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COSENZA – Il consigliere regionale e capogruppo del Movimento 5 Stelle, Davide Tavernise ha presentato un’interrogazione urgente al Presidente della Giunta regionale della Calabria, Roberto Occhiuto, in qualità anche di Commissario ad acta per la sanità, in seguito alla tragica morte di Serafino Congi, 48 anni, sposato e con due figli, avvenuta a San Giovanni in Fiore il 4 gennaio scorso a causa di gravi ritardi nei soccorsi.
“Questo drammatico evento mette in luce le profonde criticità che affliggono la sanità nelle aree montane calabresi, dove l’accesso ai servizi sanitari essenziali è compromesso da distanze dai centri ospedalieri, difficoltà infrastrutturali e condizioni climatiche avverse, spesso ignorate in favore di parametri e aspetti meramente economici”.
“L’Ospedale di San Giovanni in Fiore – scrive Tavernise – come altri presidi in aree disagiate, versa in una condizione di depotenziamento, con carenze di personale medico e reparti non pienamente operativi. La notte del 4 gennaio Congi è stato portato al Pronto Soccorso dell’ospedale locale, dove è stata immediatamente diagnosticata una sindrome coronarica acuta. Nonostante l’urgenza della situazione, ha atteso oltre tre ore il trasferimento all’ospedale di Cosenza a causa della mancanza di un medico a bordo dell’ambulanza e dell’impossibilità di utilizzare l’elisoccorso per scarsa visibilità. Purtroppo, l’uomo è deceduto durante il tragitto”.
“Questa tragedia non è un caso isolato, ma la conseguenza di un sistema sanitario che non riesce a garantire il diritto alla salute nelle aree interne. La carenza di personale medico nel Pronto Soccorso di San Giovanni in Fiore, con solo due medici su una pianta organica prevista di sei, ha contribuito al triste epilogo. Ho chiesto, quindi, al Presidente Occhiuto quali urgenti iniziative intenda intraprendere per garantire una copertura sanitaria adeguata nelle aree montane, con particolare riferimento all’Ospedale di San Giovanni in Fiore. Propongo, inoltre, di valutare modelli virtuosi come quello dell’Ospedale Morelli di Sondalo, un comune situato nell’alta Valtellina con circa 4mila abitanti, che integra efficacemente cure primarie e servizi specialistici, potenziando le strutture esistenti e incentivando l’arrivo di personale medico nelle aree montane. E’ necessario dare attuazione a quanto previsto per i presidi montani nel Decreto Ministeriale n. 70/2015, dotando gli ospedali come quello di San Giovanni in Fiore di specifiche discipline mediche. Non possiamo accettare che nel 2025 – conclude Tavernise – si muoia per mancanza di soccorsi tempestivi. La salute è un diritto fondamentale che deve essere garantito a tutti i cittadini, indipendentemente dal luogo in cui vivono”.
Codici: chiediamo alla magistratura di fare luce sulla morte di Serafino
“Dolore, rabbia e rimorso per una morte probabilmente evitabile. È quella di Serafino Congi, il 48enne deceduto il 5 gennaio sull’ambulanza che lo stava trasportando dal Pronto Soccorso di San Giovanni in Fiore a Cosenza. L’attesa di 3 ore del 118 potrebbe essere stata fatale e questo è uno degli aspetti su cui la magistratura dovrà fare chiarezza, come richiesto nell’esposto che l’associazione Codici ha deciso di presentare per fare luce su questa drammatica vicenda”.
“Quanto accaduto è grave ed inaccettabile – dichiara Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici –. C’è un uomo che si reca in Pronto Soccorso lamentando sintomi che fanno pensare ad un infarto, le condizioni sono gravi al punto da rendere necessario un trasferimento, ma a causa dei ritardi nei soccorsi perde la vita. Stando a quanto emerso finora, il 118 cittadino non sarebbe potuto partire a causa della mancanza di un medico in servizio disponibile e la corsa disperata dell’ambulanza giunta da Cosenza è stata purtroppo vana, perché il paziente è spirato durante il trasferimento. La carenza di personale è un problema cronico del Sistema Sanitario Nazionale, che in alcune realtà ha delle conseguenze pesantissime. Senza entrare nella polemica politica che si è aperta per quanto accaduto al Pronto Soccorso di San Giovanni in Fiore, confidiamo nel lavoro della magistratura affinché venga fatta chiarezza su questo caso sospetto di malasanità. È un atto doveroso nei confronti di una famiglia e di una comunità sconvolte da una morte che una sanità attrezzata ed efficiente molto probabilmente avrebbe potuto evitare”.
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