Auto elettriche, la Gran Bretagna supera la Germania e diventa il primo mercato europeo

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Nel 2024 la Gran Bretagna è diventato il primo mercato europeo per vendita di veicoli elettrici, le cui immatricolazioni sono aumentate del 21% rispetto al 2023 raggiungendo quota 381.970. Superata la Germania, che si è invece fermata a 380.609 vendite perdendo oltre il 25% rispetto all’anno precedente.

Un sorpasso dovuto soprattutto allo scatto negli ultimi mesi, in cui i costruttori hanno messo in campo una serie di sconti e agevolazioni che gli permettessero di vendere più auto e centrare l’obiettivo del 22% di EV immatricolate, fissato dal governo.

Tutto questo per evitare multe particolarmente salate (fino a 15 mila sterline a macchina), che tuttavia possono essere aggirate utilizzando un sistema di scambio di crediti e superando i requisiti negli anni successivi. Operazione, quest’ultima, che appare se possibile ancora più proibitiva: se, come detto, l’obiettivo nel 2024 era che il 22% della flotta fosse rappresentato da EV (e si è rimasti fermi al 19,6% nonostante tutti gli sforzi) , per il 2025 l’asticella salirà al 28%.

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Dal canto suo, Berlino ha pagato lo stop agli incentivi statali all’acquisto nell’ultimo trimestre del 2023, che ha influenzato negativamente la domanda per tutto l’anno passato. A dimostrazione che se le elettriche non sono supportate da sussidi faticano a ingranare. Anche nel più grande mercato continentale, dove si sono fermate al 13,4% del totale. Difficoltà del genere si sono verificate, nondimeno, anche in Francia, Irlanda e Svezia.

Tornando alla Gran Bretagna, va detto che anche lì la domanda di vetture elettriche da parte del canale privati rimane bassa. Solo un acquirente privato su dieci ha scelto un modello elettrico nel 2024, mentre la maggior parte delle immatricolazioni si deve a flotte e clienti aziendali. Anche per questo il governo sta ora rivedendo le regole, il che potrebbe comportare una maggiore flessibilità per aiutare i produttori a centrare gli obiettivi di cui si parlava. Ma c’è chi teme che questo possa rallentare lo stop alle vendite di veicoli con motori termici, fissato per il 2030.



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