Via i reperti dal museo? Orentano non ci sta e lancia una petizione

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A Orentano c’è chi dice no. Nella frazione del comune di Castelfranco di Sotto nasce un comitato per dire no allo spostamento dei reperti storici dal museo orentanese a quello castelfranchese. A annunciare la novità è stato il sindaco Fabio Mini a inizio 2025, ma nelle ultime ore un gruppo denominato Comitato Orentano 56020 ha deciso di contrapporsi all’iniziativa e ha lanciato una petizione.

Nella nota social, il comitato parla di “un fulmine a ciel sereno, che ha portato sgomento e frustrazione in tutta la popolazione e che tradisce completamente quanto da Mini era stato scritto nel programma elettorale con il quale aveva chiesto i voti a Orentano sei mesi fa”. Si parla anche di “continuo boicottaggio” delle frazioni facendo riferimento alle chiusure tra Orentano e Villa Campanile e anche al Dolcione, storico evento estivo che non è stato fatto nel 2025.

“Il museo di Orentano con i suoi reperti rappresenta un elemento supremo di identità Orentanese e del territorio. Una ricchezza sia in termini di valori economici, sia in termini di valori culturali e di identità inestimabili. Un museo creato da Orentanesi per gli Orentanesi. Apprendiamo dai media che il problema sarebbe il costo dell’affitto e certi lavori di ammodernamento. Questo viene presentato come se fosse un problema insuperabile o un risparmio per il contribuente che quindi pagherebbe meno tasse. Si dà ad intendere alla persona comune, magari poco avvezza ai bilanci di un Comune, che chiuderlo porterebbe ad un risparmio di 20mila euro l’anno. Cifra che appare enorme agli occhi del cittadino comune. Ma quello che non viene detto e’ l’incidenza in percentuale, dell’affitto del Museo sul totale dei costi del Comune. Perché la realtà è che sono 20mila euro di costi all’interno di una spesa annuale complessiva di 14 milioni di euro” continua il comitato.

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E ancora: “Come Orentanesi, chiediamo ai tre assessori Orentanesi in maggioranza, Nicola Sgueo, Filomena De Donato e Davide Bartoli, di non cooperare con questo scempio ed opporsi a questa decisione, per il bene del paese in cui vivono e dei loro compaesani. Scempio che danneggerà loro stessi, così  come tutti i loro elettori e non elettori. Chiediamo a Nicola, Filomena e Davide, di non rimanere in silenzio anche questa volta ma di dimostrare al Paese di essere Orentanesi prima che uomini di Partito. Di dimostrare al paese in cui sono cresciuti, vivono e vivranno di avere a cuore i loro compaesani ed il benessere della comunità a cui loro sono andati a chiedere il voto”.

Mentre la petizione online va avanti ed è già a decine di firme, il caso diventa politico. Da Castelfranco Unita, gruppo di centrosinistra d’opposizione, arrivano forti le parole di Ilaria Duranti, Simone Benedetti e David Boldrini: “I reperti hanno un valore culturale e storico che vanno oltre il semplice valore materiale: sono testimonianze uniche di un passato che merita di essere preservato e valorizzato nel luogo in cui è stato trovato. Non accettiamo che la storia di Orentano venga cancellata. Purtroppo, il sindaco Mini e l’assessore alla cultura Nicola Sgueo non hanno risposto alle nostre domande e ci dispiace che tutto questo avvenga senza nessuna informazione e confronto con le frazioni”.

Ancora dal csx: “Noi crediamo che si possa e si debba trovare nell’immediato una soluzione alternativa per mantenere i reperti storici a Orentano e, nel frattempo, continuare a lavorare per completare l’acquisizione del palazzo Ficini in piazza Roma con l’obiettivo della sua riqualificazione totale in modo da renderlo uno spazio utile e funzionale per l’intera comunità delle frazioni dove al suo interno possano trovare sede la biblioteca comunale, gli uffici comunali distaccati, il museo e spazi per attività ludiche. Invece ormai da mesi assistiamo ad una politica di tagli e chiusure ai servizi di Orentano e Villa Campanile. Chiediamo al Comune di fermarsi e di lavorare insieme per trovare soluzioni che tengano conto dei bisogni dei cittadini delle frazioni”.

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