Call center, tre euro in più all’anno e garanzie azzerate: ecco il nuovo contratto che indigna i lavoratori. In Puglia è scontro

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di
Cesare Bechis

Il nuovo contratto è stato sottoscritto da Assocontact con la Cisal, non da altre sigle sindacali che ne chiedono la revoca: sono coinvolti i 5 mila dipendenti di Network Contacts con sedi a Molfetta, Taranto e Lecce

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Un aumento in media di circa 3 euro all’anno sugli stipendi, l’azzerramento progressivo delle malattie e lo svuotamento della clausola di garanzia che impone all’azienda subentrante di assumere anche i dipendenti. In Puglia esplode la guerra dei call center a causa del nuovo contratto sottoscritto da Assocontact con la Cisal. 

Il «no» di Cgil, Cisl, Uil e Ugl

Un contratto osteggiato dalle altre sigle sindacali che ne chiedono lo stop. «No al contratto pirata» che distrugge «tutele e diritti, oltre a ridurre drasticamente il salario dei lavoratori». Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil e Ugl Tlc regionali, i quattro sindacati che non hanno sottoscritto il nuovo contratto per i circa cinquemila lavoratori dipendenti di Network Contacts che ha sedi a Molfetta, Taranto e Lecce, non faranno sconti. Siamo nell’ambito delle telecomunicazioni e lo scorso 4 dicembre, come detto, Assocontact (associazione datoriale che raggruppa numerose imprese attive con i call center) e il solo sindacato Cisal hanno firmato un contratto che rinnova in Puglia quello in scadenza.
 
Le organizzazioni di categoria domani alle 15 hanno organizzato un’assemblea pubblica nella sede della Cgil, in via Calace a Bari, alla quale sono stati invitati i parlamentari pugliesi, le istituzioni ed i consiglieri regionali di tutto l’arco istituzionale. 




















































Chiesto l’intervento della politica

Il consigliere regionale Massimiliano Stellato è il primo ad accogliere l’invito dei sindacati. Chiesta la presenza anche del governatore Michele Emiliano. Proprio la Regione lo scorso anno sottoscrisse un accordo di programma che salvò 280 posti di lavoro nella sede di Molfetta. Sempre domani mattina l’Usb ha organizzato un corteo a Taranto alle 9.30. Una delegazione, poi, andrà dal prefetto. 

«Riteniamo che non sia accettabile un simile danno per il settore (è chiaro a tutti che il minuto dopo tutte le aziende del settore utilizzeranno questo schema trascinando tutti i lavoratori nel baratro) e che 5000 cittadini pugliesi, con le loro famiglie, debbano essere rispettati e non calpestati», affermano i sindacati. 

«Così è inaccettabile questo rinnovo contrattuale siglato peraltro con una sigla pochissimo rappresentativa della platea dei lavoratori – afferma Andrea Lumino, segretario generale di Slc Cgil di Taranto, – che svuota il contratto nazionale delle telecomunicazioni e modifica le condizioni contrattuali ed è per questa ragione che lo abbiamo definito sin dal dicembre scorso “pirata”. Noi non lo firmiamo e sarà sottoposto all’assemblea dei lavoratori per l’approvazione, agli stessi lavoratori ai quali l’azienda disse che si sarebbe trattato di un contratto Tlc mentre non lo è. Se l’azienda dovesse mai applicarlo siamo pronti a ricorrere alle vie legali». 

I punti contestati del nuovo contratto

I punti contestati riguardano l’intera architettura e i contenuti del nuovo accordo che, secondo i sindacati non firmatari, penalizza anche la dignità dei dipendenti. Innanzitutto, l’aumento per il triennio 2025-2027 è di 7 euro e 74 centesimi, mentre era stata stabilita una base di partenza su cui ragionare di 260. 

«I sette euro non compensano neanche l’aumento dell’inflazione», commenta Lumino. L’azzeramento progressivo della copertura per la malattia, ora al 100 per cento, con il nuovo ridotta gradualmente al 60-50 fino allo zero; il dimezzamento ore di Rol (riduzione orario di lavoro), cioè le ore di permesso che ora sono 104 e che diventerebbero 48; lo svuotamento della clausola sociale a causa del quale l’impresa subentrante nell’appalto non ha più l’obbligo di assumere i lavoratori dell’impresa uscente. Questo aspetto è legato al punto del controllo della prestazione individuale inserito nel nuovo contratto e che permetterebbe all’azienda di controllare le singole produttività del dipendente, mentre ora può farlo per team, e che darebbe un’arma in mano all’eventuale nuova impresa sulla scelta dei lavoratori da assumere.

Infine, dicono i sindacati, in questo modo c’è l’utilizzo improprio dei dati dei singoli. «Io non credo che lo Stato possa rimanere indifferente di fronte a questa nuova tipologia di contratto – sottolinea Lumino – anche perché in fase di aggiudicazione degli appalti con le varie aziende fu confermato che andava applicato il contratto delle telecomunicazioni. Qua si tratta di cinquemila lavoratori pugliesi che sono l’interfaccia con i consumatori di aziende primarie come Wind3, Enel energia, Poste italiane, Asl Bari, Intesa, Mediolanum, Credem, Comune di Lecce e altre».

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9 gennaio 2025 ( modifica il 9 gennaio 2025 | 07:55)

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