OnePlus 13 in prova: basta parlare di “flagship killer”, è un top di gamma a tutti gli effetti

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OnePlus 13 continua nel solco scavato dalla versione 12 dello scorso anno, introducendo però nella serie alcune novità hardware mirate e funzioni di intelligenza artificiale, che ovviamente oggi non possono mancare nei telefoni flagship. Perché da tempo OnePlus non è più un “flagship killer”, cioè un telefono con un prezzo accessibile e prestazioni eccellenti in grado di rivaleggiare con le classi più costose di telefoni, ma è un top di gamma a tutti gli effetti, al pari di molti altri brand.

In questo nutrito panorama di flagship, OnePlus 13 ha comunque dovuto trovare elementi distintivi per farsi preferire. In assoluto, e per dare un’anticipazione ai più impazienti, la novità di maggior peso di quest’anno non è l’IA, ma l’abbinata nuovo processore Snapdragon 8 Elite e batteria da 6.000 mAh, una coppia che, come è successo con il realme GT 7 Pro recensito circa un mese fa, sta spingendo molto in avanti l’autonomia dei telefoni Android senza svantaggiarli troppo nel peso.

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Prova di realme GT 7 Pro: il primo telefono con Snapdragon 8 Elite ha potenza e autonomia mai viste

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Per i più impazienti, possiamo rivelare che usando il telefono con moderazione, ma non sentendosi comunque limitati, è possibile raggiungere anche i 3 giorni di autonomia senza rinunciare a un telefono velocissimo nell’impiego.

Lo schermo non è curvo, è “quad-curvo”

Il telaio metallico con lo slider fisico per la selezione della modalità silenziosa circonda lo schermo OLED con tecnologia LTPO (da 1 Hz a 120 Hz) realizzato da BOE e, sul retro, la copertura in pelle vegana in microfibra, che OnePlus indica come una prima mondiale. La finta pelle è piacevole al tatto, permette di aumentare la presa sul telefono grazie al maggiore attrito, e sembra impossibile da sporcare perché non trattiene alcuna impronta, nemmeno sotto forma di aloni.

Rispetto alle tre generazioni che l’hanno preceduto, OnePlus 13 abbandona la fascia che raccordava il bordo del telefono con il modulo delle fotocamere. Ora tre le fotocamere galleggiano solitarie in un isolotto tutto loro. Il quarto cerchio in basso a destra ospita il flash LED e il sensore laser per la messa a fuoco automatica.

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La configurazione delle camere prevede una principale, una tele 3x ottica e una ultra grandangolare, tutte con sensori da 50 MP. Rispetto a OnePlus 12, se la principale è rimasta fedele al 50 MP LYT-808 di Sony con la stessa ottica, la nuova tele triprismatica è passata dal 64 MP di OmniVision al 50 MP LYT-600 di Sony con singoli pixel leggermente più grandi; mente la ultra grandangolare ha abbandonato il 48 MP IMX581 di Sony per il 50 MP Isocell JN5 di Samsung guadagnando un’ottica leggermente più luminosa ma scontando pixel un po’ più piccoli.

Nel complesso, il retro del telefono, almeno nella nostra colorazione Midnight Ocean, accentua uno stile “asiatico” soprattutto per lo stacco del bianco dell’isolotto delle fotocamere dal blu della pelle vegana. Non è un design che ci fa impazzire, tanto più che rischia di passare inosservato perché per poter sfruttare la ricarica wireless al meglio è necessario dotarsi di una cover “magnetica” che supporta anche il caricatore AIRVOOC da 50 W di OnePlus, venduto a parte. Nella confezione non c’è alcun caricabatterie.

Lo schermo di OnePlus 13 non è completamente piatto ma leggermente rialzato, come il retro: una soluzione che l’azienda chiama “quad-curved” e che ricorda i display 2.5D di un decennio fa. Questa forma permette probabilmente di avere un volume maggiore all’interno del telefono per ospitare la generosa batteria da 6.000 mAh, che comunque non va a discapito del peso: 210 g (un iPhone 16 Pro Max con schermo da 6,9” pesa 227 g). Anzi, OnePlus 13 è anche più leggero di OnePlus 12, pur avendo una batteria più capiente.

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Altra novità importante di OnePlus 13 è il passaggio a una classe di protezione IP68 + IP69: cioè il telefono resiste a un’immersione di 30 minuti a una profondità di 1,5 m (non in acqua di mare) e resiste per 30 secondi a forti getti d’acqua a una temperatura di 80 °C. Il precedente OnePlus 12 si fermava a una classe IP65.

Infine, OnePlus 13 ha un sensore d’impronte ultrasonico che sostituisce quello ottico del precedente modello. Abbiamo creato una scheda comparativa delle caratteristiche principali del modello dello scorso anno e di OnePlus 13.

















Caratteristica OnePlus 13 OnePlus 12
Design
Dimensioni: 162,9 x 76,5 x 8,9 mm

Peso: 210 g

Certificazione IP68 + IP69 (maggiore resistenza a polvere e acqua)

Dimensioni: 164,3 x 75,8 x 9,15 mm

Peso: 220 g

Certificazione IP65 (resistenza a polvere e acqua)
Display
Tipo: OLED X2 (BOE) con tecnologia 8T LTPO, 1B colori, 120Hz, Dolby Vision, HDR10+

Dimensioni: 6,82 pollici

Risoluzione: 3168 x 1440 pixel (~510 ppi)

Luminosità: 800 nits (tipica), 1600 nits (HBM), 4500 nits (picco)

Tipo: LTPO AMOLED X1 (BOE), 1B colori, 120Hz, Dolby Vision, HDR10+

Dimensioni: 6,82 pollici

Risoluzione: 3168 x 1440 pixel (~510 ppi)

Luminosità: 800 nits (tipica), 1600 nits (HBM), 4500 nits (picco)
Processore
Qualcomm Snapdragon 8 Elite (3 nm)

CPU: Octa-core (2×4,32 GHz Oryon V2 Phoenix L & 6×3,53 GHz Oryon V2 Phoenix M)

GPU: Adreno 830

Qualcomm Snapdragon 8 Gen 3 (4 nm)

CPU: Octa-core (1×3,3 GHz Cortex-X4 & 5×3,0 GHz Cortex-A720 & 2×2,3 GHz Cortex-A520)

GPU: Adreno 750
Memoria
RAM: 12/16 GB LPDDR5X

Storage: 256 GB / 512 GB / UFS 4.0

Espansione memoria: No

RAM: 12 GB / 16 GB LPDDR5X

Storage: 256 GB / 512 GB / UFS 4.0

Espansione memoria: No
Fotocamere Posteriori
Principale: 50 MP Sony LYT-808, f/1.6, 23mm (grandangolare), 1/1.4″, 1.12μm, multi-directional PDAF, OIS

Ultra-grandangolare: 50 MP Samsung ISOCELL JN5, f/2, 120°, 1/2.75″, 0.64μm

Teleobiettivo triprisma: 50 MP Sony LYT-600, f/2.65, 1/1.95″, 0.8μm, PDAF, OIS, zoom ottico 3x

Principale: 50 MP Sony LYT-808, f/1.6, 23mm (grandangolare), 1/1.4″, 1.12μm, multi-directional PDAF, OIS

Ultra-grandangolare: 48 MP Sony IMX581, f/2.2, 114°, 1/2″, 0.8μm

Teleobiettivo periscopico: 64 MP OmniVision OV64B, f/2.6, 1/2″, 0.7μm, PDAF, OIS, zoom ottico 3x
Fotocamera Frontale 32 MP Sony IMX615, f/2.4, 22mm (grandangolare), 1/2.8″, 0.8μm 32 MP Sony IMX615, f/2.4, 22mm (grandangolare), 1/2.8″, 0.8μm
Batteria
Capacità: 6000 mAh

Ricarica cablata: 100W

Ricarica wireless: 50W

Ricarica inversa: 10W

Capacità: 5400 mAh

Ricarica cablata: 100W

Ricarica wireless: 50W

Ricarica inversa: 10W
Sistema Operativo Android 15 con OxygenOS 15 (internazionale) Android 14 con OxygenOS 14 (internazionale)
Connettività 5G, Wi-Fi 7, Bluetooth 5.4 (aptX HD, aptX, LDAC, LHDC, AAC, SBC), NFC, USB Type-C 3.2 5G, Wi-Fi 7, Bluetooth 5.4, (aptX HD, aptX, LDAC, LHDC, AAC, SBC), NFC, USB Type-C 3.2
SIM Supportate
Dual SIM (nano-SIM + nano-SIM)

Supporto eSIM

Dual SIM (nano-SIM + nano-SIM)

Supporto eSIM
Altre Caratteristiche
Sensore impronte digitali sotto al display (ultrasonico)

Audio stereo con Dolby Atmos

Supporto per accessori magnetici (tramite cover compatibili)

Nessun jack audio da 3,5 mm

Sensore impronte digitali sotto al display (ottico)

Audio stereo con Dolby Atmos

Supporto per accessori magnetici (tramite cover compatibili)

Nessun jack audio da 3,5 mm

Quanto “va forte” e quanto consuma

Recensendo un altro telefono con Snapdragon 8 Elite, l’occasione è stata ghiotta per ripetere alcuni dei test già fatti con il realme GT 7 Pro.

Nel benchmark AnTuTu, OnePlus 13 ottiene un ragguardevole punteggio di 2.355.270 punti, laddove il realme ne aveva spuntato uno di 2.713.839. Il punteggio finale di OnePlus è stato condizionato in massima parte dal risultato ottenuto dalla memoria, ma che non ha conseguenze nell’uso quotidiano. I benchmark servono ad avere un terreno comune di confronto, ma non possono diventare il punto di riferimento per una recensione.

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OnePlus 13
realme GT 7 Pro

Nel test AITuTu dedicato ai calcoli di Intelligenza Artificiale è a pari merito con il realme, se il GT 7 Pro ha portato a casa un punteggio di 1.898.035, OnePlus 13 lo sorpassa di poco con 1.905.231.

OnePlus 13
realme GT 7 Pro

Nel test Geekbench 6 fa le scarpe al Samsung S24 Ultra sia nel test single-core che in quello multi-core, ed è allineato ai risultati del realme GT 7 Pro.

OnePlus 13, single-core
OnePlus 13, multi-core
realme G 7 Pro, single-core & multi-core

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Nel test 3D Mark Wild Life Stress Test, OnePlus ha registrato un punteggio “best” di 24.675 (45/190 fps) contro i 21.711 (68/169 fps) del realme. OnePlus ha accusato una stabilità inferiore: 64,3% contro 74%. Infatti il lowest score del realme è stato leggermente superiore: 16.067 contro 15.874.

Il throttling dello Snapdragon 8 Elite all’interno di OnePlus 13 è inesistente, dato che il processore di Qualcomm resta stabile all’80% delle sue performance dopo 10 minuti di carichi stressanti e con luminosità dello schermo al massimo.

Passando ai consumi e all’autonomia, provando con Burnout Benchmark, che usa l’API BatteryManager di Android per calcolare i watt richiesti durante il test di 8 minuti, OnePlus 13 ha ottenuto prestazioni in fps di CPU e GPU elevate consumando massimo 8,8 W. Il precedente Snapdragon 8 Gen 3 viaggia intorno ai 15 W.

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Burnout Benchmark

OnePlus 13 realme GT 7 Pro Differenze percentuali di OnePlus 13
CPU fps (max) 27,8 28,2 -1,4%
GPU fps (max) 41,5 39,7 +4,5%
watt (max) 8,8 8,2 +7,3%

Nel benchmark PC Mark Work 3.0 Battery Life, OnePlus 13 è arrivato al 20% di batteria con connessione di rete, Wi-Fi e ovviamente schermo sempre acceso dopo ben 21 ore e 26 minuti di test, mentre il realme GT 7 Pro, che ha anche una batteria più capiente, da 6500 mAh, si era fermato a 18 ore e 14 minuti. Come detto, bisogna prendere questi test per quello che sono. Nell’uso quotidiano non si riusciranno mai a ottenere 21 ore di schermo acceso.








PC Work 3.0 Battery Life

OnePlus 13 realme GT 7 Pro
Batteria mAh 6000 6500
% differenza batteria +36%
Durata test 21 h 26 m 18 h 14 m
% durata test +15%


A proposito di uso quotidiano, ipotizzando un utilizzo molto moderato, per esempio con ore dedicate al lavoro in cui il telefono lo si controlla molto poco e con molte ore sotto copertura Wi-Fi, si riescono a spuntare circa 3 giorni di autonomia (con ancora con il 20-25% di carica rimanente), e senza sentirsi limitati: cioè senza attuare volontariamente tecniche per contenere gli accessi.

In situazioni d’uso più comuni si riescono comunque a ottenere circa 2 giorni di autonomia, come calcolato anche dalla previsione di Android in base al nostro utilizzo dopo aver ricaricato la batteria al 100%.

Nelle giornate più intense si può coprire la “giornata di lavoro” tornando a casa con circa il 50% di batteria. In questa schermata che rappresenta il periodo a cavallo tra il 31 dicembre e 1° gennaio, con l’uso di ben 23 minuti di fotocamera per registrare video in 4K e fare foto, e la visione di 1 ora e 44 minuti di filmati su YouTube, il telefono è arrivato al 64% dopo 19 ore, considerando comunque circa 6 ore di sonno.

Com’è usarlo tutti giorni

OnePlus 13 è velocissimo. Non ha impuntamenti. Resta sempre molto fluido in tutte le condizioni. Lo schermo alla luce diretta del sole non mostra alcun punto debole (sebbene nel nostro caso si sia trattato del sole d’inverno), ma in condizioni di scarsa luminosità il display è tarato per restare un po’ troppo “buio”: più di quanto richieda una lettura che può dirsi comoda. realme in questo caso può invece sfruttare una funzione per determinare la luminosità minima raggiungibile dallo schermo.

È però importante precisare che in una stanza completamente buia la luminosità minima di OnePlus 13 invece è ottimale. Non abbiamo rilevato problemi di flickering in queste condizioni. Il telefono usa un sistema PWM (regolabile su due posizioni: antisfarfallio standard e ultra) con una frequenza massima di 2160 Hz, cioè accende e spegne i pixel 2160 volte al secondo per modulare la luminosità percepita.

Ottima la ricezione telefonica e del GPS, molto buone le chiamate per entrambi i partecipanti. Gli altoparlanti stereo sono sì molto potenti ma perdono per strada un po’ di basse frequenze, anche se l’ascolto si può dire comunque abbastanza bilanciato.

Sì, c’è anche l’Intelligenza Artificiale

Le integrazioni di IA generativa all’interno di OxygenOS 15, basato su Android 15, prevedono sempre l’utilizzo di calcoli in cloud. Non c’è nulla che sia elaborato direttamente sul telefono, è che un po’ fa venire meno il vantaggio di avere un processore Snapdragon 8 Elite, che sulla carta è molto forte in questo tipo di calcoli grazie alla sua nuova NPU.

Nello Snapdragon 8 Elite la NPU viene comunque sfruttata nell’elaborazione dei dati dei sensori fotografici per la riduzione del rumore e nello stack HDR, cioè quella tecnica di sovrapposizione e fusione di più immagini catturate in rapida successione con diverse esposizioni, tipica della fotografia computazionale. Serve a creare un’immagine finale con una gamma dinamica più ampia rispetto a quella ottenibile da una singola esposizione. Una caratteristica che OnePlus ha chiamato Dual Exposure Algorithm.

In OnePlus 13 c’è ovviamente il Circle to Search di Google, che permette di cercare, cerchiandoli, immagini o testi presenti sullo schermo. E dovrebbe esserci il Magic Compose all’interno dei messaggi RCS (l’app Messaggi), ma al momento della recensione non era ancora stato attivato da OnePlus. Tra l’altro, questa è l’unica funzione che dovrebbe usare l’elaborazione IA on-device.

Note AI invece funziona, e anche molto bene. È una opzione IA che serve a ripulire, affinare, allungare e accorciare i testi scritti dall’utente nell’app Note di OnePlus. Il suo uso è molto semplice e i risultati sono molto buoni. Ci sarebbe anche la possibilità di trascrivere gli audio registrati col microfono direttamente nell’app, ma le lingue supportate (almeno per ora) sono solo cinese e inglese.

Un’altra caratteristica che ancora non è attiva è la Ricerca Intelligente, che consente, attraverso l’uso del linguaggio naturale, di cercare file all’interno del telefono descrivendoli o descrivendo ciò che potrebbero contenere. Dovrebbe essere integrata nella casella di ricerca del cassetto delle app.

Per quanto riguarda l’imaging, l’IA si manifesta con il suo editor specifico nell’app Foto (non Google Foto) che dà la possibilità di cancellare dettagli con la “gomma magica”. Funzione che fa il suo dovere se si agisce soprattutto su piccoli dettagli come il cestino dell’immondizia eliminato in questa foto.

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Il cestino selezionato sulla sinistra della foto con il Lazo intelligente

Si può anche aumentare la nitidezza di una foto con una risoluzione bassa (per esempio, dopo un ritaglio aggressivo), mettere a fuoco una foto mossa, e rimuovere i riflessi dai vetri (allo stesso modo di Camera RAW in Photoshop). Anche tutte queste attività sono però di tipo “generativo”, quindi la foto finale che si otterrà sarà stata creata partendo da quella originale usando un valore di denoising molto basso.

In fase generativa, un valore di denoising basso consente di preservare molte delle caratteristiche della foto originale perché il processo interviene in modo minimale sui dettagli esistenti, limitandosi a rimuovere il rumore senza alterare significativamente le informazioni visive. In termini tecnici, il denoising opera su una scala di trasformazione dove un valore basso mantiene una correlazione più stretta tra l’immagine originale e quella generata. Significa che le strutture principali, i colori e le texture rimangono fedeli all’input iniziale, facendo in modo che la foto risultante appaia come una versione migliorata, piuttosto che un’elaborazione completamente rigenerata. Tuttavia, non sempre è così, anzi, non lo è quasi mai.

Prendiamo per esempio questa foto scattata con la ultra grandangolare, in cui abbiamo deciso di ritagliare una piccola parte sulla destra per poi aumentarne la nitidezza.

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La sezione ritagliata mostra nella qualità dei dettagli il limite della sezione di 1480 x 734 pixel ottenuta dalla foto originale di 4096 x 3072 pixel.

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Se usiamo la funzione “Aumenta nitidezza” dell’Editor AI per incrementare la “pulizia” dei dettagli, notiamo che le parti più piccole, come le tegole dei tetti, sono sì più nitide ma appaiono anche ondulate. Così come il comignolo sulla sinistra sembra piatto e “diverso” e le fronde dell’albero hanno artefatti non uniformi. Il modello in cloud (probabilmente Imagen di Google) ha evidentemente ricreato l’immagine non riuscendo a intervenire correttamente su particolari così piccoli e diffusi.

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Un’altra funzione dell’Editor AI è “Rimuovi riflessi”, come detto, molto simile a quella mostrata di recente in Camera RAW di Adobe. L’IA tenterà di rimuovere i riflessi da una foto generando i dettagli da essi parzialmente nascosti. La funzione si comporta abbastanza bene su riflessi non troppo abbaglianti. Se infatti la luce riflessa nella sezione è molto forte, l’algoritmo faticherà a recuperare i particolari sotto di essa.


Scatti certi e ottiche “salde” nei video

Nello scatto di foto e nella registrazione di video, OnePlus 13 se la cava egregiamente. La sicurezza di portare a casa gli scatti è molto alta. Le foto supportano l’XDR di OnePlus che in sostanza è l’Ultra HDR di Android 15 che consente di avere immagini scattate con un’ampia gamma dinamica. Le foto che seguono possono essere viste in HDR anche sul PC se si usa Chrome e si ha uno schermo che supporta HDR. Ricordiamo che qualora si usi l’Editor AI, le foto modificate perderanno l’XDR.

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1x

Con tutte le focali il telefono manifesta però un comportamento esattamente contrario a uno dei problemi più noiosi degli scatti con gli smartphone: lo shutter lag. Nel caso di OnePlus 13 si ottiene invece spesso un lieve “shutter lead”, cioè la foto viene collezionata pochissimi istanti prima rispetto a quando viene premuto il pulsante di scatto.

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1x

La fotocamera principale si comporta splendidamente in tutte le situazioni, come anche la ultra grandangolare. Le foto, solo se viste su uno schermo di grandi dimensioni e nel caso in cui ci siano condizioni per l’attivazione dell’HDR, a volte possono apparire con un lieve effetto “passa alto”, cioè con i bordi ispessiti e con una nitidezza accentuata. Ma ribadiamo che è un effetto trascurabile e riscontrabile in alcuni contesti.

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1x

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0,6x

Ottima la tele 3x triprismatica (non più quindi con il semplice periscopio coricato orizzontalmente) che riesce a spuntare ottimi ritratti in quasi tutte le condizioni di luce, anche quelle più ostiche come un interno illuminato con luce artificiale.

Tranne la ultra grandangolare, tutte le focali posso scattare macro, anche se hanno un senso qualitativo fino al 3x. Nel caso della 1x, in macro OnePlus passa automaticamente alla 0,6x, mentre se si è sulla 3x cambia alla 1x.

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Per quanto riguarda il video, siamo rimasti favorevolmente impressionati dalla fluidità del cambio di ottica, che non mostra “scossoni” troppo dannosi nel passaggio per step da 0,6 a 6x. Evidentemente OnePlus 13 riesce a fare un reframe velocissimo per riallineare la ripresa. Al di là della perdita qualitativa nella 2x e nella 6x digitali, la maggiore incertezza la si percepisce nel passaggio da 0,6x a 1x e viceversa. In questo video di esempio in 4K/60p mostriamo la fluidità di cambio usando le scorciatoie a schermo 0,6x, 1x, 2x, 3x, 6x, e ritorno.

In quest’altro filmato, mostriamo la tele 3x in notturna che riesce a gestire molto bene i fuochi d’artificio, anche grazie alla modalità apposita richiamabile dalle scorciatoie degli Scenari Intelligenti. Tutto il comparto imaging su OnePlus è curato da Hasselblad.





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