5 lezioni da Elon Musk per startupper e venture capitalist

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Di Elon Musk si parla quotidianamente, c’è chi lo odia e chi lo ama. Da Venture Capitalist ritengo che sia un grandissimo startupper, uno da cui bisogna trarre ispirazione. Tanti hanno già scritto di lui, non posso quindi esimermi dal farlo anche io sul blog Eureka! dove trattiamo di innovazione e startup. Dopo i recenti e incredibili successi di Musk nel 2024, ho riletto la biografia di Walter Isaacson del 2023 e Ashlee Vance del 2017 e ho pensato di provare a sintetizzare 5 “lezioni” dalla avvincente storia di Musk che credo possano essere davvero utili per tutti coloro che pensano di essere in grado di fondare e poi gestire una startup.

Si può partire dalla fredda storia di Musk, in pillole in questo post che ripercorre la sua vita sino agli anni 45 (oggi ne ha 53). Per una sintesi di ciò che è accaduto nell’ultimo anno basta chiederlo all’intelligenza artificiale ChatGPT: l’acquisto di Twitter, il super endorsement a Trump e la conseguente nomina a co-direttore del nuovo Dipartimento per l’Efficienza Governativa, l’incredibile riaggancio di un razzo al volo di SpaceX, e l’annuncio del RoboTaxi.

Musk: quali risultati, quali lezioni

Ciò che colpisce non sono tanto i risultati straordinari raggiunti in tutti i settori in cui si è cimentato, quanto piuttosto la capacità di assumersi rischi nonché la tenacia e la determinazione con cui ha superato i numerosi ostacoli e i fallimenti durante lo sviluppo dei suoi progetti. Il tutto condito da uno stile di leadership e di management unico, enfatizzati da una inquietudine personale, un continuo “lotta-o-muori”, un maniacale senso di urgenza e una tendenza compulsiva a puntare in alto, che forse è il vero motore del suo successo, grazie al quale è oggi l’uomo più ricco al mondo con un patrimonio a fine 2024 di oltre 400 miliardi. Ed è innegabile che nessuno più di lui abbia rivoluzionato numerosi e interi settori industriali.

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Comincerei per esempio da questo post pubblicato su Quora

In late 2006, via an invitation from some friends at Capricorn, the team at Columbia Ventures met with Martin Eberhard (cifr. the former CEO of Tesla) regarding their Series D round, in progress at the time. The opportunity wasn’t compelling. Eberhard, while seeming to be a decent guy, was not confidence inspiring. Over the course of time, there was some back and forth, and eventually as we signaled that we weren’t super interested, a call from Elon Musk. Musk, he was something completely different. On fire. Passionate. Articulate. Smart as fuck. Not effective in moving our opinion as that was 100% fact based, and he was selling The Future.

Ecco cosa fa la differenza tra un imprenditore, uno startupper di successo e uno che non riesce: la passione, la vision e la capacità di raccontare un futuro. Quelle di Musk sono da sempre ben chiare: “aiming to reduce global warming through sustainable energy production and consumption, and reducing the risk of human extinction by making life multi-planetary and setting up a human colony on Mars.” Non a caso a soli 28 anni, Musk è diventato una celebrità delle startup, dopo aver incassato 22 milioni di dollari con la cessione nel lontano 1999 della sua prima società, Zip2, che aveva sviluppato una directories online di aziende locali. A cui si aggiungono, dopo solo 3 anni, i 250 milioni incassati dalla vendita di PayPal a eBay.

Si, é proprio questo che un Venture Capitalist vuole vedere, anche in Italia.

Vediamo allora quali sono per me i 5 tratti distintivi di Musk che possono essere di ispirazione per startupper e venture capitalist. Certo, alcuni tratti sono difficili da replicare quando non sono naturalmente presenti, come ad esempio il suo talento. Altri, come ad esempio lo stile di leadership, sono assolutamente personali e spesso non condivisibili. Ogni founder di startup deve ovviamente poi farne una sintesi propria, cosi da trovare il proprio stile.

Musk, le 5 lezioni che può dare agli innovatori

Nelle 5 caratteristiche vincenti di Musk, volutamente ho lasciato i virgolettati presi dalle biografie, cosi da poter rendere i concetti in maniera ancora più esplicita. Buona lettura.

1.VISION

    La “vision” che Musk imprime alle sue aziende non rappresenta uno slogan, é qualcosa in cui Musk crede veramente, senza ritrosia o alcun timore nel perseguirla, oltre ogni comprensibile limite.

    Significativa ad esempio la mail del 7 giugno 2013 in cui si rivolge a tutti i dipendenti di SpaceX, per placare i malumori interni che si erano generati dopo aver sentito Musk dire che non ci sarebbe stata nessuna IPO per anni: “Creare la tecnologia necessaria per portare la vita su Marte é sempre stato l’obiettivo ultimo di SpaceX. Se un’azienda quotata fa diminuire quella probabilità, allora non dobbiamo quotarci finché Marte non sarà una certezza.”

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    Eloquente la sua dichiarazione durante l’intervista rilasciata al Financial Times, quando lo ha nominato Persona dell’Anno nel 2021: “Sto solo cercando di far andare la gente su Marte, favorire la libertà di informazione con Starlink, accelerare una tecnologia sostenibile con Tesla e affrancare le persone dal faticoso compito di guidare una macchina”.

    E a proposito di voler costruire un’auto elettrica eccellente, “Si dimentica spesso, con il senno di poi, che veniva considerata la peggior opportunità di business sul pianete. Gli investitori in venture capital scappavano tutti a gambe levate. A distinguere Tesla dalla concorrenza è stata la volontà di rincorrere la sua visione senza compromessi.

    Vision che poi viene declinata in scelte strategiche di grande impatto: “Una delle decisioni più importanti prese a proposito di Tesla fu che avrebbe dovuto, per quanto possibile, fabbricare da sè i componenti chiave, invece di assemblare un’auto con centinaia di componenti di fornitori esterni.”

    2.CAPACITA’ DI CORRERE RISCHI CON GRANDE RESISTENZA AL FALLIMENTO E AL DOLORE

      Musk ha dimostrato negli anni una capacità formidabile di resistere ai fallimenti, al dolore, alla frustrazione dei razzi di SpaceX che esplodevano, alla estromissione dalle sue società Zip2 e PayPal. Tutto ciò é possibile solo quando alla visione si unisce una passione e dedizione per la propria impresa che non ha precedenti.

      Un’altra caratteristica vincente di Musk, che può essere da ispirazione a tutti gli imprenditori, è che arriva al momento in cui si gioca tutto quello che ha. A fine 2007 la situazione per lui precipitava, complice anche la stampa che cominciava ad interessarsi dei suoi fallimenti (per esempio nella progettazione della Tesla Roadster), oltre a mettere in dubbio la sua capacità di imprenditore in altre sue startup come Zip2 e PayPal. E anche la sua vita privata era in crisi.

      A luglio 2008 Musk scopri di avere soldi a malapena per arrivare alla fine dell’anno: SpaceX e Tesla avrebbero ben presto avuto bisogno di iniezioni di liquidità per retribuire i dipendenti, e non era chiaro da dove sarebbero provenuti quei soldi.” E mentre costruiva la soluzione con gli investitori, si é giocato tutte le carte, chiedendo prestiti agli amici per pagare gli stipendi. Alla fine del 2008 aveva esaurito i soldi. “Musk dovette chiedere prestiti agli amici per pagare gli stipendi, mentre negoziava con gli investitori”.

      E ancora: al disastro del terzo lancio di SpaceX, i dipendenti piangevano: “Musk si rivolse subito ai dipendenti, incoraggiandoli a tornare al lavoro, disse ..Sentite, ce la faremo. Andrà tutto bene. Non abbiate paura”. “E in un comunicato stampa disse che SpaceX aveva un altro razzo pronto per tentare un quarto e un quinto lancio in poco tempo.” Ma la realtà era che “SpaceX non aveva i soldi necessari per un quinto tentativo. Musk aveva riversato cento milioni di dollari nell’azienda e non gli restava altro, a causa dei problemi di Tesla.”

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      Eppure, con il quarto lancio nel settembre del 2008, “dopo circa 9 minuti di viaggio, il Falcon 1 si spense come previsto e raggiunse l’orbita terrestre, diventando la prima macchina costruita da privati a compiere un’impresa del genere. Ci erano voluti sei anni – quattro e mezzo in più di quanto originariamente previsti da Musk – e cinquecento persone per realizzare quel miracolo di scienza e business.

      E ancora, quando nell’aprile del 2023 dopo che il volo di prova dello Starship veniva fatto esplodere per sicurezza dopo tre minuti e 10 secondi dopo la partenza (perché era ormai chiaro che non sarebbe mai entrato in orbita), Musk disse “Complimenti ragazzi. E’ stato un successo. Il nostro obiettivo era staccarci dalla rampa ed esplodere lassù, fuori dalla vista. E questo lo abbiamo fatto. Troppe cose possono andare storte, la prima volta che si cerca di entrare in orbita.

      I numerosi insuccessi non hanno mai minato la visione di Musk per il futuro né hanno sollevato dubbi sulle sue motivazioni.

      3.TALENTO, PREPARAZIONE, ATTENZIONE AI DETTAGLI

        SpaceX rappresenta l’essenza stessa del talento, della preparazione e della attenzione ai dettagli: la società che ha appena raggiunto un traguardo straordinario con la valutazione di 350 miliardi di dollari (diventando la startup privata più valutata al mondo) nasce grazie ad una visione chiara ma anche ad uno studio molto approfondito sull’opportunità.

        Musk aveva studiato per mesi il settore aerospaziale e le nozioni di fisica su cui si basa. Secondo i calcoli di Musk si poteva battere sul prezzo le aziende già affermate costruendo un razzo di dimensioni modeste rivolto a una fascia di mercato che si specializzava nel trasporto di piccoli satelliti e attrezzature di ricerca nello spazio.

        Quando Elon si concentra su qualcosa, lo fa più di chiunque altro. É questo a differenziarlo dal resto dell’umanità”.

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        Elon spara spesso supercazzole, ma ogni tanto ti stupisce mostrando di sapere molto più di te in un settore che è il tuo“. “Ti faceva domande finchè non sapeva il 90% di quello che sapevi tu. Chiunque abbia passato molto tempo con Musk può confermare questa sua capacità di assorbire una quantità smisurata di informazioni con una memoria quasi infallibile. E’ una delle sue abilità più impressionante”.

        E il deamer Musk é riuscito a fare ciò che nessun altro ha fatto sino ad oggi: ha lanciato astronauti della Nasa nello spazio con la sua SpaceX, la prima missione spaziale della storia realizzata da un’azienda privata e non da un’agenzia governativa. E non a caso SpaceX ha oggi un accordo con la NASA da 843 milioni di dollari per i viaggi verso la Stazione Spaziale Internazionale.

        4.CAPACITA’ DI RECRUITMENT, FORZA MOTIVAZIONALE

          Un’altra caratteristica di Musk che gli ha consentito di raggiungere i suoi obiettivi è quella di voler scegliere direttamente i propri collaboratori: “Musk contattava direttamente le facoltà di ingegneria aerospaziale delle università più prestigiose per chiedere i nomi degli studenti con i voti più alti. Non era insolito che telefonasse a quegli studenti nei loro dormitori per reclutarli“.

          E ancora: “Musk era sempre alla ricerca di progettisti intelligenti che non solo avessero preso voti alti all’università ma avessero fatto qualcosa di eccezionale con i loro talenti. Quando trovava qualcuno di bravo lo corteggiava instancabilmente per convincerlo a entrare in SpaceX.

          E poi l’incredibile capacità di motivare le persone: “Ha la straordinaria capacità di indurre la gente attraversare il deserto. Ha un tale grado di di sicurezza che si gioca sempre tutte le fiches a tavolo verde”.

          “Possiede capacità di distorsione della realtà grazie alle quali attira le persone nel suo progetto, quasi risucchiandole”. Steve Jobs faceva qualcosa di simile, chi lavorava con lui lo chiamava “campo di distorsione della realtà”. “Imponeva scadenza poco realistiche e quando gli altri si imputavano li guardava negli occhi, senza battere ciglio e diceva: non abbiate paura, potete farecela”.

          E non sorprende quindi che numerose siano le aziende di successo che sono state fondate da dipendenti di Musk e delle sue aziende: per esempio ex PayPal sono i founders di LinkedIn (Reid Hoffman) e Youtube (Chad Hurley, Steve Chen and Jawed Karim).

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          5.STILE DI MANAGEMENT

            Lo stile di Musk é piuttosto ruvido, cinico, molto esigente, che non lascia molto spazio e non tollera la mancanza di preparazione, con nessun concetto di equilibrio tra vita e lavoro, che impone anche ai suoi manager. Non gli piace condividere il potere; per sua natura non collabora con gli altri, nè a livello personale nè in un’ottica professionale. Ma è uno che fa, in prima persona, dando l’esempio.

            Ai tempi della sua prima startup, Zip2 (fondata a 24 anni), “Musk scrisse tutto il codice originale del servizio; sembrava che non uscisse mai dall’ufficio. Dormiva accucciato come un cane su una poltrona-sacco accanto alla scrivania. Musk chiedeva a quei primi dipendenti di Zip2 di tirargli un calcio quando arrivavano; si svegliava e si rimetteva al lavoro.

            Non ha paura di sporcarsi le mani, viene li con le sue belle scarpe italiane e i vestiti eleganti e si imbratta di resina. Musk, con i vestiti rovinati, si era convinto che il macchinario fosse difettoso, aveva messo alla prova la sua ipotesi ed era passato subito oltre, chiedendo ai progettisti di ideare una nuova soluzione.

            E ancora, nel luglio 2006 quando doveva essere presentata il primo prototipo della Roadster, “Musk decise di occuparsi di persona dell’evento. Stilò la lista degli invitati, scelse il menù, e volle approvare persino il prezzo e il tipo di tovaglioli”. E alla fine del 2007, aveva un obiettivo primario di aumentare la produzione in Tesla, a cinquemila Model 3 alla settimana: “alla fine del 2017, il ritmo produttivo di Tesla era la metà. Musk decise di trasferirsi, letteralmente, nello stabilimento per guidare uno slancio complessivo. Era una tattica – impegnarsi personalmente ventiquatt’ore su ventiquatttro, sette giorni su sette, con un gruppo di altri fanatici disposti a dare tutto l’aiuto possibile – che avrebbe finito per definire l’intensità maniacale che pretendeva nelle sue aziende”.

            Musk chiedeva in continuazione ai dipendenti di fare di più e dare il meglio di sé, in ufficio e nel tempo libero.” E se qualcosa andava storto, “Ti fulminava con lo sguardo e non ti staccava gli occhi di dosso finché non capivi. Sapeva essere altrettanto brusco con i dipendenti che non si attenevano ai suoi requisiti: spesso diceva, più aspetti a licenziare qualcuno, più tempo sarà passato dal giorno in cui avresti dovuto licenziarlo.

            Con l’incremento della produzione della Model S, inviò una email ai suoi dipendenti, con oggetto “ultraintransigente”: “Siate pronti a un livello di intensità superiore a qualsiasi cosa la maggior parte di voi abbia mai provato prima. Rivoluzionare le industrie non è per i deboli di cuore”. E ancora, “Trascorse il Ringraziamento in fabbrica, insieme ad alcuni dei suoi figli, perchè aveva richiesto che gli operai lavorassero. Ogni giorno in cui lo stabilimento non produceva batterie avrebbe ridotto il numero di auto che Tesla poteva produre.”

            Costruire in fretta e imparare in fretta era la filosofia di Elon. Era implacabile nelle richieste di abbassare i costi. Ha le idee molto chiare e non si sposta di un millimetro.”

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            E “quando era preoccupato, quasi mai lo dava a vedere ai dipendenti. Elon era molto bravo a non scaricare sugli altri il peso dei suoi timori. Non diceva mai se sbagliamo anche stavolta siamo spacciati. Era sempre ottimista.

            “Il nostro principio operativo è un senso di urgenza maniacale, ripeteva di continuo”.



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