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Un dossier pubblicato recentemente dall’istituto di ricerca FiBL evidenzia l’efficacia di questo metodo sotto il profilo della fertilità del suolo e della biodiversità
È recentemente stato pubblicato da FiBL, uno dei principali istituti di ricerca in agricoltura biologica al mondo, un dossier che fornisce una panoramica dei risultati del famoso DOK Trial, un esperimento che da oltre 40 anni mette a confronto le performance di sistemi di coltivazione convenzionali, biologici e biodinamici. E i risultati su fertilità del suolo, clima e biodiversità premiano l’agricoltura biodinamica.
Il dossier riassume i risultati di una delle più importanti ricerche di lungo termine al mondo e abbiamo chiesto un commento sui risultati della sperimentazione ad alcuni degli autori del libro L’insopportabile efficacia dell’agricoltura biodinamica, Nadia El-Hage Scialabba, Alessandro Piccolo e Carlo Triarico. Un testo ricco di fonti che mette in risalto il supporto scientifico alle pratiche biodinamiche antesignane dell’agroecologia e illustra la capacità della biodinamica di preservare la funzionalità e la salute dell’ecosistema agroalimentare.
Nadia El-Hage Scialabba, ecologa, ex-dirigente della FAO (Nazioni Unite) e collaboratrice del Swette Center dell’Università statale dell’Arizona (USA) ci spiega l’importanza di alcuni risultati della sperimentazione DOK di FiBL. «La sperimentazione svizzera DOK è la più longeva e la più rigorosa che esista al mondo. È da 45 anni che ricercatori confrontano sistemi biodinamici, biologici e convenzionali in termini di rese, qualità del suolo, qualità del raccolto e dal 2006, anche dell’impatto dei sistemi sul clima, il tutto documentato con oltre 130 pubblicazioni scientifiche».
La sperimentazione DOK è iniziata nel 1978 ed è tuttora in corso. Lo studio analizza le differenze tra i seminativi coltivati utilizzando i tre metodi agricoli, convenzionale, biologico e biodinamico. I risultati della ricerca si riferiscono a cinque piante utili che attualmente vengono coltivate alternativamente in periodi di rotazione delle colture di sette anni: mais insilato, soia, grano invernale, patata e trifoglio.
Fertilità e biodinamica
«Rispetto ai sistemi fertilizzati convenzionalmente con input chimici, le rese biologiche e biodinamiche di patate, grano, mais, soia e trifoglio sono in media del 15% inferiori», continua El-Hage Scialabba. «Ma la quantità di azoto nel suolo, di carbonio organico del suolo (SOC), il pH del suolo, e la qualità biologica del suolo del sistema biodinamico risultano costantemente e nettamente superiori ai sistemi biologico e convenzionali».
Emissioni di gas serra: -56%
«Le emissioni di gas serra del suolo nei sistemi biologico e biodinamico sono in media 56% inferiori dei sistemi convenzionali, con il sistema biodinamico che si distingue in termini di emissioni inferiori di metano e di protossido di azoto. Applicando una valutazione del ciclo di vita agli studi DOK dal 1985 al 1998, l’utilizzo energetico e il potenziale di riscaldamento globale del sistema biodinamico è il più performante, sia per ettaro (63%) che per kg di raccolto (80%)».
Alessandro Piccolo, professore ordinario di chimica agraria dell’Università di Napoli Federico II e premio Fondazione Alexander von Humboldt (DE) per la chimica dell’Humus, commenta così i risultati dell’esperimento: «È un rapporto di ricerca di campo rilevantissimo per la massa di dati ottenuti in più di 40 anni di sperimentazione che fuga ogni dubbio sulla superiorità ecologica (chimica, fisica e biologica) e di controllo dei gas serra dell’agricoltura biodinamica». E aggiunge: «L’agricoltura biodinamica ha perfezionato l’uso di biotecnologie naturali di conversione della sostanza organica da fresca e labile in umificata e stabile, inserendo nelle pratiche agricole l’applicazione di varie forme di humus come bioattivatore biotecnologico, biostimolante vegetale, e rigeneratore della fertilità chimica, fisica e biologica del suolo, mantenendo al contempo buone rese colturali ed esaltando la qualità del prodotto primario».
Le basi scientifiche dell’agricoltura biodinamica
Il lavoro di ricerca svolto dal professore Piccolo presso l’Università di Napoli ha evidenziato le caratteristiche specifiche e l’efficacia dell’Humus Biodinamico. I risultati della sua ricerca sono pubblicati su importanti riviste scientifiche (a questo link è possibile scaricare una delle ultime ricerche di Piccolo sul significato di umificazione nel suolo) e diffusi attraverso la partecipazione a convegni ed eventi specifici. La rivista PlosBiology ha inserito Piccolo nella lista dei 100.000 scienziati più influenti al mondo. È inoltre Chief Editor della collection (serie tematica) sull’agricoltura biodinamica The scientific bases of biodynamic agriculture della rivista “Chemical and biological technologies in Agriculture”, una peer-reviewed dell’autorevole editore scientifico Springer-Nature open-access journal. “La Collection ha l’obiettivo di raccogliere ricerche sui diversi argomenti inerenti alle pratiche agricole biodinamiche che hanno un impatto su aspetti quali la resa delle colture, la fertilità del suolo, la qualità del prodotto, la qualità e i processi di compostaggio e la resistenza delle piante, per fare qualche esempio. Colgo l’occasione per invitare tutti coloro che svolgono ricerca scientifica in biodinamica (in Italia e all’estero) a sottomettere i propri risultati alla rivista”.
Carlo Triarico, storico della scienza, presidente dell’Associazione per l’Agricoltura Biodinamica e membro del Comitato permanente per la ricerca in agricoltura biologica e biodinamica del Ministero delle Politiche Agricole, aggiunge: «La ricerca DOK è solo un esempio della letteratura che, sotto specifiche diverse condizioni, ha rilevato l’efficacia delle tecniche biodinamiche. La letteratura scientifica referata demolisce una narrazione ostile fondata su posizioni ideologiche che la scienza dovrebbe invece rifuggire. In realtà basterebbe dare voce ai ricercatori membri della Società Italiana di Scienze Biodinamiche per documentare i dati emersi nel panorama mondiale della ricerca. L’Associazione per l’Agricoltura Biodinamica ripropone l’opportunità di far cadere finalmente il veto tacito che in Italia impedisce di rendere pubbliche le ricerche scientifiche sulla biodinamica, di sostenere la ricerca e la formazione e di avviare quella riabilitazione di tanti imprenditori seri del nostro paese che con la biodinamica portano l’eccellenza agroalimentare nei mercati internazionali».
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