50 giovani da seguire nel 2025

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La lista di inizio anno dei 50 giovani da seguire è una delle tradizioni più durature di Ultimo Uomo. Ad ogni puntata pubblichiamo dieci nomi: qui trovate la prima, qui la seconda, qui la terza, qui la quarta. Le indicazioni di rito: non troverete giocatori nati prima del 2005 e nemmeno quelli, talmente precoci, da averci costretto a scriverne già o di cui per la stessa ragione intendiamo scrivere più approfonditamente a breve. Per esempio Lamine Yamal, Francesco Camarda, Pau Cubarsí, Estevao, Ethan Nwaneri, Antonio Nusa, Andrija Maksimovic.

RODRIGO MORA, 2007, PORTO (PORTOGALLO)

Il mondo del calcio europeo sembra avere un costante bisogno di nuovi rifinitori eleganti portoghesi con i capelli mossi e l’espressione malinconica in campo. E ora che la stella di João Félix si sta spegnendo, si è accesa quella di Rodrigo Mora. Con il Porto ha firmato il primo contratto professionistico nel giugno 2023 e in questa stagione ha iniziato ad avere minuti con continuità in prima squadra. Mora è un brevilineo rapido di gamba, dal gioco elegante e fantasioso. Già a livello giovanile ha mostrato un talento innato per muoversi tra le linee in zona di rifinitura e liberarsi per la ricezione o superare agilmente la pressione col primo controllo. Sembra avere il velcro attaccato agli scarpini per controllare meglio il pallone e un infinito bagaglio di finte negli spazi stretti, ma soprattutto ha un’ottima sensibilità nel tiro.

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Figlio di un ex calciatore professionista, a 9 anni è entrato nelle giovanili del Porto, ma ha raccontato il padre José Manuel a Marca che da bambino non guardava i cartoni, ma gli chiedeva sempre di mettere il canale ufficiale del Real Madrid ed esultava pure alle partite del Castilla. È cresciuto quindi con certi standard estetici, insomma.

Dopo varie presenze da subentrato nelle ultime 2 partite del 2024 è partito titolare giocando come trequartista. Nel derby contro il Boavista ha segnato già un gol da ricordare, in cui partendo in conduzione verso l’area, tra finte di corpo e pause mette da solo sotto scacco tutta la difesa fino a liberarsi per calciare in rete appena arrivato al limite dell’area. Il Porto lo valuta già almeno 60 milioni.

BAZOUMANA TOURÉ, 2006, HAMMARBY (COSTA D’AVORIO)

Bazoumana Touré ha una serie di caratteristiche che lo rendono piuttosto peculiare. È mancino ma gioca a sinistra e quando punta l’avversario spesso decide di rimanere sul binario. Non è particolarmente esplosivo o veloce sulle lunghe distanze ma non è facile da marcare, sa dribblare spostando il pallone al momento giusto. È un’ala ma le sue caratteristiche migliori sembrano avvicinarlo di più a una seconda punta. Touré si inserisce bene in area e davanti alla porta avversaria non trema.

Nato e cresciuto ad Abidjan, è arrivato in Svezia meno di un anno fa e, 9 gol in 23 presenze dopo, oggi già se ne riparla per un nuovo trasferimento. A quanto pare il Brighton ha già chiesto informazioni per lui e il Celtic sarebbe convinto a fare una prima offerta, per avvicinarsi alla richiesta di 10 milioni di sterline. «Ho detto a Bazou che se lo vendiamo a gennaio è solo per una cifra record per il mercato svedese», ha dichiarato il direttore sportivo dell’Hammarby. Dopo Boniface e Gift Orban, un altro attaccante africano potrebbe arrivare in Europa passando per la Scandinavia.

ARCHIE GRAY, 2006, TOTTENHAM (INGHILTERRA)

Archie Gray ha il nome da protagonista di una striscia di fumetti e la faccia da cartone animato. È entrato nella Academy del Leeds a 9 anni e a 15 ha iniziato ad allenarsi in prima squadra, su richiesta di Bielsa, che stravedeva per lui. A lanciarlo però è stato la scorsa stagione Daniel Farke, facendone da subito un titolare del suo Leeds in Champioship. Gray ha iniziato come mediano davanti alla difesa, per poi diventare il terzino destro della squadra durante la stagione. Uno scivolamento curioso da un punto di vista tattico, ma che ha funzionato: in estate è stato comprato dal Tottenham per 41 milioni di sterline, diventando il minorenne più costoso nella storia della Premier League.

Questa sua duttilità è addirittura aumentata al Tottenham: Gray fin qui ha giocato da terzino destro e sinistro in Europa League, per poi diventare il centrale titolare della squadra di Postecoglou nelle ultime giornate per via degli infortuni, giocando una partita fantastica in coppa contro il Liverpool.

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A 18 anni, vederlo giocare con sicurezza e carisma in Premier League è un bello spettacolo. Gray sembra nato per giocare a calcio ad alti livelli ed è composto in ogni posizione del campo. Non ha qualità atletiche incredibili, ma col pallone è decisamente a suo agio, capace di sfuggire alla pressione con le sue doti nello stretto, imparate allenandosi per 9 anni anche a Futsal, un repertorio di finte, giocate di suola e dribbling nello stretto davvero sorprendente. In fase difensiva è sempre pulito negli interventi, più di letture che non di esuberanza fisica. Insomma, Gray ha tutto quello che serve per giocare in diversi ruoli del campo con successo e nel 2025, probabilmente, gli toccherà probabilmente fare da tappabuchi nel Tottenham. Il suo futuro dipenderà da come vorranno plasmarlo i suoi allenatori e per lui la speranza è che possa trovarne uno capace di tirare fuori il meglio.

VITOR REIS, 2006, PALMEIRAS (BRASILE)

Se siete fan dell’ampia tradizione dei centrali brasiliani tecnici ed eleganti, una tradizione che va da Aldair a Thiago Silva a Juan, allora vi piacerà questo nuovo prodotto delle giovanili del Palmeiras, che scivola senza scomporsi, difende cercando di leggere le azioni in anticipo. Una serie di doti sviluppate forse a doti atletiche non eccezionali. È un metro e 86, ma ha guadagnato centimetri solo negli ultimi anni, e il suo corpo si è allungato lasciando una muscolatura filiforme. E così Reis ha dovuto fare di necessità virtù: «È la testa che ha fatto la differenza», ha detto parlando del suo rapido ambientamento nell’undici titolare, dove è subentrato al posto di Luan, che aveva giocato oltre 150 partite col club. È stato votato come miglior difensore del Sudamericano Under 20. È cresciuto in una difesa a quattro ma, arrivato in prima squadra, ha giocato anche in una difesa a tre (l’allenatore ha cambiato sistema proprio per non privarsene).

Se tutto va come deve andare, farà parte della Seleçao del futuro, quella della generazione di Estevao ed Endrick. Come per loro, si parla di Reis anche per il mercato internazionale, anche se lui ha ovviamente precisato che per ora non ci pensa e che vuole solo vincere. In Inghilterra dicono che il Manchester City abbia fatto un’offerta di 40 milioni per prenderlo già questo gennaio, il Palmeiras vorrebbe averlo comunque a disposizione fino a dopo il Mondiale per Club, in estate.

MARCO PALESTRA, 2005, ATALANTA (ITALIA)

Nel suo nome il suo destino, e dunque Marco Palestra a 19 anni ha già un fisico molto strutturato che gli ha permesso di reggere con grande nonchalance le prime partite da professionista che Gasperini gli ha concesso in questo inizio di stagione. È il giocatore offensivo più quotato del settore giovanile italiano più quotato, ed è normale che si parli molto di lui. Luciano Spalletti, persona notoriamente ossessionata dalla forza fisica delle persone, lo ha già citato in un’intervista, così, en passant. Ovviamente sbagliando il suo nome, da Palestra a Traversa. «Ha una forza incredibile. Probabilmente, se fosse stato in un’altra società, lo avrebbero già gettato nella mischia, avrebbe fatto sicuramente scalpore per le qualità che ha, ma loro lo sanno anche aspettare, sanno dosare quando è il momento di farlo esordire e giocare. Lo tutelano».

Palestra è un esterno di grande gamba e forza fisica, così come potete immaginare gli esterni dell’Atalanta di Gasperini se fossero creati in laboratorio (siamo sicuri che Palestra non lo sia?). La differenza atletica con i suoi pari età è imbarazzante. Specie quando va oltre i primi due o tre passi Palestra pare travolgerli. Ha una tecnica asciutta, da esterno italiano che basa il grosso della sua influenza sull’atletismo e l’intensità. Con l’Under 19, insieme a Ciamaglichella, si è messo in mostra con una rete di sinistro – non il suo piede – davvero notevole.

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Mentre scrivo ha accumulato una settantina di minuti stagionali, dai quali è difficile farsi un’idea. Palestra dà comunque l’idea di un giocatore sostanzialmente pronto, che in un sistema semplificato come quello dell’Atalanta di Gasperini può trovare sempre più spazio – avendo davanti a sé un “maestro” dalle qualità simili alle sue come Bellanova. Un giocatore devastante negli anni giovanili ma che ci ha messo qualche anno per trovare la propria utilità tra i professionisti. Palestra ha margini più interessanti col pallone ma si pone per lui un problema simile: come adatterà il suo gioco a un contesto in cui il suo impatto fisico non è più così soverchiante? Credo che lo scopriremo presto.

KENDRY PAEZ, 2007, INDEPENDIENTE DEL VALLE (ECUADOR)

Kendry Paez ha 17 anni ma se ne parla in Europa almeno da quando ne aveva 15, e questo dice quasi tutto. I suoi record di precocità rendono meno retorico il termine “predestinato”. Con il suo gol all’esordio con l’Independiente del Valle, nel febbraio del 2023, è diventato contemporaneamente il più giovane esordiente e il più giovane marcatore del campionato ecuadoriano. Ho esordito in Nazionale maggiore a settembre di quell’anno, diventando il secondo più giovane esordiente di sempre nella storia delle Nazionali sudamericane nelle qualificazioni ai Mondiali dopo Diego Armando Maradona e aggiungendo un altro fiore all’incredibile primavera di talento che sta investendo l’Ecuador negli ultimi anni. Nelle sue prime due partite ufficiali, contro Uruguay e Bolivia, ha fatto gol e assist.

Tecnicamente è un’ala destra ma ha uno spirito da enganche, quei trequartisti così tipicamente sudamericani che ripiegano in zone centrali di campo per associarsi con i compagni e accompagnare la squadra in zona di rifinitura. Non è alto né veloce ma la sua visione di gioco e la sua sensibilità col sinistro possono farvi prendere una bella sbandata. I calzettoni bassi, i dribbling difensivi per eludere la pressione, la morbidezza dei suoi cambi di gioco sono lì a testimoniarlo.

Nell’estate del 2025 si completerà definitivamente il suo passaggio al Chelsea, che un anno e mezzo fa ha speso circa dieci milioni di euro per arrivare a questo momento. La Premier League sembra il contesto peggiore possibile per le sue caratteristiche, e non è chiaro come farà a ritagliarsi in una squadra che colleziona giocatori come miniature dei Cavalieri dello Zodiaco, ma con un talento così non si sa mai.

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PAUL WANNER, 2006, HEIDENHEIM (GERMANIA)

Wanner è un trequartista d’alta classe che gioca per una delle peggiori squadre della Bundesliga, che non vince una partita da fine settembre. Persino in questo contesto, però, Wanner dimostra di essere di un altro livello. Non a caso è in prestito dal Bayern Monaco, squadra in cui è cresciuto e fin da piccolo è considerato un prodigio. Dopo il prestito in Austria la scorsa stagione ora si deve fare le ossa lottando per non retrocedere in Bundesliga. L’eleganza e precisione dei suoi movimenti, la creatività del suo gioco stride rispetto ad un contesto ruvido e pratico. Nell’Heidenheim è il principale rifinitore, ma anche la luce della manovra a centrocampo, il giocatore che riesce a ripulire o a dare la pausa sotto pressione.

Nato in Austria, ma cresciuto in Germania, Wanner è abituato ad essere sotto i riflettori da sempre. È paragonato a Özil e da sempre è riconosciuto come una delle speranze del calcio tedesco. Ancora oggi però è conteso tra le due Nazionali, con il ct dell’Austria Rangnick che ha provato a convocarlo per la maggiore, dopo un percorso passato completamente in quelle giovanili tedesche. A complicare le cose c’è Nagelsmann che, prima di diventare CT della Germania, l’aveva fatto salire in prima squadra al Bayern Monaco. Di certo già oggi potrebbe non sfigurare nella batteria di rifinitori della sua Germania. In futuro potrebbe passare in una squadra di alto livello della Bundesliga, come ad esempio il Borussia Dortmund o il Bayer Leverkusen, nel caso in cui dovesse partire Wirtz. Il 2025 in questo senso ci dirà qualcosa.

SABA KHAREBASHVILI, 2008, DINAMO TBILISI (GEORGIA)

Il calcio georgiano sta vivendo un piccolo rinascimento e Kharebashvili è uno dei nomi da circoletto rosso. Passato in prima squadra della Dinamo Tbilisi a 15 anni, negli ultimi mesi il suo nome è stato accostato a Real Madrid e Barcellona. Kharebashvili è sembra molto più vecchio dell’età che ha, con le spalle larghe e la mascella scolpita. Promette di essere uno di quei terzini offensivi con tanto volume di gioco, letture di gioco dentro al campo, idealmente a sinistra, ma può essere schierato anche da centrale. Per lo stile di gioco versatile e coraggioso il paragone più immediato è quello con Calafiori. Insomma, quando Kharebashvili vede lo spazio davanti a sé parte subito in conduzione a testa alta cambiando frequenza di passo, con una accelerazione in conduzione che brucia l’anticipo avversario. Se riceve già nella metà campo avversaria, è sereno nel controllare il pallone e i suoi cross spesso sono precisi (e infatti spesso gli lasciano la battuta di angoli e punizioni ). La struttura fisica promette solidità nei duelli individuali, ma ha ancora margine nell’uso del corpo, soprattutto nei duelli aerei.

KOSTANTINOS KARETSAS, 2007, GENK (BELGIO-GRECIA)

Kostantinos Karetsas fino a un paio d’anni fa era il prodotto più pregiato delle giovanili dell’Anderlecht e la sua gestione è un po’ lo specchio della crisi istituzionale dei “mauves”, che non vincono un campionato addirittura dalla stagione 2016/17. L’Anderlecht, infatti, non aveva un piano preciso per il suo futuro, a differenza del Genk, squadra della sua città natale, che gli aveva prospettato di esordire già a 15 anni con la seconda squadra. Così Karetsas ha lasciato Bruxelles e oggi, a diciassette anni da poco compiuti, è quasi un titolare del Genk in testa alla classifica del campionato belga.

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Karetsas è nato e cresciuto in Belgio, ha esordito con l’Under 21 dei “diavoli rossi”, ma non ha ancora scelto in quale Nazionale giocherà da grande: com’è facile capire dal suo nome, infatti, le sue origini sono greche e non ha escluso di accettare un’eventuale convocazione da parte della Nazionale ellenica.

Di sicuro, c’è tanto della formazione belga nel suo modo di stare in campo. Sinistro naturale, anche se, a differenza di molti mancini, non teme di utilizzare il destro, Karetsas è un’ala brevilinea abile nel saltare l’uomo. È stato schierato anche a piede naturale, sulla sinistra, ma com’è facile immaginare il meglio lo dà a piede invertito, quando può puntare l’uomo sul vertice dell’area. Tra tunnel e sterzate ci ha messo poco a far capire anche ai più grandi la portata del suo talento e Thorsten Fink, l’allenatore del Genk, crede così tanto in lui che quando è in campo è Karetsas a occuparsi dei calci piazzati; non solo degli angoli, ma anche delle punizioni, dove dimostra di avere un sinistro delicato e preciso, anche se ancora quest’anno non ha segnato. Fortunato chi, tra Grecia e Belgio, riuscirà ad accaparrarselo per i prossimi anni.

CAN UZUN, 2005, EINTRACHT (TURCHIA)

Can Uzun è stato paragonato a Kakà ed esulta con la Dybala Mask ma c’entra poco con i nomi che direttamente o indirettamente gli sono stati avvicinati. Piuttosto asciutto e funzionale nel trattare il pallone, Uzun assomiglia più a un giocatore come Kai Havertz: un trequartista tecnico ma che non vive in simbiosi con il pallone e che si sa inserire piuttosto bene in area. In Germania se n’è iniziato a parlare a partire dalla scorsa stagione. Il 12 agosto del 2023 Uzun, che è cresciuto nel Regensburg dove è stato compagno di squadra di Yildiz, ha esordito con la maglia del Norimberga segnando tre gol e due assist in una partita di Coppa di Germania, e da lì non si è più fermato. In Zweite Bundesliga ha chiuso la stagione con 16 gol in 30 partite, frutto soprattutto di una grande tecnica di calcio con il destro, che sa usare in molti modi diversi e con grande intelligenza. 

Opzionato in fretta e furia dall’Eintracht Francoforte, il suo impatto con il calcio di primo livello non è stato semplice. In Bundesliga finora ha giocato solo una partita da titolare (persa contro il Lipsia) e in Europa League, dove sta giocando con un po’ più di continuità, non è ancora riuscito a segnare. Vedremo se il 2025 sarà l’anno giusto per salire un altro gradino del suo percorso di crescita.





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