Vita sostenibile, tra smart working, nomadismo e comunità locali

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Il lavorare da remoto esisteva, in modo sporadico, già prima del Covid, ma questa modalità operativa è poi esplosa dopo quel periodo: lo smart working ha anche cambiato i rapporti fra le aziende e i propri dipendenti che, soprattutto nelle generazioni più giovani, danno molto valore al bilanciamento fra vita privata e lavoro. A tale proposito, una startup che da qualche tempo sta offrendo delle risposte interessanti alla ricerca di questo equilibrio ottimale è Inesto, fondata da Paola Balduzzi nel febbraio 2020, proprio in piena esplosione della pandemia.

Paola Balduzzi, fondatrice di Inesto

Laureata in architettura, Paola lavora presso Bulgari quando ha un incidente, che in qualche modo rappresenta uno spartiacque nella sua vita: “in quel periodo ho approfondito i miei interessi verso la ricerca di metodi di vita sostenibili”, ricorda la fondatrice, “in particolare riprendendo alcuni temi che avevo affrontato lavorando con Vittorio Garatti, il professore con cui ho discusso la mia tesi”. Analizza soprattutto l’ambito “casa”, con le tematiche che vanno dall’ecodesign alla valorizzazione urbanistica.
Paola viaggia tra Italia, Spagna, Portogallo e Parigi, dove si trasferisce per un certo tempo: inizia a collaborare con la Comunità Europea, sviluppando progetti di innovazione sociale e rigenerazione urbana. Attiva collaborazioni fra enti pubblici e privati, conosce diversi nomadi digitali e con loro immagina nuovi scenari partecipativi che coinvolgano le comunità locali. Inesto inizia a prendere forma, integrando l’idea di un turismo sostenibile, in grado di generare un impatto positivo attraverso soluzioni esperienziali.

Il concetto di turismo si evolve

Con il supporto del programma di incubazione PoliHub del Politecnico di Milano nasce Inesto: “l’ho fondata come impresa ibrida composta da un’Associazione non profit e da una startup innovativa social benefit”, ci dice Paola. La sua mission appare piuttosto chiara: creare esperienze di coliving e coworking che siano autentiche e significative, integrando la sostenibilità in ogni aspetto dell’offerta. Con questo approccio anche il turismo diviene un’opportunità di crescita per le comunità locali, non più solo una fonte di profitto per gli operatori turistici”.

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Fotografia di un gruppo che vive un progetto di Inesto

Con il termine coliving si indicano quegli edifici (nei quali si affittano stanze o appartamenti) all’interno dei quali si trovano spazi comuni condivisi. È una nuova modalità di vita che promuove un senso di comunità e si rivolge ad esempio a chi si trasferisce per un nuovo lavoro o motivi di studio, giovani professionisti, lavoratori a distanza. Costoro beneficiano di uno stile di vita flessibile e in parte organizzato, apprezzando l’impatto ambientale ridotto, che nasce dalla condivisione di risorse e costi per ridurre gli sprechi.
“Mi sono chiesta di che cosa hanno bisogno i nomadi digitali e mi pare che prevalga la voglia di lavorare e stare insieme, in luoghi belli”, racconta Paola. “Tutti noi di Inesto siamo nomadi digitali, distribuiti un po’ dovunque, impegnati nel sociale e con esperienze anche molto diverse nel terzo settore e nella promozione di eventi: ognuno porta all’interno di Inesto le proprie passioni e competenze.”
Si è così creata una rete di creativi e professionisti che hanno sviluppato una serie di progetti, in cui ogni esperienza proposta contribuisce al benessere economico e sociale delle persone coinvolte. Attraverso lo scambio interculturale si promuovono interazioni genuine tra i partecipanti e i residenti, favorendo una sorta di cittadinanza globale.

Le proposte di Inesto sono pensate per coinvolgere i visitatori in modo diretto e personale. Queste attività non solo offrono ai turisti un’opportunità unica di apprendere e interagire con la cultura locale, ma aiutano anche a preservare le tradizioni e le pratiche dei luoghi, che si trovano sempre in contesti rurali. “Dipende dalla durata dei soggiorni, ma a tutti gruppi non proponiamo una villeggiatura”, spiega Paola Balduzzi: “chiediamo a ognuno di offrire un po’ del proprio tempo per sviluppare delle attività, organizzare dei piccoli eventi insieme alle persone del posto”.
In questo modo si crea una sinergia con la comunità locale, che spesso diventa promozione e sviluppo reciproco: Inesto rivolge un’attenzione specifica ai cosiddetti periodi morti, dando impulso anche a una sorta di turismo fuori stagione, che porta valore nei luoghi lontani dai circuiti tradizionali.

Esperienze creative per un impatto positivo

“Il nostro approccio va oltre il semplice rispetto ambientale, ma include un forte focus sull’impatto sociale”, continua Paola: “la socialità fra le persone emerge dalla normalità della vita quotidiana”. Collaborando con artigiani locali, produttori e comunità, Inesto crea infatti un ecosistema in cui tutti i partecipanti ne beneficiano: nasce una relazione fra turisti e residenti, che contribuisce a una maggiore comprensione interculturale.

Le principali soluzioni esperienziali proposte da Inesto spaziano da laboratori creativi a tour gastronomici, da attività ecologiche a eventi culturali, fino a progetti completamente personalizzati.
Chi partecipa ai laboratori si immerge in quei mestieri tradizionali e artigianali, come la ceramica, la tessitura o la lavorazione del legno: gli artigiani locali che li conducono condividono le loro competenze e storie, creando un legame davvero profondo. Analogamente le esperienze gastronomiche danno l’opportunità di scoprire i sapori tipici della regione, visitando mercati locali e partecipando a corsi di cucina.
Le iniziative ecologiche includono la pulizia di spiagge o la piantumazione di alberi, coinvolgendo attivamente i partecipante nella tutela del territorio. Si promuovono inoltre eventi che celebrano le tradizioni locali, come festival, concerti e mostre d’arte, dando quindi ai turisti un’opportunità unica di vivere la cultura del posto in modo autentico e coinvolgente. I progetti rigenerativi di Inesto si sono già concretizzati in località come San Marco d’Alunzio e San Vito Lo Capo in Sicilia, El Garanon e Meaus in Spagna, presso l’ecovillaggio Grain & Sens dell’Ardèche francese; i prossimi si svolgeranno a Essouira in Marocco e Boffres in Francia. “Lavoriamo con pubbliche amministrazioni e con aziende, pensando, scrivendo e realizzando progetti culturali in aree interne”, riprende Paola: “negli ultimi 4 anni abbiamo seguito varie amministrazioni pubbliche per la creazione di coliving diffusi per artisti e nomadi digitali”.

Misurare l’impatto di ogni attività svolta

La collaborazione con le Pubbliche Amministrazioni è spesso cruciale per il successo delle attività di Inesto: “chiediamo alle PA la possibilità di gestire spazi per un periodo determinato, nei quali organizziamo gli eventi temporanei per privati e aziende”, aggiunge la fondatrice, “trasferendo così alcune logiche della città in un contesto rurale”. Al di là delle consuete difficoltà burocratiche contro cui ci si scontra spesso (“in Francia è molto più semplice e organizzato”, ci confessa Paola), non va trascurato l’aspetto prettamente economico: “le proposte di Inesto delocalizzano i soldi che le aziende spendono per questi tipi di attività, spostandoli in territori che ne hanno più bisogno”.
Fra le imprese che hanno già sperimentato con successo queste proposte si annoverano Bulgari, Visa, Cisco, per citare nomi noti a tutti: “per le aziende organizziamo eventi come coliving, offsite, ritiri aziendali o progetti CSR a cui alleghiamo anche una relazione d’impatto a norma CSRD”.

Proprio i rapporti di impatto sono strumenti fondamentali per misurare e comunicare i risultati di queste iniziative, fornendo trasparenza e rendicontazione sulle attività svolte. Non solo evidenziano i successi ottenuti, ma fungono anche da guida per migliorare continuamente le pratiche aziendali e coinvolgere ulteriormente le comunità.
Durante gli offsite, i partecipanti seguono workshop interattivi, attività di team building e discussioni strategiche focalizzate su come integrare la sostenibilità nelle loro operazioni. Questo approccio non solo migliora la coesione del gruppo, ma incoraggia anche l’innovazione e la responsabilità sociale all’interno dell’organizzazione.

fotografia dei vincitori del premio She's next
Paola Balduzzi, fra le altre vincitrici del She’s Next Award 2024, Camilla Cavolani e Roberta Pastore

Nel settembre 2024 Inesto ha ottenuto un importante riconoscimento, ricevendo il She’s Next Award: la premiazione dell’iniziativa di Visa Italia, in collaborazione con Corriere della Sera, ha riconosciuto i progetti imprenditoriali innovativi guidati da donne che stanno facendo la differenza in Italia.
Il premio rafforza l’impegno di Inesto ad ampliare la rete di comunità rurali e le partnership con cui creare maggiori opportunità per uno sviluppo rurale sostenibile; è anche la conferma dell’importanza di continuare a innovare affinché il lavoro e il turismo, supportati dalla tecnologia, continuino a svilupparsi con il migliore impatto sociale possibile.

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