Angelo Cassano, presidente di Libera (Puglia), sacerdote
Andrea Catone, storico e saggista, direttore della rivista “MarxVentuno”
Angelo D’Orsi, già professore di storia delle dottrine politiche dell’Università di Torino
Roberta De Monticelli già Professore Ordinario di Filosofia moderna e contemporanea all’Università di Ginevra già Professore Ordinario di Filosofia della persona all’Università San Raffaele di Milano. Attualmente Senior Collaborator dell’Università San Raffaele, in quanto Direttrice del Centro di Ricerca PERSONA e della rivista ”Phenomenology and Mind”
Alessandro Di Battista, giornalista, scrittore, già parlamentare
Monica Di Sisto, giornalista di Askanews, esperta in commercio internazionale e economia solidale
Andrea Fumagalli, docente di Economia Politica all’università di Pavia, membro del blog Effimera.org e del Bin-Italia (Basic income network).
Domenico Gallo, Presidente di Sezione onorario Corte di Cassazione
Alfonso Gianni già parlamentare e membro del governo Prodi secondo, attualmente direttore della rivista trimestrale Alternative per il Socialismo
Claudio Grassi, già senatore della Repubblica, portavoce di “Il coraggio della pace: disarma”
Raniero La Valle, giornalista e saggista, già direttore del quotidiano cattolico l’Avvenire d’Italia, già parlamentare
Michele Lucivero, Osservatorio contro la militarizzazione della scuola e dell’Università, docente di Storia e Filosofia
Fabio Marcelli, copresidente del CRED (Centro di ricerca ed elaborazione per la democrazia)
Laura Marchetti, docente di Antropologia e Pedagogia Interculturale all’Università di Reggio Calabria, già Sottosegretario di Stato
Alessandro Marescotti, presidente di PeaceLink, mediattivista, già docente di Lettere
Lea Melandri, scrittrice, saggista, giornalista, Presidente della Libera Università delle Donne di Milan.
Vito Micunco, referente Comitato per la pace Bari
Luisa Morgantini, sindacalista e attivista per la pace, già vice Presidente Parlamento Europeo, presidente AssoPacepalestina
Moni Ovadia, uomo di teatro
Sabrina Pignedoli, giornalista, saggista, ex europarlamentare
Carlo Rovelli, scienziato, fisico, saggista e divulgatore scientifico italiano, specializzato in fisica teorica, attualmente docente in Francia all’Università di Aix-Marseille
Linda Santilli, attivista politica femminista, insegnante
Enzo Scandurra, già ordinario di Urbanistica nell’università Sapienza di Roma
Vauro Senesi detto Vauro, disegnatore
Francesco Sylos Labini, saggista, dirigente di ricerca del Centro Ricerche Enrico Fermi
Massimo Wertmuller, attore
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