Sembrerà un controsenso, ma da quando mi dedico quasi a tempo pieno al mio Giardino Felice, il momento dell’anno che preferisco è l’inverno. Non per una questione di pigrizia: in questi mesi la natura si calma, rallenta, riposa, e io non sono mai nell’urgenza di dovermi occupare di qualcuna delle belle creature clorofilliane che ospito.
Gennaio: il mese del giardiniere
Senza urgenza ho più tempo per progettare il giardino del futuro, cioè quello della prossima primavera o che avrò tra vent’anni.
Più tempo anche per studiare, fare ricerca di nuove varietà, riassumere l’anno trascorso sfogliando e riordinando il mio quaderno di campagna -voi lo fate?- uno strumento utile, semplice e squisitamente analogico, che tutti gli appassionati dovrebbero avere e conservare gelosamente, proprio come un album di foto di famiglia.
Un’altra cosa che mi piace fare a inizio anno è la propagazione, moltiplicare alcune piante, perché ho più tempo da dedicargli nel loro momento di maggior fragilità. Non si possono propagare tutte le specie, alcune necessitano infatti di un clima più mite, ma ce ne sono molte che regalano gran soddisfazioni anche adesso.
Le talee di rosa meglio riuscite sono quelle che feci a dicembre, e anche qualche bougainvillea che ospito qui è figlia dei mesi freddi, proprio come quel Jasminum primulinum che, proprio ora mentre vi scrivo, vedo riempirsi di gemme a fiore davvero promettenti.
Ma se siete alle prime armi e volete avere risultati sicuri, quelli che invogliano a continuare, vi consiglio di iniziare con un gruppo di botaniche, le succulente “a rosetta”, che non deludono davvero mai. Sapete come si fa?
Propagazione di inizio anno: una, dieci, cento
Moltiplicare alcune specie di piante è davvero una operazione facile. Noi decidiamo quanti nuovi esemplari vogliamo ed il resto lo fanno loro, in completa autonomia. Parlo soprattutto delle succulente dalla caratteristica forma a rosetta, quelle che si assomigliano tutte (le loro foglie si sviluppano attorno ad un asse centrale formando appunto la tipica rosetta) e sembrano far parte di un’unica, grande famiglia botanica, ma in realtà condividono solo il look e alcune esigenze colturali.
Mi riferisco all’infinito mondo dei Sedum, dell’Echeveria, di Aeonium e Greenovia, ma non solo. A nomi così complicati corrispondo piante semplici, generose, popolari, belle e soprattutto adatte anche a pollici diversamente verdi.
Piante che non si comprano, “si fanno”, e che vivono bene sia dentro casa che sui balconi o in piena terra (o persino tra le rocce) in giardino. Botaniche che non si può non ospitare e soprattutto non propagare, partendo anche da un solo esemplare.
Per moltiplicarle basta staccare dalla rosetta tante foglie succulente quante piante vorremmo ottenere: la riuscita è certa se le talee che useremo sono integre e in salute.
Propagazione di inizio anno: come fare
Fatto ciò, basta adagiarle su un lettino di terra (la migliore è quella da semina, ma per esperienza va bene tutto, anche terriccio di riciclo da vecchi vasi, loro si accontentano davvero di poco).
L’unica accortezza da seguire è quella di stabilire un contatto tra la base della talea (per intenderci la parte della foglia che era attaccata alla pianta madre dalla quale partiranno le radici) e il terriccio: non occorre interrare completamente, si correrebbe il rischio di creare marciumi.
Per garantire la buona riuscita dell’operazione tenete i vasetti in un luogo luminoso con una temperatura non inferiore ai 15 gradi, così facendo si velocizzerà il processo di radicamento, che durerà circa un mese.
Non serve nemmeno troppo irrigare: se vedete la foglia raggrinzire non vi preoccupate: significa che lei semplicemente “sta passando” le sostanze nutritive alla baby-pianta appena nata.
Ovviamente da primavera in poi si può ripetere l’operazione direttamente a terra, in giardino o dove vi pare.
Propagazione di inizio anno: pillola verde
Se avete fretta di propagare forse non siete nel posto giusto, perché nel giardinaggio sano e naturale ci vuole pazienza, ma in questo caso si può fare una eccezione: al posto che le singole foglie, mettete a dimora l’intera rosetta prelevandola da una pianta che ne ha già parecchie, seguendo lo stesso procedimento descritto poco sopra.
In questo modo avrete mini-esemplari già pronti, velocizzando l’operazione/propagazione di qualche mese.
Curiosità
Molte delle specie a rosetta erano passate di moda da anni, rilegate ai balconi più inospitali delle città o nei giardini abbandonati (il nome botanico Sedum sempervivum dà un indizio sulla loro capacità di adattamento e sopravvivenza…). Ma da qualche tempo sono tornate in auge per la progettazione di tetti verdi e giardini verticali. Infatti nessuno meglio di loro sopporta condizioni “estreme” (leggi: poca terra, nessuna irrigazione, tolleranza a clima estremo sia per freddo che per calore).
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