Galline libere a Padova l’allevamento non convenzionale

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Unconventional Eggs è il marchio scelto dall’azienda agricola Il frutteto di famiglia per commercializzare le uova blu, marroni, verdi e bianche delle loro galline, che vengono nutrite con scarti di grissini, frutta e verdura bio e legumi di aziende locali. Un esempio di economia circolare

Il brand che hanno scelto per proporsi ai clienti è “Unconventional Eggs”, perché «non convenzionale, cioè naturale, è l’uovo che vogliamo. Crediamo che gli animali debbano vivere bene il loro presente» spiega Alessandro Piovan, che insieme alla moglie e al fratello, nel 2021, ha deciso di affiancare al lavoro da rappresentante anche un’attività agricola.

«Nel nostro caso, significa che la gallina deve poter correre dietro a una farfalla, prendere il sole, scavare nella terra per cercare un lombrico da mangiare, se ne ha voglia. La gallina in batteria, negli allevamenti intensivi da milioni di capi, suo malgrado è invece costretta a fare soltanto quello che vuole chi la alleva, cioè l’uovo. La differenza, per noi sta lì».

L’azienda di Piovan si chiama Il frutteto di famiglia e si trova a Padova, ad appena cinque chilometri in linea d’aria dal Prato della Valle, la principale piazza cittadina. Il loro pollaio agricolo si estende su una superficie di millecinquecento metri quadrati, prati sui quali vengono spostate le quattro casette mobili su ruote che fungono da ricovero per le 250 galline allevate. «Se avessimo più animali supereremmo la soglia che identifica gli allevamenti professionali» spiega Alessando. Al momento di scegliere le galline da inserire nel pollaio, hanno optato per quattro razze particolari, non convenzionali anche per il tipo di uovo: l’Araucana, la Marans, l’Olive Egger e la Livornese. La particolarità più evidente? Il colore del guscio, rispettivamente blu, marrone, verde e bianco. «A parte la Livornese, che ha una propensione da ovaiola, le altre tre sono razze con una produzione di uova molto bassa», come bassa è anche la produttività della gallina di razza Padovana, l’ultima arrivata in azienda. 

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Galline libere Galline libere

 

Nell’allevamento di Piovan le galline sono libere di razzolare all’aperto, spostarsi dall’area erbosa e quella sabbiosa dove amano rotolarsi, di ripararsi dal sole sotto alle piante di mais, di nutrirsi dei frutti delle piante da frutta come fichi, melograni, viti e delle bacche delle rose canine. Proprio all’alimentazione i titolari dell’azienda prestano particolare attenzione: «Abbiamo sempre tenuto a mente il concetto di economia circolare – prosegue Alessandro – e per questo ci riforniamo di prodotti destinati all’alimentazione umana che però, per varie ragioni, sarebbero scartate. Da un’azienda acquistiamo grissini rotti che non possono venire venduti nei sacchetti e che noi invece sfruttiamo come fonte di carboidrati, da un’altra azienda recuperiamo frutta e verdura biologica di pezzature che non ne consentono la commercializzazione, e poi ci riforniamo anche di scarti di produzione come la cotta della birra, legumi come fagioli, che diventano preziose fonti di proteine, in alcuni casi anche insetti essiccati».

Anche un bell’esempio di allevamento avicolo come quello di Padova, però, è minacciato dall’influenza aviaria, di cui da alcuni anni si registrano casi anche in Italia, soprattutto nel nord-est e spesso in grandi allevamenti industriali. «Qua non è mai successo, ma se dovesse accadere nelle nostre vicinanze sarebbe un disastro, perché saremmo costretti ad abbattere anche se i nostri animali sono sani» spiega Piovan. Questione di norme, come quella che impedisce all’azienda di regalare le galline a fine carriera, quando cioè smettono di produrre le uova, a realtà che operano nel sociale e che potrebbero impiegarle come animali da compagnia. «La burocrazia ce lo impedisce: per legge siamo purtroppo obbligati a macellare». 

Slow Food è partner del progetto europeo SUSTAvianFEED che ha come obiettivo l’ implementazione di sistemi innovativi di allevamento del pollame che impiegano un’alimentazione sostenibile, utilizzando catene alimentari rispettose dell’ambiente e in grado di promuovere le economie locali e la promozione sociale.



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