Ramy Elgaml, i pm valutano indagine per omicidio volontario dopo i filmati dell’incidente. Il padre: «Quelli sono carabinieri sbagliati»

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Cessione crediti fiscali

procedure celeri

 


di
Redazione Milano

Yehia Elgaml ha commentato i filmati in cui si sentono anche gli audio dei carabinieri:«È uscita una verità, non temo che quanto successo a mio figlio venga insabbiato. Mi fido della giustizia italiana, e come me la comunità egiziana». Il giovane era morto a novembre durante un inseguimento

Prestito condominio

per lavori di ristrutturazione

 

«Con il video è arrivata una verità, di questo sono contento, ho fiducia nei giudici e nella giustizia italiana: io, la mia famiglia e tutta la comunità egiziana. Fiducia al 100%. Quelli che ho visto nel video, uno, due, tre, sono carabinieri sbagliati. Ma non sono tutti uguali, e ho fiducia in quelli giusti». Lo dice parlando con i giornalisti Yehia Elgaml, il 19enne morto in seguito a un inseguimento con i carabinieri il 24 novembre, dopo la diffusione del video (da parte del Tg3 e del TgLa7) in cui si sentono i commenti dall’auto dei carabinieri con la dashcam all’inseguimento dello scooter su cui viaggiano Ramy e il conducente del mezzo Fares Bouzidi.

Il padre del 19enne ha spiegato di non avere paura che quanto realmente accaduto quella notte possa essere insabbiato: «No, non ho paura di questo, credo che uscirà tutta la verità, chiedo giustizia per mio figlio».




















































Nei nuovi video si vede l’inseguimento lungo otto chilometri per le vie del centro, poi l’epilogo all’angolo tra via Quaranta e via Ripamonti. Nelle immagini riprese da un’auto dei carabinieri, si vede un primo impatto tra la gazzella e lo scooter sul quale ci sono, appunto, due ragazzi: Ramy e il conducente Fares Bouzidi, 22enne tunisino. Dopo questo primo impatto, il mezzo a due ruote non cade. La dashcam registra anche le parole dei carabinieri sulla pattuglia («vaff… non è caduto») pronunciate dopo lo speronamento che avviene a velocità contenuta quando lo scooter arriva contromano da via della Moscova all’angolo con via Lovanio.

Nella ripresa della dashcam viene registrata anche la comunicazione via radio successiva ad un’altra pattuglia in cui viene comunicato che lo scooter «è caduto» e un militare risponde «bene». In quel momento però non è ancora chiara la gravità dell’incidente. Frasi che però gli amici di Fares e della famiglia di Ramy, e i loro legali, ritengono la possibile prova di una volontà dei carabinieri di speronare i due giovani. 

Ci saranno valutazioni in Procura a Milano sulla possibilità di contestare l’ipotesi di reato di omicidio volontario con dolo eventuale al carabiniere che era alla guida, che al momento è indagato per omicidio colposo stradale, assieme a Bouzidi. Gli inquirenti, però, da quanto si è saputo, dovranno valutare anche l’ipotesi di omicidio con dolo eventuale nel caso da contestare ad uno o più carabinieri.

Da quanto risulta, al momento oltre al carabiniere che era alla guida della macchina che ha inseguito lo scooter nelle fasi finali (otto chilometri di inseguimento in totale) accusato di omicidio stradale, così come Bouzidi, l’amico di Ramy, sono indagati altri due militari per reati che vanno dalla frode processuale e depistaggio al favoreggiamento. Anche le posizioni degli altri tre carabinieri (tre in totale le pattuglie dell’inseguimento) sono al vaglio nell’inchiesta coordinata dal procuratore Marcello Viola, dall’aggiunta Tiziana Siciliano e dai pm Marco Cirigliano e Giancarla Serafini. L’elenco degli indagati, da quanto si è saputo, potrebbe allungarsi, così come potrebbe essere contestata anche l’ipotesi di falso per l’annotazione di servizio sui fatti di quella notte. 

Le valutazioni principali, però, andranno fatte sulla ricostruzione dello scontro tra l’auto e lo scooter, tra via Ripamonti e via Quaranta, che ha portato alla morte del giovane. Da ciò che si evince dalle immagini acquisite si potrebbe anche arrivare a contestare ad uno o più carabinieri l’ipotesi di omicidio volontario con dolo eventuale, ossia con l’accettazione del rischio che l’evento morte si verificasse. Nelle immagini riprese da un’auto dei carabinieri, agli atti dell’inchiesta, si vede un primo impatto tra la gazzella dei militari e lo scooter. Dopo questo primo speronamento, la moto non cade. E si sentono, in successione, diverse frasi dei carabinieri. 

Una prima («vaff… non è caduto»), pronunciata subito dopo il primo scontro. Una seconda simile nel corso dell’inseguimento: «Chiudilo, chiudilo… no, mer… non è caduto». Infine, la terza, quando sembra effettivamente esserci un ulteriore contatto mentre i due mezzi sono praticamente attaccati, come testimoniano le immagini di una telecamera del Comune. I due ragazzi perdono il controllo del mezzo e a quel punto i carabinieri avvertono via radio che i due «sono caduti», in via Quaranta. E un loro collega risponde, sempre via radio, «bene». Dalle immagini pare che il 19enne possa essere rimasto schiacciato tra l’auto e il palo di un semaforo, perché la macchina e lo scooter, come si vede, si schiantano quasi nello stesso punto.

Carta di credito con fido

Procedura celere

 

Prestito personale

Delibera veloce

 

8 gennaio 2025 ( modifica il 9 gennaio 2025 | 09:02)

Richiedi prestito online

Procedura celere

 



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link