Codice identificativo nazionale, i dati aggiornati a ieri. Resta il nodo dei tantissimi abusivi. E chi cerca un affitto in città deve pagare sempre più
Premessa d’obbligo: dal 2 gennaio di quest’anno — come precisato sul portale del ministero retto da Daniela Santanchè — «i titolari o gestori delle strutture turistico-ricettive alberghiere ed extralberghiere; i locatori di unità immobiliari ad uso abitativo destinate a contratti di locazione per finalità turistiche e quelli di unità immobiliari ad uso abitativo destinate alle locazioni brevi» sono «suscettibili di sanzione per mancato ottenimento e/o esposizione e/o pubblicazione del Codice identificativo nazionale». E si tratta, secondo quanto stabilito dall’articolo 13-ter del decreto legge numero 145/2023, di multe salate: «da 800 a 8.000 euro, in relazione alle dimensioni della struttura o dell’immobile».
Come ottenere il Cin?
Attraverso «la Banca Dati nazionale delle Strutture Ricettive, accedendo alla piattaforma bdsr.ministeroturismo.gov.it con Spid o Cie. Una volta controllati i dati relativi alla struttura o locazione di tua pertinenza, potrai procedere con l’istanza».
Come va pubblicizzato?
Lo spiega sempre il ministero: il Codice va «esposto all’esterno dello stabile in cui è collocato l’appartamento o la struttura, assicurando il rispetto di eventuali vincoli urbanistici e paesaggistici, nonché va indicato in ogni annuncio ovunque pubblicato e comunicato». Di più, i «soggetti che esercitano attività di intermediazione immobiliare e quelli che gestiscono portali telematici hanno l’obbligo di indicare il Cin dell’unità immobiliare destinata alla locazione breve o per finalità turistiche, ovvero della struttura turistico-ricettiva alberghiera o extralberghiera, negli annunci ovunque pubblicati e comunicati, laddove questi contengano una rappresentazione chiara e sufficientemente esaustiva delle caratteristiche dell’immobile».
Fin qui la premessa.
Quante realtà hanno già chiesto (e ottenuto) il Cin?
A ieri, 8 gennaio 2025, in Italia, su 547.787 strutture registrate, erano stati rilasciati 495.513 Cin (di cui 5.566 in verifica amministrativa). Per una percentuale del 79,94% del totale.
I dati campani
In regione, su 27.977 strutture registrate i Cin rilasciati sono — sempre a ieri — 23.753 (di cui 446 in verifica amministrativa). In pratica si tratta dell’84,9% del totale delle realtà regolari. Appunto, di quelle già esistenti e censite. Perché il problema, sollevato ancora una volta nei giorni scorsi dall’Abbac — l’associazione di B&B, Affittacamere e Case Vacanze guidata da Agostino Ingenito — resta quello «delle strutture abusive e degli speculatori che, pur di restare online sulle piattaforme di prenotazione, hanno inserito Cin fasulli o copiati da altre realtà in regola». Ulteriore motivo «per potenziare l’azione di verifica» a tutela sia dei turisti, sia di coloro — tanti — che rispettano tutte le norme.
A Napoli il record di Cin
Nella provincia partenopea, rileva il ministero, l’98,23% delle strutture turistiche registrate ha chiesto e già ottenuto il Codice: in valori assoluti parliamo di 14.311 realtà su 16.038.
La altre province
A Salerno il Cin è stato già rilasciato al 79,80% delle strutture registrate; ad Avellino al 78,99; a Caserta al 75,61 e a Benevento al 69,20%.
Intanto gli affitti…Le ultime analisi dell’Ufficio Studi del Gruppo Tecnocasa registrano, a livello nazionale, «che i canoni di locazione continuano a crescere; la domanda di alloggi, sempre sostenuta, continua a fare i conti con una preoccupante carenza di offerta, in particolare di immobili da affittare con contratti di lunga durata. Si preferiscono, infatti, quelli transitori che continuano ad attirare sempre più i proprietari». Tranne in alcune città, come Milano, dove Tecnocasa evidenza un ridimensionamento del fenomeno degli affitti brevi». A Napoli, di contro, i canoni per i monolocali sono cresciuti negli ultimi mesi monitorati del 2,7%; per i bilocali l’incremento degli affitti è stimato mediamente intorno al 3,6%; mentre per i trilocali l’aumento si attesta sul 3,3%.
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