Banca Ifis lancia Opas per il 100% di illimity Bank per 298 milioni

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Banca Ifis ha lanciato un’offerta pubblica di acquisto e scambio volontaria sulla totalità delle azioni di illimity Bank per 298 milioni di euro. E apre un nuovo capitolo nel risiko bancario italiano, dopo le mosse che ruotano intorno a UniCredit, Banco Bpm, Anima Sgr e Monte dei Paschi di Siena, senza dimenticare i due colossi esteri Commerzbank e Crédit Agricole. In questo caso, Banca Ifis ha proposto che per ciascuna azione di illimity Bank portata in adesione all’offerta sia riconosciuto un corrispettivo che esprime una valorizzazione unitaria pari a 3,55 euro, sulla base del prezzo ufficiale delle azioni di Banca Ifis al 7 gennaio 2025. Tale corrispettivo, spiega un comunicato stampa, è composto da 0,1 azioni di Banca Ifis di nuova emissione per ciascuna azione di illimity Bank e una componente in denaro pari a 1,414 euro. Se autorizzata dalle autorità, l’istituto di credito guidato dal presidente Ernesto Fürstenberg Fassio, potrà allargare i suoi orizzonti, andando a rappresentare una significativa stampella per le piccole e medie imprese, uno dei suoi storici bacini d’azione.

Un blitz, quello del Gruppo Banca Ifis, che rappresenta la prima mossa sullo scacchiere del credito italiano, e non solo, del 2025. Dopo un autunno vissuto in modo fibrillante, l’anno che è appena iniziato rischia di passare alla storia per uno dei più attivi sul fronte delle fusioni e acquisizioni (M&A) bancarie. L’offerta di Ifis, che resta condizionata all’ottenimento delle relative autorizzazioni regolamentari e all’avveramento delle condizioni stabilite, può essere funzionale a riscrivere il panorama dei gruppi di dimensioni minori rispetto ai big come UniCredit o Bpm, ma che puntano ad accrescere la loro dimensione. Come evidenzia il comunicato stampa rilasciato questa mattina, «In caso di successo dell’offerta, l’operazione – che prevede la successiva fusione per incorporazione di illimity Bank in Banca Ifis – potrà consentire al Gruppo Banca Ifis di accelerare il proprio percorso di crescita e di consolidare la leadership nel mercato italiano dello specialty finance, ampliando la base delle pmi clienti, entrando in nuovi business e in nuovi segmenti e proseguendo la leadership negli Npl (non-performing loan, o crediti deteriorati, ndr)». Uno dei campi più battuti di Ifis da decenni.

Il nuovo assetto, se l’Opas dovesse andare in porto, sarebbe specifico. Nello specifico, «la business combination esprimerà un valore industriale maggiore delle due realtà separate, a seguito delle sinergie di costo e di ricavo che i due gruppi post-fusione genereranno, oltre alle economie di scala”. L’operazione, spiega, “potrà contare su una visione industriale strategica, sostenibile e di lungo periodo, e su una governance stabile garantita dall’azionista di riferimento». La Scogliera SA, la finanziaria della famiglia Fürstenberg, che, pur scendendo per la prima volta sotto la soglia del 50%, intende mantenere il controllo del Gruppo Ifis, Secondo quest’ultimo «l’operazione creerà valore per tutti i suoi stakeholder – azionisti, clienti, dipendenti, il sistema bancario italiano e i territori nel quale esso opera – con rilevanti benefici sotto il profilo industriale, finanziario e di sostenibilità».

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Importante sarà comprendere come funzioneranno le sinergie. Ifis prova a dare una spiegazione. Da un lato, «illimity Bank potrà beneficiare della rete di distribuzione di Banca Ifis, presente capillarmente su tutto il territorio nazionale con 28 filiali, e di economie di scala che renderanno più efficace la valorizzazione dell’offerta commerciale». Dall’altro, Banca Ifis «accederà a nuovi segmenti di business, come ad esempio il turnaround financing e rafforzerà la propria presenza nell’investment banking per le piccole e medie imprese». Ne deriverebbe un polo integrato tale da risultare competitivo sul mercato italiano in una fase molto particolare, divisa fra il rallentamento economico dell’eurozona, l’allentamento delle restrizioni monetarie della Banca centrale europea e la necessità di investimenti per aumentare la competitività delle imprese dell’area dell’euro su scala globale. E un risiko bancario che può cambiare gli equilibri del credito Ue.



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