non c’è incompatibilità tra i satelliti europei e il sistema di SpaceX

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Quasi 48 ore dopo lo scoop dell’agenzia statunitense Bloomberg sulle trattative tra l’Italia e SpaceX di Elon Musk per un contratto di 5 anni sulla fornitura al governo di servizi di telecomunicazione criptati basati sulla costellazione di satelliti Starlink, il tema resta al centro del dibattito. 

Un portavoce della Commissione Europea ha spiegato all’agenzia Ansa che l’eventuale accordo tra l’Italia e SpaceX per l’uso di Starlink sarebbe compatibile con la partecipazione al progetto Iris², la costellazione per l’internet satellitare dell’Ue: “Un regolamento dell’Ue istituisce il sistema Iris² ed è quindi applicabile in tutta l’Ue. L’Italia, in quanto Stato sovrano – sottolinea – ha il pieno potere discrezionale di procedere con decisioni e azioni sovrane”. 

“La Commissione non commenta in linea di principio discussioni di questo tipo. L’Italia è uno Stato sovrano che prende decisioni sovrane” ribadisce il portavoce, evidenziando d’altra parte il ruolo di primo piano di Roma nella realizzazione della costellazione multiorbitale per offrire internet dallo spazio ai Paesi dell’Ue. “L’Italia – ricorda – è pronta a ospitare uno dei tre centri di controllo di Iris². I servizi governativi completi di Iris² saranno forniti a partire dal 2030, preceduti da servizi governativi precursori a partire dal 2025 attraverso Govsatcom, ossia attraverso la messa in comune e la condivisione della capacità satellitare esistente, di proprietà degli Stati membri, compresa l’Italia”. Il sistema Iris², che prevede una rete da 290 satelliti multiorbitali, fornirà servizi di connettività sicura anche in caso di interruzione delle reti di comunicazioni terrestri causate da guerre, attacchi informatici o eventi climatici estremi, garantendo inoltre la copertura in zone remote e prive di connettività

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Iris2 è il terzo programma di punta dell’Ue, dopo Galileo (navigazione satellitare) e Copernicus (monitoraggio ambientale). Si tratta di una costellazione di 290 satelliti per la sicurezza e l’interconnessione. Il progetto è stato ufficialmente avviato con la firma di un contratto di concessione da 10,6 miliardi di euro lo scorso anno. L’obiettivo del progetto affidato al consorzio SpaceRise, che riunisce operatori satellitari leader in Europa (SES, Eutelsat e Hispasat) e grandi aziende come Telespazio, Airbus e Thales, è fornire connettività sicura per governi, aziende e cittadini, compresa la banda larga ad alta velocità nelle aree meno coperte. La costellazione sarà multiorbitale, con satelliti in orbita bassa, media e geostazionaria, e integrerà un sistema crittografico avanzato per resistere a minacce cyber e radiofrequenza. Questo approccio permetterà all’Europa di rispondere a sfide critiche, come il sabotaggio delle infrastrutture di comunicazione, già verificatosi nei Paesi Baltici e in altre regioni.

Iris2 prevede una partnership pubblico-privata, con finanziamenti provenienti dal bilancio dell’Ue (6 miliardi), dall’Agenzia Spaziale Europea (550 milioni) e da investimenti privati (4,1 miliardi). I centri di controllo saranno situati in Italia (Fucino), Francia (Tolosa) e Lussemburgo.

Oltre agli Stati membri dell’Ue, paesi come Norvegia e Islanda hanno già aderito al programma, mentre sono in corso negoziati con Regno Unito, Giappone, Corea del Sud e Australia per eventuali collaborazioni commerciali. Nella sostanza Iris2 non vuole essere soltanto la risposta europea a Starlink di Elon Musk, ma un pilastro della sovranità tecnologica dell’Ue.

Musk e il dibattito italiano

Nel pomeriggio di ieri il vicepresidente del Consiglio dei ministri Matteo Salvini aveva dedicato a Musk un post su X, il social media di cui il miliardario è proprietario: “È una figura di spicco nell’innovazione globale: un eventuale accordo con lui e SpaceX per garantire connettività e modernizzazione in tutta Italia non sarebbe una minaccia ma un’opportunità. Sono fiducioso che il Governo si muoverà in questa direzione perché fornire servizi migliori ai cittadini è un dovere”. Circa quaranta minuti più tardi Musk ha risposto: “Sarà grandioso. Altri paesi europei chiederanno di poterlo adottare”. In precedenza si era detto “pronto a fornire all’Italia la connettività più sicura e avanzata”.

Il referente italiano di Musk, Andrea Stroppa, sempre su X, è intanto attivissimo nel promuovere il sistema offerto da Space X e nel polemizzare con la copertura mediatica riservata a questa vicenda. 

“Di certe notizie non c’è traccia da nessuna parte”, scrive stamattina, “perché non bisogna parlarne, sennò i padroni si arrabbiano. Hai letto stamattina i giornali, no? L’ordine è ‘Musk cattivo, Meloni venduta’”. Stroppa afferma che l’Italia con 500 milioni spesi ha solo il 3,4% nel consorzio europeo per il lanciatore di satelliti Ariane6, un razzo “nato già vecchio” che ha fatto il suo primo lancio a fine 2024 e rispetto al quale, sottolinea, non c’è nessun italiano che decide.

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Intanto si fanno sentire le opposizioni: “Meloni e Salvini si contraddicono a vicenda mentre giocano a fare la gara a chi è più amico di Musk”, accusa il presidente del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte, anche lui su X. “Vengano in Parlamento a spiegare anziché stare sui social o nascondersi dietro qualche nota”, aggiunge, osservando che “la storia è costellata da personalità tutte genio e sregolatezza. Ma un Governo che vuole tutelare l’interesse nazionale e la trasparenza dei processi democratici non affida a loro asset strategici con trattative riservate”. 

Il riferimento è alla nota con cui ieri Palazzo Chigi smentiva sia “che siano stati firmati contratti o siano stati conclusi accordi tra il Governo italiano e la società SpaceX per l’uso del sistema di comunicazioni satellitari Starlink” sia che il tema fosse stato trattato durante la visita di Meloni alla residenza di Trump in Florida. Il governo riconduceva  inoltre “le interlocuzioni con SpaceX” a “normali approfondimenti che gli apparati dello Stato hanno con le società”.

La richiesta di riferire in Parlamento, e precisamente alla Camera, è stata formalizzata da Partito democratico e Alleanza Verdi Sinistra: “Rabbrividiamo all’idea che l’Italia e l’Europa apprendano notizie da due fonti: quelle giornalistiche d’oltreoceano e dai post su X di Musk”, afferma il deputato democratico Andrea Casu.

Cosa offre Starlink

SpaceX mette a disposizione dell’Italia un sistema criptato di massimo livello per le reti telefoniche e i servizi internet del governo italiano, le comunicazioni militari e i servizi satellitari per le emergenze.  Secondo Bloomberg, il piano avrebbe subito un’accelerazione dopo l’incontro di ieri tra la premier Giorgia Meloni e il presidente designato degli Usa, Donald Trump

L’accordo in questione è stato contrastato da alcuni funzionari dell’amministrazione italiana preoccupati per l’impatto sugli operatori locali di telecomunicazioni, ma è stato approvato dai servizi di intelligence di Roma e dal ministero della Difesa italiano

I negoziati sono comunque ancora in corso e non è stato ancora raggiunto un accordo finale sul contratto, spiegano alcune fonti vicine al dossier, come sostiene infatti anche oggi Palazzo Chigi. In particolare, scrive Bloomberg, il piano comprende servizi di telecomunicazione per le forze armate italiane nell’area del Mediterraneo, come anche sistemi satellitari per affrontare casi di emergenza come attacchi terroristici o disastri naturali.

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La banda ultralarga arranca e i sistemi italiani alternativi a Space X sarebbero costati più di dieci miliardi

L’Italia  ha in passato preso in considerazione alternative all’opzione di un accordo con SpaceX per la sicurezza: tra queste – spiega Bloomberg citando fonti vicine al dossier – oltre all’accordo con Iris2, anche l’ipotesi di realizzare una costellazione satellitare propria. Secondo gli esperti entrambe le soluzioni sarebbero però venute a costare oltre 10 miliardi di euro.

Di possibili accordi tra Musk e l’Italia per il servizio satellitare Starlink e inserirlo nei progetti sulla banda ultralarga, a integrazione della copertura di Tim e Open Fiber, erano in corso da mesi.  È Open Fiber la concessionaria dello Stato per la copertura in ultrabroadband delle aree bianche, cioè quelle considerate a fallimento di mercato, ed è una delle due società (l’altra è Tim) vincitrici dei due bandi nell’ambito del “Piano Italia 1 Giga” per coprire le aree grigie (quelle a parziale fallimento di mercato). Il progetto rientra nei piani di intervento pubblico della Strategia italiana per la Banda Ultra Larga, finanziato e promosso dal Dipartimento per la trasformazione digitale della Presidenza del Consiglio grazie ai fondi del Pnrr, e attuato dalla società statale Infratel Italia. Un piano che attualmente sta arrancando e che mette a rischio i fondi. 



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