Dolce&Gabbana, la mostra brilla al Grand Palais

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La sala Traditions siciliennes. Mark Blower Photography.

Potrebbe essere vissuta come una celebrazione, ma anche come un riconoscimento e perfino la caduta delle barriere sul primato della moda tra Parigi e Milano, fatto è che al Grand Palais di Parigi va in scena, dal 10 gennaio fino al 31 marzo, Du Coeur à la main – Dolce&Gabbana. E suona bene tradotto in francese quel Dal cuore alle mani che ha sfolgorato nelle sale del Palazzo Reale di Milano fino allo scorso 4 agosto (data di chiusura procrastinata rispetto al previsto) dove ha segnato il record della mostra più vista di quel prezioso spazio espositivo.

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“Siamo emozionatissimi! Dopo il successo di Milano, che non ci aspettavamo, ora siamo a Parigi. Certo, mentre preparavamo la mostra, eravamo coscienti di stare facendo qualcosa di eccezionale per noi, ma non potevamo sospettare un successo così grande. Tanto che il presidente del Grand Palais, Didier Fusillier, ci ha invitato a venire in Francia. E ora siamo i primi italiani della moda a esporre al Grand Palais” dicono Domenico Dolce e Stefano Gabbana. E l’orgoglio del riconoscimento, meritato e innegabile, li classifica non solo come meritevoli ambasciatori del Made in Italy ma come narratori della “bellezza italiana” attraverso la moda, nonché come esempio ed esaltazione del ruolo del “fatto a mano”.

Il Grand Palais parla italiano

Dolce&Gabbana, la mostra brilla al Grand Palais- immagine 3

La sala Rêve de divinitès. Mark Blower Photography.

Dice Didier Fusillier, presidente del Grand Palais che “la chance di questo magnifico posto al centro di Parigi è di essere completamente vuoto”. Inaugurato per l’Esposizione Universale del 1900, la grande struttura Modernista in pietra, vetro e acciaio ospita da allora fiere d’arte, sfilate e altre manifestazioni di interesse pubblico (alle scorse XXXIII Olimpiadi ha ospitato le gare di Scherma e di Taekwondo). Quindi, in questo contenitore che ha la caratteristica di avere uno stile determinato ma di non determinare il contenuto, arriva il racconto dell’Alta Moda, dell’Alta Sartoria e dell’Alta Gioielleria di Dolce&Gabbana, espressione iper italiana di creatività e di lavorazione manuale.

Dolce&Gabbana, la mostra brilla al Grand Palais- immagine 4

La sala dedicata all’Opera. Mark Blower Photography.

“À la main” oppure “fait main”, dicono i francesi facendo dei due organi prensili del nostro corpo un solo strumento al singolare che diventa metodo: “a mano”.  E di questo fatto a mano, con il quale l’Italia ha costruito una varietà enorme di bellezze monumentali, Dolce&Gabbana fa da sempre una sua caratteristica. E ora che nell’itinerario del Grand Tour che da anni il marchio sta costruendo con gli eventi dell’Alta Moda/Sartoria/Gioielleria in Italia si inserisce anche questa eccezionale tappa espositiva a Parigi.

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E proprio nella città dove tra i lavoratori degli atelier di Haute Couture c’è una specializzazione che si chiama “Petite Main”, il fatto a mano assume un valore generale che parte dal marchio e sconfina nel significato di “italiano”.  “Il saper fare italiano, la sartoria… Ma soprattutto, quel significato del fatto a mano che vuol dire anche relazione umana. Siamo quindi orgogliosi che, attraverso noi, stasera a Parigi si esponga l’Italia con Milano, la Sicilia, la Liguria, la Puglia, Venezia, Napoli, Palermo…” insistono gli stilisti elencando i luoghi del loro “Alto Grand Tour”.

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La sala dedicata a Il Gattopardo. Mark Blower Photography.

“Abbiamo dovuto adattare la mostra agli spazi espositivi ma variando l’ordine il risultato non cambia. In realtà, avevamo previsto di andare a New York per la prima trasferta della mostra, ma l’invito di Parigi ha sconvolto il percorso”. Parigi, una città che non rientra tra i riferimenti dei due stilisti. Anche se, precisano, “quando abbiamo iniziato a lavorare il nostro obiettivo era di diventare come Coco Chanel; e, infatti, il primo quadro che abbiamo comprato è quello di Andy Warhol con la boccetta di Chanel N 5. E poi, nella moda abbiamo tre maestri: Cristóbal Balenciaga, Christian Dior e Yves Saint Laurent”… Più Parigi di così non si può. Anche se “Parigi non c’è mai stata nella nostra storia… E ora succede che la mostra…Quindi, siamo venuti in punta di piedi. Nel puro spirito italiano, quando si è ospiti bisogna stare alle regole di chi ti ospita e dell’ospitalità”.

Eccoli allora Domenico e Stefano e Dolce&Gabbana al Grand Palais con oltre 200 abiti distribuiti in 11 sale a tema: Fait main, Rêve de divinitès, Traditions siciliennes, Baroque blanc, Le Guépard, La Dévotion, Au coeur de Milan…Una mostra da percorrere interamente e che mantiene tutte le caratteristiche dell’originaria di Milano.

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Dolce&Gabbana, la mostra brilla al Grand Palais- immagine 6

La sala dedicata alla sartoria. Mark Blower Photography.

“Noi abbiamo raccontato una verità nostra, correndo dei rischi. Abbiamo allestito una mostra che esprime la nostra storia vera, semplice, per quello che è. Senza intellettualismi e senza filtri. Abbiamo raccontato la bellezza dell’Italia attraverso la moda. È questa autenticità trasformata in linguaggio che ha ottenuto il successo di pubblico” dicono quando chiedo qual è stata, secondo loro, la ragione del grande risultato a Milano. Pronto a essere replicato qui a Parigi dove al vernissage sono arrivate le dive locali, da Monica Bellucci a Fanny Ardant e Juliette Binoche. Chiedo: che cosa direste ai francesi per spiegare la vostra moda? “ La moda non si dice. La moda si percepisce” rispondono in coro. Come sempre. Come uno stilista a due teste.



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