È ufficiale: il governo degli USA è stato autorizzato a mettere in vendita più di 69.000 BTC.
Il valore totale di quei Bitcoin supera abbondantemente i sei miliardi di dollari.
La vendita dei Bitcoin (BTC) del governo USA
La vendita è stata autorizzata a fine dicembre da una sentenza del giudice Richard Seeborg, ma se ne è avuta notizia soltanto ieri.
Tale sentenza non fa comunque altro che rimuovere ogni ostacolo alla possibile vendita, ma non la intima.
La decisione spetta invece agli attuali proprietari di quei 69.370 BTC (Bitcoin), ovvero il Dipartimento della Giustizia del governo statunitense.
Per quanto se ne sa, tale decisione non sarebbe ancora stata presa, anche perchè c’è in ballo un’altra questione.
La Riserva Strategica in Bitcoin
Quei 69.370 BTC provengono da un sequestro ai danni di una persona coinvolta nel caso di Silk Road.
In realtà attualmente risulterebbe che i Bitcoin in possesso del DoJ (Department of Justice) siano in totale 198.000, provenienti da più sequestri.
Stando a quanto dichiarato da Donald Trump in campagna elettorale, l’intenzione sarebbe quella di non venderli, ma di inserirli all’interno di una nuova riserva strategica nazionale.
Però Trump entrerà in carica solamente il 20 gennaio, ovvero tra due lunedì, e l’amministrazione Biden su questo punto non concorda. Infatti già ad inizio dicembre, quasi un mese dopo la vittoria di Trump, l’amministrazione Biden ha venduto circa 10.000 BTC in possesso del DoJ.
Quindi da un lato c’è ancora l’attuale amministrazione pronta a vendere quei Bitcoin ora che di fatto è stata autorizzata dal tribunale, mentre dall’altro c’è il tempo che stringe prima che entri in carica la nuova amministrazione Trump.
Un portavoce dell’attuale amministrazione ha dichiarato che intendono procedere con la vendita, ma occorrerà vedere se riusciranno a procedere per tempo.
L’impatto sul prezzo di BTC
Il prezzo di Bitcoin è in calo da qualche giorno.
Il Dollar Index molto elevato, ed in ulteriore crescita, fa ritenere altamente improbabile un rimbalzo sul breve periodo.
Quando ad agosto dell’anno scorso una vendita simile venne effettuata dal governo tedesco, il prezzo di Bitcoin subì un calo, ma solo momentaneo.
Sebbene non sia ancora detto che l’amministrazione Biden riesca a procedere con la vendita, nel caso in cui avvenisse è plausibile immaginare che questa possa avere un impatto negativo sul prezzo.
Tuttavia in questo momento storico la pressione di vendita di BTC sui mercati crypto è bassa, pertanto il colpo potrebbe anche essere in qualche modo riassorbito, anche se magari solo in modo parziale.
Inoltre sembra improbabile che tale vendita possa andare per le lunghe, e ciò potrebbe anche impedirle di avere impatti negativi sul medio periodo.
L’andamento del prezzo di Bitcoin (BTC)
Il sentiment del mercato attualmente sembra essere chiaramente pessimista, sul breve o medio-breve periodo, ma non vi sono chiari segnali che lo sia anche a medio termine.
All’interno di una bullrun, come quella che è iniziata a novembre, non è affatto strano che vi siano momenti di correzione, o addirittura di ritracciamento.
In altri termini, non sarebbe affatto strano se in effetti il prezzo di Bitcoin durante questo mese di gennaio finisse per scendere ancora, magari anche sotto i 90.000$ o persino sotto gli 80.000$.
Non va dimenticato che Bitcoin è un asset volatile, quindi queste cose ogni tanto inevitabilmente accadono.
Il discorso però cambia se ci si allunga ad analizzare il possibile andamento a febbraio, o magari anche a marzo ed aprile. In questo caso infatti le possibilità di ulteriori discese sembrano ridursi parecchio, e diventa persino possibile immaginare un rimbalzo, perlomeno in teoria.
Gli ETF su Bitcoin spot
A certificare il pessimismo sul breve termine sono i forti deflussi dagli ETF.
Ieri si è verificato uno dei deflussi complessivi giornalieri maggiori da quando sono sbarcati sui mercati un anno fa, con quasi 570 milioni di dollari persi in un solo giorno.
Tuttavia nei giorni precedenti ci sono anche stati due giorni di afflussi quasi record, superiori a 900 milioni al giorno.
È dal 18 dicembre che va avanti questa inconcretezza, ovvero dal giorno successivo al nuovo massimo storico, quando il riallineamento dei mercati alla modifica del piano di tagli dei tassi della Fed ha cambiato il clima.
Il fatto che per ora le indicazione negative provenienti dagli ETF siano ancora poche fa pensare che il sentiment in realtà non sia poi così tanto negativo, perlomeno per ora, anche se nei prossimi giorni da questo punto di vista la situazione potrebbe in teoria peggiorare.
Va comunque ricordato che chi opera sui mercati crypto deve abituarsi a situazioni simili, perchè sono la norma e non l’eccezione.
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